L’Aurora Experience di Alessio Guadagno

Martina Grassadonia
Aurorafellows
Published in
4 min readOct 26, 2021

Immagina un lungo volo diretto verso l’America, mentre fuori il mare è in tempesta.

Se hai paura del mare, l’America può sembrare una destinazione irraggiungibile. Eppure, una volta che l’aereo atterra, scopri che la tua volontà è più forte di qualsiasi ostacolo.

È successo ad Alessio quando a 18 anni decise di andare per la prima volta fuori dall’Italia per visitare gli USA.

Ma è quello che è successo ad Alessio anche durante la seconda challenge dell’Aurora Experience. Il mare in tempesta l’ha attraversato, ma poi ha raggiunto i suoi obiettivi grazie alla sua motivazione.

Ma partiamo dall’inizio: quando gli chiedo come abbia conosciuto Aurora, Alessio ha mille aneddoti da raccontare:

“Avevo saputo di Aurora tramite un post di Jacopo su Linkedin. Vivevamo nello stesso paesino della Campania, e se oggi so utilizzare il pc è grazie a lui. Avevo 10 anni quando mi dava lezioni sull’utilizzo del pc e sul mondo della tecnologia in generale.

Quando ho deciso di partecipare all’Aurora Experience era giugno, e dopo pochi giorni avrei compiuto 21 anni. Ho pensato: ‘Devo sbrigarmi’.

Poi ho parlato con Beatrice del Team e il giorno stesso ho scritto la lettera motivazionale. L’ho fatto di getto, perché in questo periodo mi piace raccontarmi, spiegare chi sono e quello che faccio. Il giorno dopo avevo già superato il primo step, perché tutti gli amici sono andati a commentare la mia lettera”.

Poi arriva la seconda challenge, e presto capirai perché abbiamo parlato di mare in tempesta. Il riferimento, infatti, è proprio alle difficoltà incontrate da Alessio durante questa fase. Forse le vicende e gli ostacoli più inusuali sono accaduti a lui, eppure è stato abbastanza motivato e determinato da raggiungere senza scusanti l’obiettivo prefissato.

“In effetti la seconda challenge è stata lunga. Il primo endorsement l’ho ottenuto dalla designer Maria Fossati, che lavora all’Istituto di Tecnologia di Genova e ha collaborato con un team per la progettazione di una mano robotica. Ci siamo sentiti in video call ed è stata di ispirazione la sua ambizione: non avendo un arto, ha deciso di superare molte sfide e di trovare una soluzione.

Poi ho fatto la mappatura dei restanti professionisti: all’inizio ho contattato tutti, ma dopo qualche settimana non aveva risposto nessuno.

Dopo aver contattato due professori, uno italiano e un altro estero, mi hanno detto di non essere le persone adatte a darmi l’endorsement. E dopo aver contattato un’altra professionista, ho scoperto che mi aveva bloccato.

Dal punto di vista emozionale ero a terra. Una persona mi aveva bloccato, altri non avevano voluto darmi l’endorsement.

Poi, poco tempo dopo ho partecipato a una Summer School.

Lì ho conosciuto altri Explorer, ragazzi e ragazze che come me stavano facendo la seconda challenge dell’Aurora Experience. E in quell’occasione ho incontrato Jacopo e conosciuto anche Filippo, già Fellow di Aurora. Abbiamo parlato e ci siamo dati consigli: ho ritrovato la motivazione per continuare le sfide proprio lì, parlando con loro.

Così ho contattato il prof. Berry dell’Università di Londra: all’inizio non mi aveva risposto. Allora non mi sono dato per vinto e ho contattato la referente degli studenti dell’università in cui insegna, ottenendo così un colloquio con lui.

Il prof. Berry fa ricerche sulle percezioni sensoriali del cervello, così gli ho fatto molte domande, parlando anche delle mie esperienze personali. Gli ho detto, ad esempio, che da piccolo durante le interrogazioni dimenticavo le lezioni studiate a casa. È stato interessante ma difficile, perché abbiamo parlato in inglese per tutto il tempo. Eppure, a due giorni dalla deadline ho avuto il secondo endorsement”.

Nel caso di Alessio, sarebbe stato facile lasciarsi prendere dallo sconforto. E a chi pensa di non essere all’altezza, Alessio ha da dire qualcosa:

“Bisogna portare avanti questa sfida come se fosse l’opportunità della vita.

Questi ostacoli non sono macigni, si può sempre trovare una soluzione, una visione alternativa.

Se non puoi arrivare alla persona direttamente, puoi sempre farlo in un altro modo e attraverso altre persone o risorse”.

Quando gli ho chiesto se c’è qualcosa che avrebbe fatto diversamente, mi ha risposto così:

“Avrei potuto fare di meglio sia con quelli che mi hanno risposto che con quelli che non l’hanno fatto. All’inizio le mail erano troppo generiche: mi presentavo come una persona qualunque che voleva intervistarli.

Poi, sbagliando ho imparato che in cambio bisogna dare qualcosa

e si sono resi disponibili appena l’ho fatto, proprio parlando della mia esperienza e dei miei progetti. Il prof Berry, ad esempio, mi ha risposto anche perché ho posto un interrogativo sulle sue ricerche. Ad alcuni professionisti, invece, ho chiesto consigli per implementare le loro idee nei miei progetti. Ho capito che bisogna creare quello stimolo per cui le persone abbiano interesse a parlare con te.

In effetti, Alessio ha anche un altro consiglio per chi sta affrontando la seconda challenge…

“Bisogna trovare la giusta combinazione tra le parole e…l’oggetto della mail!

All’inizio gli oggetti delle mie mail erano molto generali. Poi ho iniziato ad approfondire e a leggere pubblicazioni. Ho preso spunto proprio da quelle per scegliere l’oggetto della mail.

Ad esempio, visto che il prof. Berry si occupa dello studio del cervello, ho ricollegato l’oggetto al suo ambito di interesse. Ho utilizzato uno slogan in inglese presente nella sua ricerca e questo l’ha incuriosito alla prima lettura”.

Alessio sosterrà tra qualche mese la terza e ultima challenge dell’Aurora Experience. Quando gli chiedo cosa si aspetta dalla Fellowship, mi risponde così:

“Mi aspetto soprattutto di avere la possibilità di entrare in contatto con chi condivide le mie idee.

A volte hai l’idea giusta ma non sai con chi parlarne e con chi confrontarti.

Nel mio gruppo, ad esempio, sono l’unico che studia economia ed è interessato a questi temi. Anche per questo, mi piacerebbe entrare nella community dei Fellow”.

Poi Alessio ha il sogno di viaggiare e andare in Silicon Valley. Un nuovo viaggio, sempre con destinazione L’America.

Eppure, il mare in tempesta non farà più paura come la prima volta.

Continua così, Alessio!

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