L’impresa interdimensionale di Ratchet & Clank: Rift Apart

Il simpatico Lombax e l’amico robot atterrano su PS5.

Daniele “Alteridan” Dolce
Frequenza Critica
6 min readJul 12, 2021

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Key art di ratchet & clank rift apart con rivet

Non sono mai stato un grandissimo fan di Ratchet & Clank. Anzi, a dire il vero questo Rift Apart è il secondo episodio della serie che ho portato a termine, dopo il remake classe 2016 giocato su PS4 qualche mese fa, quando Sony decise di regalarlo a tutti i possessori della console. Dopo essere riuscito a mettere le mani su una PS5 in bundle con l’ultima fatica di Insomniac Games non potevo certo esimermi dal vestire nuovamente i panni del pelosissimo animaletto arancione e del suo metallico amico, pertanto eccomi qui a parlarvi di quanto sia bello Rift Apart.

Esatto: l’ultimo Ratchet & Clank è proprio un signor videogioco. Un action/platform 3D che vede la coppia di protagonisti fronteggiare ancora una volta il malefico Dottor Nefarious, storica nemesi del ranger spaziale e del suo compagno robotico. Questa volta, però, i ragazzi di Insomniac non ci porteranno semplicemente a spasso tra i coloratissimi pianeti del loro universo fittizio, ma hanno ben pensato di far usare al temibile dottore un marchingegno in grado di creare delle vere e proprie fratture interdimensionali. Una di queste scaraventa i protagonisti in un realtà alternativa in cui il Dottor Nefarious è diventato un dispotico imperatore che tiene sotto scacco la galassia intera grazie a uno sconfinato esercito di bot armati fino ai denti.

Rivet e clank in ratchet & clank rift apart
Rivet è un nuovo personaggio introdotto in Rift Apart.

La trama di Rift Apart, seppur semplice e lineare, riesce comunque a rappresentare un buon pretesto per spingere il giocatore a viaggiare in lungo e in largo al fine di contrastare la minaccia di Nefarious. Non manca poi di introdurre alcuni nuovi personaggi, come Rivet, una Lombax combattente della resistenza che si oppone al dominio dispotico dell’imperatore.

L’avventura si divide più o meno equamente in parti in cui il gioco ci fa controllare Ratchet, e altre in cui vestiamo i panni di Rivet, inframezzate da alcune brevi sequenze con il robottino Clank. Queste ultime sono le immancabili sezioni in cui ci viene richiesto di risolvere dei puzzle. Nulla di particolarmente elaborato, intendiamoci, ma riescono comunque a garantire un po’ di varietà tra platforming guidato e arene piene zeppe di nemici.

Ratchet e Clank contro Nefarious
Immancabili gli scontri con i boss.

Marchio di fabbrica della serie, le tantissime armi bizzarre tornano anche in Rift Apart, offrendo quasi venti bocche da fuoco una più folle dell’altra. Al di là del blaster, l’arma d’ordinanza dei ranger spaziali, Ratchet e Rivet (che durante l’avventura condividono arsenale e potenziamenti) possono contare su cannoni laser, granate di vario tipo (ce n’è addirittura una che trasforma i nemici in piante!), lanciarazzi, un proiettore di scudi che alla bisogna diventa un fucile a corto raggio, uno spara-palline del flipper, e molto, molto altro. Inoltre, ogni arma può essere migliorata sbloccando appositi upgrade, mentre quasi tutte sono dotate di modalità di fuoco alternative che utilizzano il DualSense.

Ratchet in rift apart
L’avventura inizia con un evento che celebra le imprese dei due storici protagonisti della saga.

A tal proposito, Ratchet & Clank: Rift Apart sfrutta appieno i feedback aptici del nuovo controller della PlayStation 5. Quando si spara bisogna prestare attenzione alla pressione sui grilleti giacché spesso premere il tasto destro fino a metà corsa attiva il fuoco primario, mentre spingerlo fino in fondo scatena la modalità alternativa. Stessa cosa per il grilletto sinistro, che a metà abilità lo zoom, laddove premuto interamente abilita l’eventuale ulteriore modalità di fuoco addizionale.

Anche la vibrazione fa la sua sporca figura, con il pad che restituisce il feedback dei passi di Ratchet o Rivet, il boost dei turbo stivali, o anche la pioggia battente nella distopica Nefarious City. Il rovescio della medaglia, come facilmente intuibile, è che Rift Apart prosciuga la batteria del DualSense in poche ore. Per mia esperienza, ho notato che ho dovuto ricaricare il pad ogni 4–5 ore di gioco (non consecutive, naturalmente).

Ratchet alle prese con un portale
I portali sono una delle principali novità introdotte in Rift Apart.

Presentato in pompa magna per dimostrare le prodezze tecniche del nuovo hardware griffato Sony, l’ultimo Ratchet & Clank ha sin da subito svelato una delle sue caratteristiche più importanti: i portali dimensionali. Questi portali, la cui implementazione — stando agli sviluppatori — è stata possibile solo grazie all’avanzatissimo SSD in ogni PS5, dovrebbero permettere ai protagonisti di attraversare vaste porzioni di livello in un battibaleno, con tempi di caricamento immediati.

Esempio delle possibilità date dalla photomode
Immancabile la modalità foto: potete immaginare quanto mi sia sbizzarito utilizzandola.

La realtà dei fatti, però, è purtroppo diversa. I portali più comuni sono quelli presenti nelle arene di combattimento: qui permettono a Ratchet (o Rivet) di usare una sorta di rampino per spostarsi rapidamente percorrendo in un attimo qualche decina di metri. Aggiungono dinamicità agli scontri, questo è innegabile, e l’effetto visivo è particolarmente riuscito, ma nulla che faccia urlare al miracolo tecnologico.

Ne sono presenti anche altri all’interno dei livelli. In questo caso, i portali aprono una finestra verso una piccolissima sacca dimensionale che al suo interno contiene qualche collezionabile segreto. Qui il caricamento dell’area è effettivamente rapidissimo, direi addirittura istantaneo, ma la zona da caricare è davvero minuscola quindi è difficile notare anche qui una qualsivoglia parvenza di prodezza tecnica.

Infine, durante alcuni eventi scriptati si assiste all’apertura di enormi faglie dimensionali. Ecco, qui la PS5 può finalmente mostrare i muscoli giacché in una manciata di secondi — il tempo di una brevissima sequenza di intermezzo — vengono caricati mondi interi. Tuttavia queste occasioni si contano sulle dita di una mano.

Rivet in combattimento
Rivet e Ratchet condividono le stesse mosse e le medesime abilità. Non vi è alcuna differenza di gameplay tra i due protagonisti.

Al di là dei tecnicismi e dei messaggi promozionali forse un filo azzardati, ciò che resta è un videogioco di qualità che riesce a tenere incollato il giocatore per una quindicina di ore. Ratchet & Clank: Rift Apart è un titolo semplice, senza troppe pretese, direi anche d’altri tempi, quando non vi era ancora l’obbligo di inserire noiosissime formule open world in ogni singolo videogioco per allungare artificialmente il brodo.

Primo piano su Rivet
Inutile negarlo: il pezzo forte di Rift Apart è proprio Rivet!

Insomniac Games è riuscita a confezionare un action/platform tridimensionale con un ottimo ritmo, grazie a sequenze esplorative che ricompensano i giocatori più curiosi con collezionabili mai fini a sé stessi, e fasi di combattimento che fanno della spettacolarizzazione e dinamicità dell’azione il loro punto di forza, grazie anche a una colonna sonora strepitosa che accompagna il giocatore in uno straordinario viaggio interdimensionale.

La prima volta di Ratchet & Clank su PlayStation 5 è dunque un centro — quasi — perfetto che renderà sicuramente felici gli appassionati del genere. Un titolo davvero adatto a tutti, grandi e piccini, che permette alla saga di debuttare alla grande nella nona generazione di console.

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Daniele “Alteridan” Dolce
Frequenza Critica

Mi piace scrivere di ciò che mi passa per la testa. Prevalentemente di videogiochi, film e serie TV.