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L’efficacia del non possesso

Matteo Pilotto
Calcio Datato
Published in
11 min readJan 16, 2019

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Tenere l’avversario lontano dalla propria porta è sinonimo di efficacia difensiva?

Dopo aver analizzato la Deep Completion e la sua relazione con i risultati dei club dei cinque principali campionati europei, è ora il momento di spostare l’attenzione sull’Opponent’s Deep Completion — passaggi concessi negli ultimi 18 metri di campo cross esclusi — e sulla sua importanza nello spiegare solidità difensiva e posizione in classifica di una squadra.

Se la DC ci ha permesso di valutare l’importanza del possesso offensivo, la ODC ci consentirà di verificare l’efficacia del non possesso, capire le diverse attitudini dei club europei e ricercare eventuali caratteristiche distintive dei singoli campionati. Concedere pochi passaggi nei pressi della propria porta è segnale di efficacia della fase di non possesso o soltanto di uno specifico atteggiamento difensivo?

Confronteremo i risultati della ODC con quelli della DC per capire quale, tra le due, sia un miglior predittore degli eventi che caratterizzano l’andamento di una partita.

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Fase difensiva

Una bassa ODC può indicare abilità nel recuperare il pallone nei primi attimi delle fasi di non possesso, capacità nel sporcare la circolazione avversaria nelle zone prossime alla porta difesa o controllo del gioco. Maggiore sarà il tempo passato con il pallone tra i piedi e minore sarà la possibilità per gli avversari di completare un elevato numero di passaggi negli ultimi 18 metri. Ma una bassa ODC può essere anche segnale di squilibrio ed evidenziare un atteggiamento spregiudicato che permette agli avversari di rendersi pericolosi con un minor numero di passaggi.

Al pari della DC, l’analisi della ODC rappresenta uno strumento per interpretare lo stile difensivo di una squadra — una linea bassa porterà l’avversario a toccare più palloni nei pressi della porta — e meglio valutare l’efficacia nel costringere gli avversari a sviluppare gran parte delle proprie azioni offensive sulle corsie laterali.

l’ODC dei 98 club europei suddivisi per campionato, più bassa è l’ODC e minore sarà il numero di passaggi concessi negli ultimi 18 metri

Nei cinque principali campionati europei sono Bayern Monaco e Juventus le squadre con la minore ODC: soltanto 2.53 passaggi a partita concessi dai bavaersi, 3.05 dagli uomini di Allegri. Sono numeri che abbattono le probabilità di concedere agli avversari un’occasione da gol e, per entrambe, segnalano un miglioramento rispetto alla passata stagione (3.44 per il Bayern, 3.58 per la Juve). Dietro di loro, quattro francesi — Lione (3.53), Marsiglia (3.67), PSG ( 3.72) e Montpellier (3.74)— precedono il City di Guardiola, sesto con un’ODC pari a 3.86.

La presenza di cinque squadre d’oltralpe tra le prime dieci — alle citate quattro si aggiunge il Dijon in decima posizione con 4.05 passaggi — trova spiegazione nei valori medi di DC del campionato transalpino. La Ligue 1 è infatti la lega le cui squadre viaggiano alla media più bassa di passaggi completati negli ultimi 18 metri: soltanto 4.7 a partita, ben 1.3 in meno della Liga penultima — DC pari a 6.00 — ma il cui distacco dalla Premier League (prima con 6.44) è di solo 0.44 passaggi. Un trend in linea con i valori della passata stagione (4.97 ODC e ultimo posto) e che, supportato dai soli 1.26 xG (expected goals) generati in media dai club francesi a partita, evidenzia una generale difficoltà nel creare occasioni da gol.

Valori di ODC più omogenei per fascia e campionato

Come per la Deep Completion, abbiamo analizzato il cambiamento della ODC in base a posizione e campionato, dividendo la classifica in cinque diverse fasce (o cluster) — ognuna composta da quattro squadre— per valutare differenze ed eventuale consistenza tra club occupanti le stesse posizioni.

Risulta evidente dal grafico come il gap più significativo sia quello tra le squadre tra il primo ed il quarto posto e le altre, con una media che passa dai 4.46 passaggi concessi a partita della prima fascia al 5.82 delle squadre tra quinto e ottavo posto (1.36 passaggi di differenza), per poi salire gradualmente fino al 6.84 dell’ultimo gruppo, soltanto 1.02 passaggi in più del secondo. Rispetto alla DC, c’è una maggiore consistenza tra i diversi club europei, testimoniata da una varianza¹ che passa dallo 0.9 delle prime quattro al 2.88 dell’ultima fascia, dove al Frosinone, peggiore squadra in Europa per passaggi concessi negli ultimi 18 metri (10.89 a partita), si oppongono Dijon, Guingamp (4.63) e Huddersfield (4.91).

Varianza e media di ODC per fascia nei 5 principali campionati europei

Abbiamo però imparato dall’analisi della DC come lo scenario generico spesso discosti da quello definito in ogni singola lega, con le caratteristiche distintive di ogni paese ad incidere profondamente sulle attitudini dei club.

Se la Ligue 1 è il campionato più consistente per passaggi concessi negli ultimi 18 metri — varianza uguale a 0.52 — con discordanze minime anche tra prima (ODC media pari a 4.1) e quinta fascia (ODC media pari a 4.91), la Serie A si presenta invece come la lega con le maggiori differenze in termini di ODC (varianza pari a 3.36). Una mancanza di omogeneità che vede il gap più ampio tra le prime dodici e le altre(evidenziato nel grafico dal forte sbalzo nelle linee dei valori medi tra terza e quarta fascia) e che si contrappone ad una generale consistenza nell’Opponent’s Deep Completion tra le squadre italiane appartenenti alla stessa fascia.

Premier League e Bundesliga presentano situazioni simili anche per quanto riguarda la Opponent’s Deep Completion: forte gap tra le prime quattro e le altre, e generale consistenza all’interno delle varie fasce rotta soltanto dalla forte dissonanza tra i valori di Bayern Monaco e Borussia Moenchengladbach nella prima fascia tedesca — 2.53 per il Bayern, 6.59 per il Borussia — e dalla singolarità Huddersfield nella quinta fascia inglese.

Varianza e media dell’ODC per fascia n Premier (sx) e Bundesliga (dx)

La squadra allenata da David Wagner, al momento ventesima con la sesta peggior difesa, è la quinta squadra in Premier per passaggi concessi negli ultimi 18 metri (4.91). Un’anomalia che può essere spiegata con l’atteggiamento aggressivo in fase di non possesso dei Terriers: un pressing esercitato sin dagli attimi seguenti la perdita del pallone — PPDA pari a 9.9, sesta squadra in Premier — che espone la difesa ad un rischio elevato, permettendo agli avversari, una volta saltata la prima linea di pressing, di arrivare in porta con un minor numero di passaggi.

Spostando l’attenzione sul campionato spagnolo non possiamo fare a meno di notare come non sia una big la squadra con la più bassa ODC bensì il solito Eibar con soltanto 4.26 passaggi concessi a partita. Solito perchè la nostra analisi del pressing offensivo nei cinque principali campionati europei aveva già evidenziato come l’Eibar fosse la squadra, in Europa, a concedere il minor numero di passaggi prima di intraprendere un’azione difensiva (fallo o tackles).

Oltre al caso Eibar, lo scenario non cambia. La Liga si conferma il campionato in cui attitudini offensive e difensive si confondono a prescindere dalla posizione, dove Barcellona (4.68), Real Madrid (4.74) e Atletico (4.95) viaggiano su valori prossimi a quelli di Athletic Bilbao (4.79) e Leganes (5.42) e dove la correlazione tra ODC e risultati fatica a trovare sostanza.

In Serie A, l’ODC è fortemente correlata alla posizione in classifica

Qual è quindi la correlazione tra ODC ed efficacia difensiva di una squadra? L’ODC è un miglior predittore della posizione in classifica rispetto alla DC?Anche in questo caso abbiamo cercato la risposta attraverso l’analisi di una regressione lineare in cui la posizione in classifica rappresenta la variabile dipendente, e dove l’ODC rappresenta la variabile indipendente. La necessità di svolgere l’analisi su un campione largo ci ha portato a considerare anche i valori di posizione e ODC del passato campionato, da qui, nei grafici, la presenza di due simboli per club.

L’R² (R-squared) o coefficiente di determinazione — definito su un range da 0 a 1— ci permetterà di capire se l’ODC abbia o meno una forte rilevanza nel determinare la variabile sotto analisi (in questo caso la posizione in classifica). Più R² presenterà valori vicini ad 1 e maggiore sarà la forza della correlazione, al contrario un R² più vicino allo zero sarò segnale di una scarsa capacità dell’ODC di predire le variazioni sulla variabile dipendente.

es. con la posizione in classifica come variabile dipendente e la ODC variabile indipendente, un R²=0.8 significa che una variazione della ODC spiega l’80% delle variazioni della posizione in classifica.

Analizzando i club di tutti e cinque i principali campionati europei, la ODC si dimostra un peggior predittore della DC nello spiegare la posizione in classifica. Lo 0.326 dell’R², inferiore al 0.404 registrato dalla DC, invita nuovamente a ricercare nelle pieghe dei singoli campionati dei motivi comuni che permettano un’analisi più specifica del fenomeno in questione.

Correlazione tra ODC e posizione in classifica nei cinque campionati europei con linea tendenziale

Ancora una volta l campionato italiano. tra i cinque, si dimostra come quello dove la correlazione tra ODC e posizione in classifica è più forte. La Serie A presenta infatti valori lontani da quelli riscontrati a livello generale mostrando come l’attitudine difensiva delle squadre italiane sia addirtitura un miglior predittore della posizione in classifica rispetto alla Deep Completion (R² pari a 0.715 per la DC, 0.775 per la ODC).

Negli altri campionati, invece, i valori che descrivono la forza della relazione tra ODC e classifica sono di poco superiori a quelli generali — R² pari a 0.388 per la Ligue 1, 0.439 per la Premier. 0.480 per la Bundesliga — con la sola eccezione della Liga, la cui forte eterogeneità negli stili difensivi dei propri club rende pressocchè nulla la correlazione tra passaggi concessi negli ultimi 18 metri e posizione — R² di poco superiore allo zero — confermando così la sensazione già maturata nell’analisi per fasce.

ODC e occasioni concesse

Il numero di passaggi concessi negli ultimi 18 metri si è rivelato adatto a predire i risultati di una squadra soltanto nel campionato italiano, mostrando invece una parziale correlazione negli altri campionati. Spostiamo quindi ora l’analisi sul rapporto tra ODC ed efficacia difensiva misurata attraverso gli expected goals concessi (xGA).

Un veloce sguardo al grafico sotto contribusce a fornire una immediata sensazione di cambiamento rispetto all’analisi precedente. I simboli dei club, ora più vicini alla linea tendenziale, sono segnale di una correlazione più forte, un trend che esula dal singolo campionato italiano e che si estende a Premier League e Bundesliga.

Correlazione tra ODC e xGA nei cinque campionati europei con linea tendenziale

I valori dell’R² eccedono infatti lo 0.6 in tre delle cinque leghe: 0.674 in Bundesliga, 0.678 in Premier e 0.711 in Serie A, con quest’ultima che si dimostra ancora una volta il campionato dove la Opponent’s Deep Completion ha un legame più forte con la capacità di concedere un limitato numero di occasioni da rete. Liga e Ligue 1 continuano invece ad evidenziare una correlazione più debole rispetto alle altre leghe. L’ODC, da sola, non basta a spiegare la solidità difensiva dei club spagnoli e francesi, le cui attitudini si confondono a prescindere dalla posizione in classifica.

Clicca sull’immagine per accedere al grafico interattivo

Qual è quindi tra DC e ODC il miglior predittore dei risultati del campo?

Ancora una volta l’analisi macro dei cinque campionati non ci ha fornito una risposta significante, spingendoci a cercare la risposta all’interno dei singoli campionati:

  • La Liga si conferma il campionato più difficile da inquadrare. La correlazione tra ODC e posizione in classifica si è dimostrata nulla e la forte diversità negli stili difensivo limita fortemente la valenza dell’ODC come parametro per la predizione del numero di occasioni concesse all’avversario.
  • Premier League e Bundesliga si confermano i due campionati che presentano la maggior diversità in termini di accortezza difensiva. Seppur in maniera limitata rispetto alla DC, la ODC è un buon indicatore della solidità difensiva delle squadre inglesi e tedesche.
  • In Ligue 1 l’omogeneità mostrata nell’analisi della DC trova conferma qui, con l’unica eccezione rappresentata dai valori del PSG, notevolmente sopra la media in termini di DC ed invece in linea o addirittura superiori a quelli delle altre per quanto riguarda il numero di passaggi concessi negli ultimi 18 metri (terza squadra in Ligue 1).
  • La Serie A si conferma il campionato dove l’analisi di possesso e non possesso trova maggior rilevanza nello spiegare gli eventi del campo. Rispetto alla DC dove la differenza più evidente veniva riscontrata tra le prime otto e le altre, per l’ODC il gap maggiore è definito tra la terza e la quarta fascia, con le prime dodici del campionato — ad eccezione del Parma — che non concedono più di 6 passaggi in media a partita negli ultimi 18 metri.

La capacità nel portare con maggior frequenza il possesso negli ultimi metri di campo si è dimostrata un miglior predittore del potenziale offensivo di una squadra rispetto a quanto lo sia stata la capacità di tenere l’avversario lontano dalla porta della solidità difensiva. La ragione va ricercata nell’atteggiamento tattico di alcuni club europei, la cui spregiudicatezza porta l’avversario a raggiungere la porta più velocemente, attraverso un minor numero di passaggi, e ad avere così una bassa Opponent’s Deep Completion figlia non di una maggior solidità ma semplicemente di uno squilibrio difensivo.

Oltre ad eccezionalità come Huddersfield, Dijon ed Eibar, lo scenario europeo ha mostrato una generale eterogeneità contrastata da una forte consistenza nei valori di ODC dei principali club europei. Sebbene un basso numero di passaggi concessi negli ultimi 18 metri non si sia dimostrato sufficiente nel garantire una buona posizione in classifica, i valori di ODC di diciotto dei venti club europei attualmente nelle prime quattro posizioni — tutti inferiori a 5.3 — dimostrano come nell’elite del calcio europeo non ci sia spazio per squadre disposte a concedere all’avversario il controllo delle zone prossime alla propria porta.

¹ La varianza identifica la dispersione dei valori della variabile X attorno al valor medio. Tanto più piccola è la varianza, tanto più i valori di ODC sono concentrati attorno al valor medio.

² L’R², o coefficiente di determinazione, è una proporzione tra la variabilità dei dati e la correttezza del modello statistico utilizzato. Esso misura la frazione della varianza della variabile dipendente espressa dalla regressione.

Dati Understat

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