Una paziente, il suo ricovero in Ospedale e la <comunicazione diseguale>

salvo fedele
Chi più sa… meno crede
3 min readApr 20, 2016

Si chiama “comunicazione diseguale” ed una paziente un po’ particolare l’analizza per raccontare il suo ricovero in ospedale.

Il risultato è un vero manuale di autodifesa che permette anche di capire l’origine del sentirsi trattati un pochino male… una volta superata la fatidica soglia. Un manuale di autodifesa gentile (“scusate se offendo qualcuno, ma…”) molto diverso da quello che è il modo di presentarsi dei “manuali di autodifesa” cui siamo abituati.

Dal catalogo il pensiero scientifico editore

Un libro di poche pagine intorno al quale si potrebbero scrivere “insieme”
migliaia e migliaia di pagine da utilizzare per <formare> a una modalità completamente diversa di affrontare la conversazione con i pazienti, prima ancora che la relazione di cui si parla sempre.
Scrivere insieme è l’invito costante dell’autrice (che vi propone anche ottimi esercizi per capire a fondo quello che intende con le sue parole).

In realtà alla comunicazione diseguale i medici (e tutto il personale sanitario) sono addestrati fin dai primissimi anni dell’Università e poi…
la comunicazione diseguale continua ad imperare, allo stesso modo, fino ai corsi ECM dei giorni nostri.
Così che i medici (alla fine) non si rendono conto di parlare e agire a quel modo lì, tanto è naturale e intrinseco alla modalità cui sono stati <plasmati> per comunicare e interagire.

La comunicazione diseguale accomuna personaggi di spicco della cultura medica anche molto distanti tra loro. Le scuole di medicina come le società scientifiche utilizzano strumenti assai diversi per raggiungere ottimamente l’addestramento di massa a questa perversa modalità di comunicare.

Un presidente di una “prestigiosa” società scientifica obbliga ancora adesso (AD 2016) i neo-specializzandi all’obbligo del “regalo” dalla lista perennemente aperta a suo nome:
- la relazione diseguale giustifica la comunicazione diseguale.

Un altro li obbliga ad ascoltare in silenzio le sue “preziose” dissertazioni.
Si ascolta in silenzio e poi (al più) si finge di tollerare qualche domanda:
- così dovrete fare con i vostri pazienti!

Un illuminato esponente della moderna medicina italiana disserta sulle pagine del più diffuso quotidiano italiano per difendere una causa giusta offendendo in massa il gregge di medici oggetto della sua <comunicazione diseguale>:
- “potrete rifarvi con i vostri pazienti”… (dovrebbe aggiungere nella chiusa finale).

Ho letto tutto d’un fiato (letteralmente rapito) questo libricino (*) di poche pagine, poco più di 100, in formato elettronico e che in questo formato costa meno di 5 euro e di cui l’autrice non trattiene neppure i diritti d’autore, regalandoli all’amico “responsabile” delle sue disavventure.
Per donare non solo le sue idee, ma anche un contributo economico al “cambiamento possibile”.

Tutte informazioni irrilevanti, ma che spero servano a un obiettivo:
- se non credete possibile che un libro possa aiutare un processo di cambiamento più di mille parole “raccolte” dai palchi della vanità…
tentate con questo e fatemi sapere.

Se qualche cosa sarà successo alla vostra maniera di intendere <l’essere persona umana> (prima che medici o infermieri) il risultato non sarà da poco… e non solo per voi:
- la comunicazione diseguale condiziona pesantemente i risultati dell’assistenza sanitaria. Gli esempi fatti dall’autrice (e quelli che la vostra memoria vi restituirà con la riflessione aperta dalla lettura) non vi lasceranno dubbi.

Tra l’altro tutto il mondo particolare della relazione professionale con i bambini e i loro genitori meriterebbe altre pagine e altre considerazioni.

Chissà che un giorno un bambino o il bambino che è in noi non possa farlo.

E per restare nel sogno… l’autrice del libro, professoressa Lucia Fontanella sarebbe la candidata ideale per la direzione di un possibile progetto healthtalk.org [Italia]. Progetto di cui ho scritto in un post recente in ricordo di Andrew Herxheimer.

ps - avvertenze finali: 
La protezione elettronica del libro è <social DRM>, il ché significa che l’editore ha fatto una scelta inusuale, come per tutti i libri che pubblica: il testo si può copiare e citare e quel che copiate potrete inviare per email o stampare. La difesa più antica contro il plagio (che in altre culture è considerato reato vero).
Ovvero: fate quel che la vostra coscienza vi permette di fare.
Ed inoltre il libro si può comodamente scaricare più volte su tutti i vostri device (computer, telefonino, etc): al bisogno dunque disponibile per tutte le forme di "autodifesa mediante citazione".

Note
(*) scoprirete leggendo il significato dei diminuitivi nella comunicazione…

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salvo fedele
Chi più sa… meno crede

pediatra a Palermo; mi piace scrivere, ma cerco di non abusare di questo vizio per evitare di togliere tempo al… leggere (╯°□°)