Conquistare l’online: i canali social

Social Network, nemici amici così titolavo il terzo capitolo della mia tesi a gennaio di questo strano 2020.
Sembra il titolo di un film tragicomico arricchito da un lieto fine educativo che lo rende immediatamente un capolavoro.

Il rapporto con i social ha davvero qualcosa di tragicomico e istruttivo, ma dobbiamo impegnarci per renderlo un capolavoro.

La comunicazione social corre, arriva ovunque raggiunge chiunque e tocca temi apparentemente distanti. Questa caratteristica è il miglior pregio e il peggior difetto del mondo digitale.

La capillarità dei social network permette al museo di raggiungere utenti che diversamente non raggiungerebbe, intercettare il non pubblico (potenziali fruitori che non conoscono il museo, non sono interessati a conoscerlo né a visitarlo) e potenzialmente di avviare una comunicazione.

I social arrivano là dove la comunicazione tradizionale non arriva — o fatica ad arrivare — e così facendo diffondono la cultura anche in luoghi meno accessibili. Inoltre le informazioni che diffondiamo si propagano molto velocemente permettendo di sviluppare una interazione in tempo reale.
Tutti elementi che consentono e incoraggiano la nascita di una community, riunita e accomunata da una passione comune. Avere una community solida e attiva porta a una buona interazione online che può trasformarsi in una partecipazione offline altrettanto soddisfacente.

Photo by Ian Schneider on Unsplash

Capillarità e velocità possono diventare caratteristiche negative, ostacoli difficili da affrontare. Ciò accade soprattutto quando si verificano momenti di tensione, vere e proprie crisi da gestire in modo professionale e cercando di cogliere sempre gli aspetti più utili ed educativi: appurato che qualcosa è andato storto è utile capire perché il pubblico è rimasto deluso e cercare un confronto, tutti consigli apparentemente semplici ma molto complessi da mettere in atto in un momento di tensione.

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