Extraction è cinema che incontra i videogiochi

Quando ritrovi action adventure e picchiaduro nell’ultima produzione targata Netflix.

Daniele “Alteridan” Dolce
Frequenza Critica
4 min readJun 3, 2020

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Tyler Rake e Ovi camminano nelle strade devastate di Dacca nel film Extraction

No, non abbiamo iniziato a recensire film su Frequenza Critica. Quella che state leggendo è una semplice riflessione su alcune suggestioni provate durante la visione di Extraction (intitolato Tyler Rake in Italia), una delle ultime produzioni originali Netflix che sembra prendere spunto direttamente dal mondo dei videogiochi. Sebbene sia liberamente ispirata alla graphic novel Ciudad di Ande Parks, Anthony Russo e Joe Russo, la pellicola prodotta dai registi di Avengers Infinity War ed Endgame e diretta da Sam Hargrave presenta molti punti di contatto con il mondo dei videogiochi, soprattutto con gli action adventure e con i picchiaduro.

Si parla spesso di opere videoludiche prestate al mondo del cinema, spessissimo con adattamenti che vanno dal mediocre al terribile, ma è molto raro che venga trattato il tema opposto, ossia quello dei film che pescano a piene mani dall’immaginario tipico dei videogiochi.

È raro, dicevo, ma non improbabile. Ricordate Hardcore Henry? Sì dai, se non lo avete visto lo avrete senz’altro sentito nominare. È quel film russo girato interamente in prima persona con una o più telecamere montate sulla testa del protagonista.

Una scena del film Hardcore Henry
Una scena della pellicola interpretata e diretta da Ilya Naishuller.

Ecco, anche in questo caso il risultato finale si rivela tutto sommato trascurabile, ma il film di Ilya Naishuller verrà ricordato come uno dei primi esperimenti di cinema che incontra il videogioco, e in particolare uno sparatutto in soggettiva.

Nel caso di Extraction, però, l’accostamento tra questi due medium avviene in maniera quasi inconsapevole. Sam Hargrave, alla sua prima prova dietro la cinepresa, ha una formazione da stuntman. È infatti stato il coordinatore delle acrobazie di scena in diversi film, tra cui anche quelli appartenenti al Marvel Cinematic Universe diretti dai fratelli Russo, ed è proprio per questo che le sequenze di azione presenti in Extraction rappresentano la vera “ciccia” della pellicola.

Il film prodotto da Netflix non spicca certo per una storia elaborata, d’altronde — come nella maggior parte degli action movie — la narrazione è soltanto un pretesto per menare le mani e far volare proiettili, ma in molti lo ricorderanno per il finto piano sequenza presente nella prima metà del film. Circa dodici minuti di tante piccole scene montate ad arte per dare allo spettatore l’impressione di assistere a un’unica sequenza di azione ininterrotta. Il risultato è straordinario, capace di lasciare con il fiato sospeso anche chi di solito non apprezza questo tipo di cinema, ed è proprio qui che Extraction svela i punti di contatto con il mondo videoludico.

Scena di combattimento tra Tyler e Saju in Extraction
Immaginatevi i pixel e avrete uno screenshot di un vecchio Street Fighter.

Durante la visione di quegli straordinari dodici minuti mi sono spesso balzate nella testa due parole: Naughty Dog. Sì, perché tutta la scena è costruita in una maniera tale da strizzare l’occhio ai titoli della software house californiana. Magari — anzi sicuramente — Sam Hargrave lo ha fatto inconsciamente, ma in quella dozzina di minuti ci ho visto tanto di Uncharted. Pensate alla sequenza del treno in Uncharted 2, oppure alla fuga in jeep del quarto capitolo.

È come se il videogioco avesse in un primo momento tratto ispirazione dal cinema e, successivamente, il cinema abbia preso spunto dal videogioco che si ispira al grande schermo, in una sorta di scambio ciclico uroborico.

E che dire dello scontro in corpo a corpo tra il protagonista, Tyler Rake, e il suo opposto, Saju Rav? Qui addirittura entriamo nel campo dei picchiaduro, dove le stradine di Dacca si trasformano dapprima in uno stage animato degno di uno Street Fighter, per poi diventare parte integrante del combattimento come se i due si trovassero dentro Dead or Alive, con tanto di transizioni tra una parte e l’altra dello scenario.

Che dire, poi, della colonna sonora? Qui il collegamento è al tempo stesso diretto ed estremamente labile. Il punto di contatto è uno dei due compositori della soundtrack: Henry Jackman (assistito da Alex Belcher).

Se questo nome vi ricorda qualcosa, beh, evidentemente è perché qui su Frequenza Critica lo abbiamo già citato dedicandogli un articolo. L’argomento? Uncharted, ovviamente. Già, perché Naughty Dog si rivolse a Henry Jackman per le colonne sonore di Fine di un Ladro e dello spin-off L’Eredità Perduta. E molto probabilmente è proprio dal lavoro svolto per quest’ultimo che Jackman ha tratto ispirazione per le tracce utilizzate in Extraction.

Il suo stile è come sempre inconfondibile, soprattutto nei soundscape cittadini che ricordano da vicino le sonorità impiegate nell’avventura di Chloe e Nadine, cementificando nel subconscio quell’idea che forse forse il film di Sam Hargrave e dei fratelli Russo un po’ ai videogiochi voleva davvero ispirarsi.

E sapete una cosa? Forse è proprio così che un film basato sui videogiochi dovrebbe essere fatto. Non so voi ma io, detto in tutta onestà, per una pellicola così di Uncharted — o di [inserire videogioco action a caso] — correrei immediatamente al cinema.

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Daniele “Alteridan” Dolce
Frequenza Critica

Mi piace scrivere di ciò che mi passa per la testa. Prevalentemente di videogiochi, film e serie TV.