I 10 acquisti più interessanti della Bundesliga

Crampi Sportivi
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10 min readAug 14, 2015

Si riparte dopo tre mesi di pausa. Se Premier League e Ligue 1 hanno già dato il loro calcio d’inizio la scorsa settimana, diversa è la situazione della Germania: la Bundesliga apre i battenti questo week-end, a partire dalla prima sfida del campionato, che vede protagonista il Bayern Monaco campione in carica.

Ospite all’Allianz Arena sarà l’Amburgo, che probabilmente si prepara a un’altra annata di sofferenze, nonché a una serata da incubo (visti gli ultimi cinque precedenti: parziale 31–3!). Si parla tanto di “campionati equilibrati” e si spera che la Bundes cambi padrone.

Già, perché da Heycknes a Guardiola, il Bayern è stato assoluto vincitore delle ultime tre edizioni: la squadra bavarese ha trionfato dal 2012 rispettivamente con sei, sette e quattro giornate d’anticipo. E all’orizzonte non si vede veramente nessuno che possa insidiare il dominio dell’armata di Monaco.

La reazione di fronte a un campionato NON vinto dal Bayern.

Così è meglio concentrarsi su quello che è successo fuori dal campo, sui tanti cambi di maglia che si sono visti quest’estate. Diversi i movimenti dentro e fuori la Germania, tanto che abbiamo voluto quelli che possono essere i dieci trasferimenti più interessanti del mercato teutonico.

Attenzione al termine “interessanti”: troppo facile puntare il dito sull’arrivo di Arturo Vidal al Bayern. Così siam capaci tutti. Così come abbiamo deciso di escludere gli acquisti a titolo definitivo di giocatori che già l’anno scorso erano in prestito a un certo club (vedi Thorgan Hazard confermato al Borussia Mönchengladbach) o il ritorno da prestiti altrove (leggasi Kramer al Bayer Leverkusen).

Non si ricorda nulla della finale del Mondiale, ma l’ultima stagione di Kramer è stata ottima.

Ecco a voi i dieci “nuovi inizi” da osservare nella Bundesliga 2015–16. L’ordine è numerico, non d’importanza.

  1. Max Kruse (Borussia Mönchengladbach → Wolfsburg)

Ironico notare come proprio lui è stato l’uomo che ha regalato la matematica certezza del titolo al Bayern nel 2014–15: un suo gol all’89’ di un Borussia Mönchengladbach-Wolfsburg ha consegnato la Bundesliga ai bavaresi. E l’ha fatto con una rete proprio contro i suoi futuri compagni.

La perdita di Kruse è un colpo duro per Favre, che proverà a sostituirlo con Josip Drmić, arrivato dal Bayer Leverkusen. Diverso il destino di Kruse, da tempo accostato al Wolfsburg e fortemente voluto dal tecnico Hecking, nonostante i Lupi abbiano davanti già Bas Dost e “Lord” Bendtner.

Esploso al Friburgo dopo tre anni al St. Pauli, il Gladbach non ha esitato ad acquistarlo nell’estate 2013. Al Borussia Park la sua crescita è continuata, tanto da arrivare in nazionale. Sempre in doppia cifra negli ultimi due anni, è stato comunque escluso dalla rosa per il Mondiale 2014.

Ora arriva l’occasione con il Wolfsburg: pagato 12 milioni di euro, è il terminale offensivo continuo che mancava alla squadra di Hecking. Ok, Dost ha segnato un sacco di gol, ma solo da febbraio in poi. Invece, Kruse era terzo nel performance score dell’ultima Bundesliga e ha mostrato un’ottima continuità.

2. Charles Aránguiz (Internacional → Bayer Leverkusen)

Credo di aver “sbrodolato” profondamente per lui per tutto il mese di giugno. L’avevo già visto ai Mondiali, questo centrocampista dal passo infinito, ma non mi aveva impressionato come Muhamed Besic della Bosnia o José Juan Vázquez del Messico. Buon giocatore, gol alla Spagna, ma finisce lì.

Invece la mia grossa pecca è non esser affamato di calcio sudamericano, un mondo dove Aránguiz sguazza da diversi anni e nel quale ha saputo imporsi. Colonna dell’U de Chile di Sampaoli e principe dell’Internacional, è arrivato alla Copa América 2015 con i crismi di chi era pronto (e a cui forse era dovuto) al grande salto.

Manco a farlo apposta, l’avrei premiato a mani basse come miglior giocatore della manifestazione. Il passaggio al Bayer arriva con il giusto timing nella sua carriera: 26 anni, è il momento di tentar il salto in Europa, come ha fatto notare più di un osservatore.

È di qualche ora fa l’ufficializzazione del passaggio al Bayer Leverkusen, che completa un mercato di aggiustamento fatto in maniera intelligente. Aránguiz arriva nel posto giusto (squadra in Champions, salvo preliminare con la Lazio) e nel momento più propizio: il Bayer è rimasto orfano a centrocampo di capitan Rolfes (ritirato) e di Gonzalo Castro (passato al BVB).

Il Gegenpressing di Roger Schmidt passerà anche dai piedi del cileno.

Dico colpo dell’anno. Poco importa quant’è costato.

3. Piotr Trochowski (svincolato → Augsburg)

Questa è una mossa che potrebbe passare sotto silenzio, ma che in realtà potrebbe rappresentare il maggior vantaggio guadagnato da una squadra tedesca. La carriera di questo ragazzo nato in Polonia (ma di nazionalità tedesca) si è improvvisamente fermata da un paio d’anni, ma Augsburg sembra un posto dove anche i morti rinascerebbero.

Faccio i nomi di Manninger, Halil Altintop, Baier, Matavž: tutta gente che sembrava aver intrapreso una parabola discendente, invece resuscitata agli ordini del mago Markus Weinzierl. E l’anno scorso è arrivata anche la qualficazione diretta all’Europa League, davanti a Schalke 04 e Borussia Dortmund.

Parliamo sempre di un paesino con poco meno di 300 mila anime in Baviera, che ha bisogno di esperienza. E quella può darla proprio Trochowski: classe ’84, appartiene alla generazione polacca naturalizzata tedesca (leggasi Klose). Esploso nell’Amburgo di fine anni 2000, arriva persino a vestire la maglia della Germania.

Trochowski viene persino convocato per Euro 2008 e il Mondiale 2010, ma quando decide di trasferirsi a Siviglia la sua carriera subisce una caduta verticale. Gli infortuni hanno convinto il club a rescindergli unilateralmente il contratto. C’è ancora una causa in corso, tanto che il centrocampista è reduce da un 2014–15 d’inattività.

Dopo qualche giorno di prova, alla fine Piotr ha firmato un annuale con l’Augsburg. L’arrivo di Trochowski è fondamentale anche perché l’FCA ha perso la classe del giovane Pierre Højbjerg a centrocampo: il danese è tornato al Bayern, mentre Trochowski è un azzardo. Se andrà bene, sarà una rinascita per lui e un guadagno per il club.

4. Johannes Geis (Mainz → Schalke 04)

Ma non era già tutto fatto con la Lazio? Un peccato per la Serie A, che ha speso un sacco di soldi quest’estate, ma si è persa questo portento. I biancocelesti hanno preso Milinkovic-Savic, ma avere Geis sarebbe stata una risposta in anticipo a una possibile cessione di Biglia (con Kishna in fondo si è fatta la stessa cosa se dovesse salutare Felipe Anderson).

Invece, Geis si è diretto a Gelsenkirchen: troppo grande l’offerta dello Schalke per esser ignorata. In soldoni parliamo di 10 milioni più bonus al Mainz, quadriennale da tre milioni l’anno al ragazzo. Giocare alla Veltins Arena non è facile, specie dopo le ultime stagioni deludenti. Tuttavia, Geis è un super-colpo.

22enne ancora in attesa di esordire in nazionale maggiore, il regista è la risposta a un centrocampo di operai (Höger, Neustädter) e alla mancata esplosione di Leon Goretzka, complici anche i suoi infortuni. Quattro gol e altrettanti assist nel 2014–15, per performance score è decimo. Però davanti c’è mezzo Bayern, Reus e De Bruyne: non certo mediani.

Per lo Schalke è la stagione della verità: fallire con un parco giocatori così giovane e potenzialmente talentuoso sarebbe l’ennesima beffa. Già avere Breitenreiter invece di Di Matteo in panchina aiuta, ma non so quanto un’altra brutta annata possa esser sopportata dai tifosi dei Königsblauen.

Geis, intanto, il piedino ce l’ha caldo.

5. Roman Bürki (Friburgo → Borussia Dortmund)

Ci sono ruoli che hanno mancanza di interpreti per anni e ci sono quelli in cui la sovrabbondanza regna. Ecco, alzi la mano chi pensava che la Svizzera avrebbe potuto dire che nella sua rosa ha troppi portieri buoni. Eppure è così. Accanto al sempreverde Benaglio e all’ottimo Sommer, si è fatto spazio anche questo ragazzotto.

Il Friburgo è retrocesso, ma forse avrebbe potuto salutare le chance di salvezza anche prima senza le sue parate. Bürki ha fatto meglio di tanti suoi colleghi che hanno lottato per la retrocessione: più clean sheets, miglior performance score, ma soprattutto una media di 3,50 parate a gara!

Al Borussia Dortmund, poi, il problema del portiere sta diventando ingombrante. Complice l’età, Weidenfeller ha sembrato sbagliare più del solito nell’ultimo biennio. E non parliamo neanche di un fenomeno. Con Langerak in direzione Stoccarda, tocca al “terzo portiere migliore al mondo” (cit. Spalletti, ma si parla stavolta della Svizzera) salvare i pali gialloneri.

Questo signore ha appena due presenze con la Svizzera.

6. Fabian Schär (Basilea → Hoffenheim)

A proposito di Svizzera, giusto parlare anche di un altro gran colpo di questa Bundesliga. L’Hoffenheim ha puntato sull’ennesima rivoluzione per cercare di salire la classifica. Confermato il tecnico Marcus Gisdol, c’è stata una girandola di cambi in campo.

Via capitan Beck, Schipplock, Salihovic, Modeste, ma soprattutto Roberto Firmino. Certo, i 35 milioni di euro fan comodo, ma la rivoluzione è stata totale. In entrata sono arrivati Schmid, Uth, Kuranyi (chi non muore, si rivede…). E soprattutto Fabian Schär, centrale svizzero del Basilea.

Dopo aver vinto a ripetizione in patria, era tempo di provare l’avventura tedesca per questo ragazzone di 186 centimetri. A 23 anni e dopo diverse esperienze internazionali, era la scelta giusta. In fondo, Schär ha già giocato in Champions, Europa League, in un’Olimpiade e al Mondiale. Hoffenheim è un posto tranquillo in cui far calcio.

Difensore con il vizietto del gol, si è persino preso la libertà di tirare ogni tanto i rigori. Noi di Crampi Sportivi ve l’avevamo segnalato in vista dei Mondiali 2014, lui in quest’anno è cresciuto ancora. Forse il passaggio in questo tranquillo angolo di Germania è quello che ci vuole prima di spiccare il volo altrove.

7–8. Yoshinori Muto + Florian Niederlechner (F.C. Tokyo/Heidenheim → Mainz)

Non potevamo narrare di due storie più diverse. Mi sono permesso la combo da consigliare perché questi due ragazzi saranno fondamentali per i destini del Mainz quest’anno. Dopo una salvezza tranquilla l’anno scorso, la truppa allenata da Martin Schmidt ha visto molte partenze in quest’estate.

Il mercato ha portato via Geis, Allagui, Diaz, ma soprattutto quel Shinji Okazaki che aveva segnato tanti gol alla Coface Arena. Così si è dovuto ricominciare tutto da capo e due ragazzi potrebbero sistemare i problemi della squadra.

Il primo è stato cercato, desiderato e voluto a lungo: parliamo di Yoshinori Muto, una delle stelle nascenti del calcio giapponesi. Esploso dopo un anno e mezzo straordinario all’F.C. Tokyo, il suo è stato uno dei trasferimenti più remunerativi della J. League. E ora il ragazzo è pronto a conquistarsi un posto al sole anche in Bundesliga.

Persino il Chelsea si era fatto avanti.

Diverso il discorso per Florian Niederlechner, che non è esotico o iper-apprezzato. Di lui si è parlato pochissimo e il suo arrivo è passato in secondo piano per l’acquisto di Muto. Eppure, guardando i numeri dell’ultima Zweite Bundesliga (la seconda divisione tedesca), Niederlechner è uno di quelli da guardare con attenzione: nel 2014–15, 15 gol e 10 assist.

Cresciuto nelle serie minori, l’attaccante classe ’90 è stato uno dei punti di riferimento dell’Heidenheim, squadra giunta per la prima volta in seconda divisione l’anno scorso dopo una promozione nel 2013–14. Dopo aver salvato l’Heidenheim, ha attirato le attenzioni del Mainz. E pensare che nel 2011 aveva deciso di smettere per fare l’impiegato…

Alla fine i due dovrebbero giocarsi il posto da centravanti nel 4–2–3–1, ma non è detto che non possano convivere in campo. In fondo, Muto è un’agile seconda punta, mentre Niederlechner ha il profilo del centravanti.

9. Miloš Jojić (Borussia Dortmund → Colonia)

Se il Borussia Dortmund è un’isola felice dove tutti esplodono, per Jojić si deve ancora attendere. Non sappiamo se i gialloneri l’abbiano lasciato andare in maniera definitiva, ma il trasferimento al Colonia rappresenta un banco di prova importante per il serbo.

Cresciuto nel Partizan di Belgrado, Klopp ebbe l’intuizione di prenderlo nel gennaio 2014 per appena 2,5 milioni di euro. Nonostante sia stato inserito gradualmente nel sistema BVB, non è riuscito a imporsi a pieno da titolare, complici anche il recupero di Gundogan e il ritorno di Sahin a Dortmund.

Appena 14 presenze nel 2014–15 e un Europeo U-21 deludente alle spalle, ora Jojić arriva a Colonia per tre milioni di euro. Il serbo ha finalmente la grande chance attesa: ha bisogno di qualcuno che gli faccia da “portatore d’acqua” (al Colonia c’è capitan Lehmann per questo compito). Vedremo se potrà tirare anche qualche calcio piazzato, sua specialità.

Intanto, lui è positivo: «Ho il sentore che sarà una buona stagione». Speriamo, Miloš, speriamo.

Nel febbraio 2014, gli ci vollero 17 secondi per segnare il primo gol con il BVB. Uno nato pronto.

10. Vladimír Darida (Friburgo → Hertha Berlino)

Siamo in acque inesplorate. Forse molti di voi neanche sanno chi è questo discreto centrocampista, ma non è un caso se il Friburgo è stato di gran lunga più saccheggiato rispetto all’altra retrocessa, il Paderborn. Tra i motivi, c’è Vladimír Darida.

Ci ha pensato l’Hertha a riportare in Bundesliga questo centrocampista tuttofare. Esploso nel Viktoria Plzeň dei miracoli, è arrivato in Germania nel 2013 (trasferimento più costoso nella storia del club: quasi quattro milioni di euro). Colonna della Repubblica Ceca di Vrba, questo classe ’90 è riuscito a imporsi anche in Bundesliga.

Nel biennio a Friburgo, il prode Vladimiro si fa conoscere per tre doti: corre a perdifiato (circa 13 chilometri a gara!), ha un’intelligenza tattica spaventosa ed è dotato di una discreta legna dalla distanza. Tiratore di calci piazzati un po’ ovunque, se la cava anche con il mancino.

Lui si è nel frattempo presentato ai nuovi tifosi con un gol alla prima gara ufficiale in DFB-Pokal.

[Bonus track] David Selke (Werder Brema → RB Lipsia)

Lo so, non è Bundesliga, visto che il Red Bull Lipsia è una formazione di seconda divisione. Ma osservate il modus operandi: la “lattina” vuole la Bundesliga. A tutti i costi. E se compri un classe ’95 così promettente (33 presenze e nove gol con il Werder l’anno scorso), vuol dire che sei pronto.

All’anno da rookie in Bundesliga, Selke ha avuto un 77% di precisione di tiro. E qualche giorno fa ha segnato già il primo gol ufficiale in campionato, sebbene la sua squadra debba ancora carburare. Dopo aver segnato 21 gol in 30 presenze con l’U-20 tedesca, state tranquilli: ne risentiremo parlare.

Articolo a cura di Gabriele Anello

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