Misurare il pressing offensivo

Matteo Pilotto
Calcio Datato
Published in
7 min readDec 13, 2018

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Abbiamo utilizzato il PPDA per capire come difendono i club europei.

Palle gol create, Goal Score Rate, differenza tra gol ed Expected Goals, tutte misure adatte a valutare la pericolosità e la capacità realizzativa di una squadra. Ed il pressing? In un calcio in cui l’altezza della linea difensiva assume una sempre più considerevole rilevanza nel determinare lo stile di gioco di una squadra, il pressing viene lasciato fuori dai parametri di analisi oggettiva, lasciato ad interpretazioni soggettive, trascurato.

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Ecco quindi in nostro soccorso il PPDA. Il PPDA o Passes allowed Per Defensive Action nasce dalla necessità di quantificare l’intensità del pressing di ogni squadra e viene calcolato dividendo il numero di passaggi concessi nella metà campo avversaria per il numero di azioni difensive intraprese, intese come tentativi di intercetto, contrasti (vinti e persi) e falli commessi. Il risultato sarà quindi un indicatore della frequenza con cui una squadra intraprende un tentativo di riconquista del pallone nelle prime fasi della costruzione della manovra avversaria, permettendo di misurarne attitudine difensiva ed aggressività in maniera oggettiva e comparabile.

Maggiore sarà il pressing offensivo portato da una squadra e minore sarà il valore del PPDA. Al contrario una squadra che preferisce difendere più vicino alla porta avrà un PPDA più alto, risultante dal maggior numero di passaggi concessi nella metà campo avversaria prima di intraprendere un tentativo di riconquista del pallone.

Un calcio trasversale

Le influenze del calcio moderno, spesso contrastate da principi di gioco tradizionali, fanno sì che l’attitudine al pressing di una squadra sia fortemente figlia della visione del singolo progetto tecnico più che dalla tendenza del campionato. Il risultato è una sempre minor differenza tra le cinque principali leghe europee evidenziata dai valori medi di PPDA nelle ultime due stagioni.

PPDA medio per campionato nelle ultime due stagioni

Il primo posto della Liga come campionato dalla maggior intensità media del pressing non può sorprendere quanto l’ultimo della Bundesliga, patria del gegenpressing e di allenatori che dell’immediato recupero del pallone hanno fatto il credo principale della loro struttura tattica. Le differenze tra i campionati sono tuttavia sottili, soltanto due passaggi separano la Liga dalla Bundesliga, con Ligue 1, Serie A e Premier League che presentano valori inclusi nel range definito dai campionati spagnolo e tedesco.

Sicuramente più interessante è il dato riguardante la variabilità all’interno di ogni singolo campionato. In tal senso, la Liga si dimostra ancora la lega con la maggior uniformità in termini di pressing offensivo — varianza¹ pari a 3.58 — a conferma di come i club spagnoli abbiano dovuto alterare meno, rispetto agli altri, la propria natura tattica per rimanere competitivi in ambito europeo.

Varianza tra i valori di PPDA all’interno di ogni campionato

Seppure il confronto con i valori della passata stagione porti a pensare come la variabilità all’interno del singolo campionato tenda a diminuire con l’aumentare del numero di partite giocate, il trend della Bundesliga segnala un cambiamento forte ed esteso. Ultima per intensità del pressing, la Bundes è anche il campionato con la maggior variabilità interna tra i diversi club — varianza passata da 2.32 a 7.74 — in forte controtendenza rispetto ai valori della passata stagione (seconda per uniformità nello stile del pressing).

Cambiamento

Il forte moto di cambiamento dei club tedeschi è strettamente legato ai numerosi avvicendamenti in panchina tra la fine della passata stagione (vedi Labbadia al Wolfsburg) e l’inizio di quella nuova (vedi Weinzierl a Stoccarda). Se a Lipsia la trasformazione del ds visionario Rangnick in uomo di campo rappresenta soltanto un ponte per il già annunciato Neigelsmann, l’arrivo di Favre a Dortmund ha alterato gli equilibri della Bundesliga.
Il tecnico svizzero ha iniziato la sua avventura in territorio tedesco andando a spostare il credo che aveva contraddistinto il Borussia Dortmund sin dagli anni di Klopp, un pressing intenso ormai sfumato in un’inefficace tentativo di restare fedeli ai principi di origine. Se il tentativo di Tuchel di normalizzare la fase difensiva dei gialloneri era andato a vuoto, l’arretramento della linea difensiva — PPDA passato dal 7.48 della passata stagione al 12.16 di queste prime 14 partite — unito ad una costante costruzione del gioco dal basso ha permesso a Favre di trasformare il Dortmund nella principale forza del campionato tedesco.

In Premier League la diversa attitudine al pressing è legata allo scontro fra la tradizione del calcio inglese e l’affluenza internazionale di idee a volte sperimentali, evolutesi nel tempo grazie alla competizione tra i migliori tecnici al mondo. Pochettino per primo — sin dall’epoca-Southampton — è stato precursore di un atteggiamento difensivo ai tempi unico nel campionato inglese (PPDA pari a 9 per il Southampton nel 2013/2014). Il suo Tottenham è oggi la seconda squadra, dopo l’Arsenal di Emery, per intensità del pressing — PPDA pari a 8.6 per l’Arsenal, 9.3 per gli Spurs — mettendosi alle spalle Manchester City — PPDA pari a 9.8 — ed il Chelsea di Sarri, trasformato dopo l’era Conte ed il cui PPDA è sceso radicalmente da 12.3 a 9.6, terza squadra in Premier.

L’evoluzione del pressing delle squadre allenate da Guardiola e Klopp mostra invece un trend opposto. Il Liverpool è passato in due anni da 7.2 PPDA a 11.5 mentre il City di questo inizio di campionato ha una media di 9.8 PPDA, 3.4 in più rispetto alla passata stagione. Entrambe le contendenti al titolo hanno cambiato la gestione del recupero palla, portando un pressing meno ossessivo, ragionato, che potrebbe essere la risposta ad una Premier League sempre più caratterizzata da squadre capaci di gestire con qualità la costruzione dal basso della manovra.

In Serie A il cambiamento trova forma nelle rivoluzioni di due tecnici come Ancelotti e De Zerbi ma anche nelle necessità di Roma e Milan di far fronte a difficoltà inaspettate. Se il Napoli di quest’anno è una squadra meno insistente nella ricerca dell’immediato recupero del pallone — da 9.5 a 11 passaggi concessi nella metà campo avversaria — e più veloce nel ricercare la verticalizzazione, il Sassuolo, al contrario, sotto la guida del tecnico ex-Benevento, è passato dal dodicesimo al sesto posto — da 12.1 a 9.6 PPDA — tra le squadre di Serie A con la maggior intensità del pressing offensivo.

PPDA dei club di Serie A dopo le prime 15 partite

Di Francesco e Gattuso sembrano essere in balia di forze esterne che hanno costretto Roma e Milan ad adattarsi al cambiamento. La Roma è una squadra che sembra aver perso le sicurezze della passata stagione e che ha fortemente abbassato il baricentro passando dall’essere la seconda squadra di Serie A per intensità del pressing — 8.6 PPDA — a condividere il decimo posto — 11.2 PPDA — con Empoli e Cagliari. Sulla sponda rossonera, l’emergenza infortuni ha costretto Gattuso ad esasperare un atteggiamento che già da inizio stagione risultava più prudente rispetto a quello del passato, relegando il Milan al quint’ultimo posto in Serie A — 13.4 PPDA — per intensità del pressing offensivo.

Outliers

Posizione in classifica e attitudine al pressing hanno una correlazione troppo bassa — r² pari a 0.183 — per far considerare il rendimento in campionato come il principale fattore a dettare stile ed altezza della fase di recupero palla di una squadra.

Sono piuttosto influenze internazionali e credo calcistico ad avere un’incidenza decisiva sui principi di gioco. La liberalizzazione del mercato del lavoro nel mondo del calcio ha portato ad un continuo flusso di stili ed innovazioni che stanno scombussolando le tradizioni di molti se non tutti i campionati europei. È così che tra le squadre col pressing più spregiudicato troviamo il miracolo Eibar o il Torino di Mazzarri accanto al PSG di Neymar e Mbappè. Allo stesso modo l’Atletico di Simeone presenta caratteristiche più vicine al Leicester di Puel — 10.7 PPDA per i colchoneros, 10.9 per il Leicester — piuttosto che al Betis di Quique Setien.

Clicca sull’immagine per scoprire l’atteggiamento difensivo dei club europei

Ci sono ormai chiari atteggiamenti offensivi e difensivi che vanno oltre i confini dei campionati e vanno a definire delle categorie trasversali dentro le quali possiamo trovare squadre di diverso rango e geografia. L’utilizzo del PPDA come strumento comparativo tra club, campionati ed allenatori fornisce un’istantanea oggettiva sull’atteggiamento difensivo di una squadra, dando la possibilità di valutarne l’evoluzione nel tempo, di partita in partita. L’ampio range di valori riscontrati suggerisce come il calcio europeo sia ormai una battaglia di ideologie che raccoglie sempre più sfumature, propone una forte diversità nel modo di difendere e sottolinea come la forza delle idee dei singoli allenatori stia assumendo un peso sempre più importante nel definire caratteristiche e attitudini difensive nel calcio moderno.

¹La varianza misura la dispersione della distribuzione attorno alla media, in questo caso la media del PPDA. Maggiore è la varianza e maggiore sarà il discostamento dalla media dei singoli club in quel campionato.

Dati Understat

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