Gothic 3… 14 anni dopo

L’incasinato GDR di Piranha Bytes ha ancora un sacco di problemi.

Stefano “Revan” Castagnola
Frequenza Critica
5 min readJun 26, 2020

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Le praterie di Myrtana

Parto con una premessa: amo i primi due lavori di Piranha Bytes. Il primo Gothic lo provai grazie a un amico e, dopo aver fatto un po’ a botte con i controlli nei primi minuti (non proprio immediatissimi, ma ci si abitua), ne fui assolutamente ammaliato: la Colonia, cinica e spietata ma senza mai essere troppo opprimente e anzi in grado anche di spiazzarti con la sua ironia… le sue regole, le sue fazioni, i campi tra cui viaggiare, le miniere, le foreste popolate da mostri pericolosissimi, tutto contribuiva a creare un’atmosfera unica da cui era davvero difficile non essere attratti.

Col successore il team teutonico non aveva intenzione di reinventare la ruota, ma scelse saggiamente di affidarsi alla vecchia e già rodata formula, limitandosi a migliorarla praticamente in ogni aspetto. Quando venne annunciato il terzo capitolo della serie, ormai più di 15 anni fa, divenne immediatamente uno dei giochi che più attendevo e speravo di vedere un altro miglioramento come quello apportato da Gothic 2. Ma non andò così e il GDR che mi trovai tra le mani fu un miscuglio di glitch, bug, meccaniche di gioco rotte e idee talvolta interessanti e ricche di potenziale, che spesso però non erano proprio eseguite alla perfezione.

Ancora oggi Gothic 3 è una della più grandi delusioni della mia “carriera” videoludica, ma da allora è passato tanto tempo e in questi anni sono uscite numerose patch amatoriali e fix da parte della community, che ha deciso di scendere in campo per sistemare i tanti problemi del gioco come meglio poteva. Mi è capitato anche di leggere che il Gothic 3 di adesso fosse un altro gioco rispetto a quello del 2006, e quindi mi sono detto: perché non dargli una chance e rigiocarlo, magari arrivando finalmente ai titoli di coda?

Il deserto di Varant
Le nostre avventure ci porteranno dalle verdeggianti pianure di Myrtana fino all’arido deserto di Varant, a sud.

E quindi ha inizio la mia seconda avventura nelle terre di Myrtana, Nordmar e Varant, e stavolta non sono stato fermato da un qualche problema tecnico (che nel 2006 mi aveva impedito di terminare, anche se forse la noia mi avrebbe fermato lo stesso). In ogni caso lo voglio dire subito: sì, la situazione è un po’ migliorata ma il terzo gioco di Piranha Bytes è nato sotto una cattiva stella e continua ad avere un sacco di problemi.

I bug non sono onnipresenti come nella versione originale, ma non sono neanche spariti del tutto: compenetrazioni fra poligoni, PNG che a volte spariscono nel terreno costringendo a ricaricare, IA ben poco convincente, pathfinding che non sempre funziona al meglio, glitch grafici qua e là.

Le cose che, però, mi hanno sempre infastidito maggiormente in Gothic 3 non erano i pur numerosi bug, ma lo scialbo sistema di combattimento e le missioni ripetitive e poco originali proposte continuamente dal gioco. Sono i due aspetti che più avrebbero avuto bisogno di una rimpolpata, ma così non è stato e le debolezze di allora sono rimaste anche nelle versioni patchate.

L’eroe oltrepassa alcuni cinghiali ormai senza vita
Visti così non fanno una grande impressione, ma all’uscita questi simpatici animaletti erano una bella seccatura.

Chi l’ha giocato nel 2006 sicuramente ricorderà con orrore gli scontri con i cinghiali, capaci di stunlockare il giocatore e far apparire molto velocemente la schermata di game over, ma pure negli scontri con orchi e nemici umani la situazione non era ideale, per quanto fosse decisamente più facile avere la meglio… anche perché gli avversari raramente attaccavano più di uno per volta. Purtroppo non ho notato differenze particolarmente significative neanche con l’ultima patch.

Quanto ai contenuti, beh, anche lì non ci sono miglioramenti di alcun tipo: si tratta di svolgere consegne (spesso abbastanza banali: portami 5 pacchi di armi, 3 pozioni, uccidi i lupi attorno alla fattoria, ecc.) piuttosto semplici di città in città e poi di regione in regione. Attività che spesso sono anche molto simili tra loro e in cui è necessario calarsi per migliorare la propria reputazione con le varie fazioni. E non parliamo poi della possibilità di liberare le città dal dominio orchesco (o, viceversa, eliminare i campi ribelli), un’idea molto interessante ma che diventa subito molto ripetitiva: una volta liberata la prima città hai già visto tutto, solo che devi ripetere l’operazione altre sei o sette volte, e magari fare anche la stessa cosa nelle altre regioni.

Insomma, quel che sto dicendo è che Gothic 3 era un gioco di ruolo con idee sulla carta molto interessanti e intriganti ma afflitto, purtroppo, da tanti problemi che ne minavano la fruibilità, e la maggior parte di quei problemi non sono spariti neanche dopo quattordici anni di patch.

I paesaggi innevati di Nordmar
Foreste al centro, deserti al sud e paesaggi innevati al nord, nell’inospitale regione di Nordmar.

E tuttavia, allo stesso tempo, mentirei se dicessi che il gioco non ha saputo divertirmi e soddisfarmi in alcuni momenti: esplorare le tre differenti regioni accompagnati da una delle migliori colonne sonore partorite dal compositore tedesco Kai Rosenkratz (che già aveva mostrato tutto il suo talento nei predecessori) ha comunque un certo fascino. Il mondo di gioco è vasto, ricco di tesori (parzialmente rovinati per via di un loot che è generato proceduralmente) e segreti da scoprire, ma anche e soprattutto tante location interessanti e panorami mozzafiato.

Le tre regioni sono molto diverse fra loro anche nella morfologia e il lavoro svolto da Piranha Bytes nella realizzazione di questo vasto open world, tra l’altro privo di qualsiasi caricamento se non quello iniziale, era e rimane buonissimo.

Inoltre l’atmosfera che si respira nei giochi dello studio tedesco rimane un qualcosa di unico, qualcosa che faccio anche un po’ fatica a descrivere a parole se devo essere sincero. Ed è sempre un piacere quando rivedi uno dei volti noti con cui hai già legato nelle scorse avventure gotiche, o quando ti ritrovi coinvolto in situazioni peculiari e moralmente compromesse (come andare a riscuotere il pizzo per conto di un boss locale) che raramente si vedono in gdr dal taglio più epico. Oppure quando ti imbatti in uno dei soliti dialoghi ironici che da sempre fanno parte dello stile Piranha Bytes.

L’Eroe fa sfoggio della magia antica
A fine gioco con la magia si può diventare piuttosto potenti e i combattimenti diventano sicuramente più facili e più tollerabili.

Tuttavia, non sono convinto che questo sia sufficiente a salvare Gothic 3, e a peggiorare il bilancio ci pensa anche una storia davvero piatta, oltre che assente per la quasi totalità dell’avventura.

Insomma, alla fine, Gothic 3 era un casino e un (mezzo?) disastro all’epoca, oggi forse lo è leggermente di meno ma rimane la pecora nera (chiaramente i capitoli successivi non contano neanche) di una serie che era partita sotto ben altri auspici. Forse col tempo ho imparato ad accettare meglio quello che è, senza pensare troppo a quello che sarebbe potuto — e forse dovuto — essere, ma anche a distanza di 14 anni non è un gioco che consiglierei a cuor leggero, anzi.

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Stefano “Revan” Castagnola
Frequenza Critica

Si è innamorato dei giochi di ruolo esplorando la Costa della Spada tra l’Amn e Baldur’s Gate, ma non disdegna anche altri generi di avventure.