E l’universo è un grido, una trama, un pianto e un sorriso che abbiamo disimparato a leggere, attraverso i miliardi di anni di cui esso, e noi, siamo fatti.
Il tutto è un alfabeto dimenticato.
Si popolano, le città e i paesi, di rughe nuove, e occhi sconosciuti, e mani che lavorano una terra a loro ignota. L’aria estiva pullula di accenti mai uditi prima, suoni distanti, melodie vocaliche e criptiche creazioni consonantiche che non sappiamo decifrare.
Passeggiavo per le vie di Sorrento, e guardavo i fasti degli hotel meravigliosi e delle ville dall’aspetto nobile ed antico, fiabesco ed ineffabile. Gioivo della loro bellezza, e del loro essere così armoniosamente ricche. Forse, dentro me immaginavo quanto avrebbe potuto essere bello abitarle, senza pensare che…
All’ingresso del museo, sotto al colonnato vecchio, lunghe file di persone incedono, a scatti ed incostanti.Alcuni stanno zitti, con il biglietto pronto in mano.Le scolaresche, chiassose, giocano e sghignazzano, scontente d’essere lì a guardare ciò che — forse — un giorno…
Sono passati davanti a me, senza guardarmi, come passano gli anni della vita.
Lei davanti, alta e magra, con i capelli grigi, come un cielo striato di bianco. Lo sguardo confitto a terra, pensoso; le mani, raccolte dietro la schiena, tenevano un guinzaglio.
Avevamo la memoria, per conservare tutto ciò di cui potessimo aver bisogno: ricordavamo le gesta degli eroi e le ricette delle nonne, gli amori più struggenti, i consigli dei più saggi e le avventure e le mattane dei temerari e degli stolti.
Aveva occhi lucidi come pietre preziose, quando le si riempivano di lacrime.E, così, per non dover rinunciare a quella bellezza, il mondo la costrinse ad una vita di infelicità…