Cronache dal Backlog — Kill la Kill The Game: IF

Videogioco di studentesse di menare.

Stefano Lucchi
Frequenza Critica
4 min readFeb 17, 2021

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Oggi andiamo a recuperare un gioco di un paio di anni fa basato su un anime di Studio Trigger. La cosa vi ricorda niente? Dovrebbe. In questo caso cambia il publisher (ArcSystem al posto di Bandai Namco) ma lo sviluppatore è sempre lo stesso, ovvero il team APlus. Anche questa volta i nostri hanno realizzato un prodotto fortemente orientato ai fan, motivo per cui voglio prendere subito il toro per le corna: se non siete amanti della serie animata e/o non avete intenzione di vederla potete anche smettere di leggere qui, perché il gioco ha pochi contenuti, non fa niente per far avvicinare nuovo pubblico all’universo di Kill la Kill ed è pure infarcito di spoiler. Qualora invece aveste apprezzato la serie animata o steste considerando l’idea di guardarla continuate a leggere, potreste trovare qualcosa che potrebbe interessarvi.

La serie ci pone di fronte all’arrivo all’istituto Honnoji della nuova studentessa Matoi Ryuko, giunta in questo luogo sulle tracce dell’assassino di suo padre. Qui trova una scuola gestita con un piglio praticamente militare dalla presidentessa del consiglio studentesco Kiryuin Satsuki, che comanda con il pugno di ferro aiutata dal resto del consiglio imponendo il rispetto delle regole disciplinari forti della dotazione di speciali uniformi realizzate con delle cosiddette ultra-fibre. Ryuko, scambiando parole di sfida con Satsuki, si rende conto che la ragazza sa qualcosa riguardo quanto successo a suo padre e decide di cavarle fuori le informazioni con la forza, inimicandosi tutto il consiglio studentesco.

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L’universo di Kill la Kill in un’immagine di repertorio.

L’inizio del gioco prende il via tra il secondo e il terzo episodio dei 25 che compongono la serie e ne ripercorre grossomodo i principali eventi, pur prendendosi delle libertà in alcuni punti. Non disperino i fan della serie: la sceneggiatura del gioco è stata scritta dallo stesso sceneggiatore della serie animata, perciò tutto trova un incastro adeguato. La cosa più interessante è che la storia è vista dal punto di vista dell’antagonista, anche se al suo termine si sblocca una seconda parte in cui gli eventi vengono vissuti anche dal punto di vista della protagonista. Che la storia sia il piatto forte della proposta di Kill la Kill the Game: IF viene messo chiaro fin da subito, visto che appena avviato il gioco lo Story Mode è letteralmente l’unica opzione disponibile e perfino il tutorial iniziale è inserito nella storia stessa. Mano a mano che si progredisce nello Story Mode si potranno sbloccare le altre modalità di gioco, i personaggi e, ovviamente, una gallery di contenuti extra da acquistare con i crediti ottenuti giocando, in maniera non dissimile di quanto avviene in Street Fighter V — solo con un sistema monetario estremamente meglio bilanciato e senza microtransazioni.

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Il titolo è un gioco di combattimenti di quelli tipicamente anime, con un sistema di combattimento che non ha la profondità tipica dei picchiaduro “classici” ma che ha alcune caratteristiche interessanti che lo distinguono da altri giochi. Le meccaniche di gioco prevedono un attacco ravvicinato, un attacco a distanza e un attacco per rompere la parata posizionati sui tasti frontali del gamepad, oltre che la parata stessa assegnata al dorsale destro R1, da sfruttare in combinazione con lo stick per utilizzare gli spostamenti rapidi. Ovviamente i pulsanti di attacco danno vita ad alcune basilari combo e, oltre a questo, c’è una barra per le mosse speciali composta di quattro tacche che permette di realizzare, al costo di due tacche per volta, tre mosse speciali, una per ognuno degli attacchi dei pulsanti frontali del pad.

In alternativa è possibile chiamare il cosiddetto Valore Sanguinario, una modalità dove si deve scegliere tra tre opzioni: Deridi (recupero salute), Schernisci (danni aggiuntivi) e Provoca (incremento barra SP); queste hanno la priorità l’una sull’altra in perfetto stile morra cinese e se si effettua la scelta vincente si riceve i bonus indicati tra parentesi e si aumenta il livello di un’apposita stat che quando raggiungerà il terzo e ultimo livello permetterà di sbloccare una mossa finale che potrà porre fine irrimediabilmente alla partita (il famigerato Spirito Combattivo a Brandelli).

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Completato la Story Mode è possibile dedicarsi agli allenamenti, giocare in 1vs1 contro la cpu, contro un altro giocatore in locale oppure online (auguri a trovare qualcuno), giocare la classica sopravvivenza o destreggiarsi tra tre modalità di gioco con ondate di nemici, divise per numero di avversari o tempo limite.

Il risultato finale è un gioco d’azione divertente e immediato che ha il suo limite non tanto nel comunque limitato rooster di personaggi, quanto in una certa mancanza di variazione di gameplay tra gli stessi —salvo qualche rara eccezione — che finisce per appiattire il prodotto e renderlo poco longevo. Il fattore “fan dell’anime” è determinante per trovare divertimento in questo Kill la Kill The Game: IF ma anche parte dei fan potrebbe comunque rimanere scontenta del non aver ricevuto un prodotto più curato che potesse raggiungere un pubblico più vasto. Nonostante questo, però, non me la sento di bocciarlo, perché ha diverse caratteristiche che denotano come il progetto sia stato sviluppato con passione (e probabilmente con pochi mezzi) ed essendo un prodotto che non impegna neanche per troppo tempo il mio consiglio di darci comunque un’occhiata.

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