2018: l’anno di Fabio Quagliarella

Matteo Pilotto
Calcio Datato
Published in
7 min readDec 30, 2018

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Il centravanti della Sampdoria sta andando in gol con una frequenza mai registrata prima in carriera.

È di nuovo quel periodo dell’anno in cui ci troviamo a commentare sbalorditi una genialata di Quagliarella. Dopo la rovesciata spettacolare al Napoli, il gol di tacco contro il Chievo ha portato a ricercare gesti tecnici simili: il sempre verde gol di Mancini, o quello feroce di Ibrahimovic in Italia-Svezia. È ormai una ricorrenza. È stato per tutta la carriera l’uomo capace di far sognare. Per i gol da distanze esagerate prima, e per le straordinarie acrobazie poi.

Quagliarella, è però oggi qualcosa in più. Siamo soltanto al giro di boa del campionato ed ha già superato i numeri di tutto il 16/17 (12 gol e 5 assist in queste 18 partite, 12 gol e 4 assist in 37 presenze al primo anno con Giampaolo). Cos’è cambiato quindi nel suo gioco? Quali sono gli aspetti che hanno caratterizzato la sua trasformazione?

Un Quagliarella più efficace

I tredici gol alla prima stagione con la Sampdoria sono rimasti il suo record personale in campionato fino alla passata stagione. Uno score ripetuto con le maglie di Udinese prima — nel 2008/2009 — e Torino poi — 2014/2015 — ma che ne aveva limitato la considerazione nazionale ed internazionale. Quagliarella è sempre stato quello dei gol impossibili, la seconda punta perfetta per affiancare un centravanti più fisico, capace di garantire 15 o più gol a stagione.

All’età di 34 anni, Quagliarella ha però trovato la sua stagione più prolifica:19 gol in 35 partite in campionato e record personale aggiustato di 9 reti a confondere i limiti realizzativi evidenziati nelle stagioni precedenti. Ma non si è accontentato. Sta viaggiando ad una media di 0.67 gol a partita, una primavera realizzativa ancor più esaltata dal solo gol realizzato su calcio di rigore, gol che nell’ultimo campionato avevano rappresentato il 36.8% del totale delle sue realizzazioni (7 su 19).

Rispetto alle ultime cinque stagioni non ha cambiato la sua attitudine al tiro (3.4 conclusioni nel 15/16, 3.5 nel 16/17, 3.6 nel 17/18 e 3.3 in questo inizio di stagione), sono invece cambiate le modalitá con le quali Quagliarella cerca la porta. La crescita nei valori di xG per conclusione (0.10 nel 15/16, 0.15 nel 18/19) segnala come stia andando al tiro in situazioni più pulite, con una più alta probabilità di andare in gol, un trend confermato dagli 0.43 NPxG (Expected Goals al netto dei calci di rigore) nei 90’, un valore mai registrato prima in carriera.

Al netto dei calci di rigore, Quagliarella per la prima volta in carriera ha una media gol superiore a quella degli xG

La sua straordinaria capacità di segnare gol impensabili, fuori dai parametri della normalità, lo portava in passato a colmare soltanto parzialmente i limiti in fase realizzativa. Nelle ultime cinque stagioni non era mai riuscito a overperformare, a realizzare un numero di gol maggiori a quelli attesi. Al contrario, in queste prime 18 partite di campionato, il suo numero di NPxG è decisamente inferiore rispetto al numero di gol realizzati (8.96 xG, 12 gol).

Non solo Quagliarella è diventato abile nel massimizzare le opportunità da gol presentatesi, ma ha anche mantenuto la capacità di andare a segno in situazioni inattese, una volta caratteristica principale del suo stile di gioco ed oggi soltanto complemento alle sue qualità da finalizzatore. È più brillante in fase di conclusione ma anche più continuo in fase realizzativa. Prima dell’inizio dello scorso campionato Quagliarella andava in gol una volta ogni 233’, nelle ultime due stagioni ha saputo alzare notevolmente la sua frequenza-gol, andando a segno ogni 139’, con una media di 0,58 realizzazioni a partita.

Effetto Giampaolo

Se la prima stagione sotto la guida di Giampaolo lo aveva visto ancora seconda punta in supporto di Schick o Muriel, dalla passata stagione Quagliarella ha avuto la possibilità di sfruttare le sue superiori qualità tecniche negli ultimi metri di campo. Come evidenziato dalle heatmap, l’ex-attaccante di Torino e Juventus ha modificato la sua zona di azione, avvicinandosi alla porta e andando a toccare un maggior numero di palloni nell’angolo sinistro a ridosso dell’area di rigore, facilitando così l’utilizzo del piede destro per dialogare con i compagni o per concludere verso la porta.

Heatmap di Quagliarella in Serie A nel 16/17 (prima heatmap), nel 17/18 (seconda heatmap) e nel 18/19 ( terza heatmap)

Il nuovo ruolo ritagliatogli da Giampaolo lo porta a privilegiare la conclusione da zone più prossime alla porta. Se gli inizi della carriera di Quagliarella lo vedevano protagonista di gol realizzati da distanze improbabili, dall’inizio dello scorso campionato il 27 blucerchiato non é mai andato al gol da fuori area ed ha fortemente alzato il numero di conclusioni all’interno dell’area piccola (11% in questo campionato, 8.9% nel 16/17, 6.1% nel 15/16). Ha saputo lavorare sui suoi limiti, smussare gli angoli delle sue caratteristiche per dare alla Sampdoria un maggior numero di gol. A provarlo il numero di gol realizzati sugli sviluppi da calcio da fermo: 5 nei precedenti quattro campionati, 4 su 12 in questo inizio di stagione, tre dei quali realizzati di testa (lo stesso numero di gol segnati negli ultimi tre campionati).

Quagliarella sta dando prova di aver saputo lavorare sul lato più carente del suo ruolo da finalizzatore, aggiungendo nuovi elementi alla sua combinazione unica di talento e abilità acrobatiche e dandosi cosí l’opportunità di sfruttare con maggior continuità le occasioni presentatesi in area di rigore.

Guardando all’evoluzione realizzativa della Sampdoria rispetto alla passata stagione risulta impossibile non notare come Quagliarella stia ricoprendo un ruolo decisivo nel manternere i blucerchiati a ridosso della zona Champions League. Tra gol ed assist, ha partecipato attivamente al 50% del totale delle realizzazioni dei blucerchiati, in aumento rispetto al 44.6% della scorsa Serie A e alle percentuali fatte registrare in carriera. Non ha mai avuto un peso cosí forte sul totale dei gol di squadra.

A 18 anni dall’esordio in Serie A (14 Maggio 2000 con la maglia del Torino) Quagliarella ha trovato in Giampaolo il tecnico ideale per completare il suo percorso. In una Sampdoria che alza le due mezzali sulla linea del trequartista in fase di possesso nella metà campo avversaria, ha imparato ad offrire un’alternativa alla sola profondità, adattandosi alle caratteristiche del compagno di reparto — oggi Defrel o Caprari, entrambi ambituati a farsi trovare nello spazio — e rendendosi sempre più disponibile nel fraseggio stretto con il centrocampo blucerchiato.

Protagonista in costruzione

Giampaolo sembra aver capito come elevare l’impatto di Quagliarella sulla partita, permettendogli di sfruttare al meglio le sue caratteristiche senza tenerlo fuori dalla costruzione della manovra. Le statistiche relative al numero medio di passaggi tentati (22.9 a partita) mostrano un Quagliarella molto più coinvolto rispetto alle ultime stagioni, con valori inferiori soltanto alla sua prima stagione a Torino in maglia bianconera (26.8 a partita).

Quagliarella attacca il primo palo tra Koulibaly e Albiol, protegge palla e assiste Defrel per il 2–0 nel match contro il Napoli

Gli 1.2 passaggi chiave registrati nello scorso campionato e in queste prime 17 partite — in aumento rispetto ai 0.87 del 16/17 — sono un segnale di come Quagliarella stia crescendo anche in termini di capacità di utilizzare le proprie caratteristiche per massimizzare l’efficacia dell’impatto offensivo dei compagni. Non incide soltanto con i gol ma sa anche essere più decisivo nelle ultime fasi di assistenza: 1 assist ogni 740' — 34 in totale — nelle prime 367 partite in carriera, 1 ogni 391' — 11 in 53 partite — dall’inizio dello scorso campionato.

Il recente rinnovo, arrivato nonostante i crescenti e numerosi interessi di club italiani ed europei, conferma come Quagliarella sia perfettamente conscio di trovarsi oggi nella miglior situazione possibile in carriera, sotto la guida dell’allenatore che più di tutti sa esaltarne le caratteristiche. I suoi numerosi trasferimenti lo hanno forzato ad un continuo processo di adattamento, forze spesso esterne al suo volere lo hanno spinto a cambiare città o bandiera rendendolo tuttavia capace di apprezzare ancor di più la centralitá trovata nel progetto tecnico di questa Sampdoria.

A 35 anni c’è chi rimpiange una carriera al di sotto del proprio potenziale o chi ne sfrutta gli insegnamenti per abbracciare il cambiamento, crescere, ed aggiungere qualcosa al proprio bagaglio tecnico o tattico. Fabio Quagliarella sta dando prova di non far parte della prima categoria.

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