L’Italia, i videogiochi e la stampa specializzata

Di chi è la colpa quando non si parla di videogiochi italiani?

Daniele “Alteridan” Dolce
Frequenza Critica
4 min readSep 3, 2021

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copertina articolo tratta da baldo the guardian owls

Navigando tra social, forum vari e gruppi Discord dedicati ai videogiochi, mi sono spesso imbattuto in varie discussioni legate a Baldo: The Guardian Owls e al modo in cui il videogioco di Naps Team sia stato trattato dalle testate specializzate nostrane. L’opinione comune pare sia che la stampa italiana abbia in qualche modo deciso di non coprire questo videogioco, preferendo dare risalto ai soliti titoli tripla A come l’ennesimo Call of Duty o il FIFA di turno. Inutile dire che accanto a queste critiche, che dall’esterno possono sembrare sacrosante, si è alzato anche un coro a sostegno di Baldo e dello studio siciliano che sembra andare al di là delle effettive qualità di un videogioco dall’indubbio carisma.

Peccato che da questo sia scaturito un attacco diretto alla stampa. Purtroppo è ciò che succede quando l’opinione pubblica è in possesso di poche informazioni, o comunque di dettagli parziali. Ecco perché ho voluto scrivere questo breve articolo. Non si tratta di una difesa della categoria, attenzione, e nemmeno di un attacco nei confronti di Naps Team, per cui nutro profonda stima e rispetto anche solo per aver dato vita a un progetto del genere nel nostro Bel Paese.

screenshot di baldo
Baldo è un action adventure che strizza l’occhio alla saga di The Legend of Zelda.

La spiegazione per la mancanza di copertura di Baldo e per l’assenza di recensioni attorno alla data di uscita si può facilmente spiegare così: i codici review per la stampa sono stati forniti alle varie redazioni il giorno stesso del lancio o poco prima. Capirete che diventa impossibile portare a termine il gioco e pubblicare una recensione in tempi così stretti, pertanto è normale che le varie testate abbiano preferito prendersi tutto il tempo necessario e offrire ai lettori un’analisi critica quanto più possibile approfondita. Non so il perché Naps Team o chi si occupa della comunicazione di Baldo abbia deciso di intraprendere questa strada, ma non voglio comunque fargliene una colpa. È andata così. Sono ormai da sette anni nel campo dell’editoria videoludica e non è la prima volta che è capitato di assistere a una situazione del genere, peraltro sono sicuro che non sarà nemmeno l’ultima. Semplicemente a volte va così. Pace. È capitato con Baldo, ma sarebbe potuto accadere con qualsiasi altro videogioco.

D’altro canto, in molti si sono lamentati anche dell’assenza di semplicissime news sulla disponibilità del videogioco, notizie che di solito vengono pubblicate nel giorno di lancio. Ecco, in questo caso non c’è bisogno che lo sviluppatore o il publisher faccia granché: la testata può tranquillamente agire in autonomia e segnalare ai suoi lettori che il gioco “X” è uscito. Di solito, però, queste brevi notizie sono accompagnate da un trailer di lancio o da una dichiarazione di uno o più esponenti del team. Nel caso di Baldo non abbiamo ricevuto nulla. Non è stato prodotto alcun video e non è arrivato nessun comunicato stampa. Anche in questo caso ci siamo trovati in una situazione atipica, sebbene non propriamente rara.

screenshot di enki
La prima volta che ho recensito un videogioco italiano (ENKI) non è andata proprio bene a causa di uno sviluppatore piuttosto permaloso.

Le critiche sono dunque comprensibili, ma per la maggior parte basate su informazioni errate o del tutto assenti. Ciò che non concepisco, invece, è tutto il discorso che verte attorno al dover per forza incensare un prodotto fatto in Italia, minimizzando o ignorando del tutto gli eventuali suoi lati negativi.

In questi giorni ne ho lette davvero di tutti i colori in tal senso, come se la stampa debba essere sempre positiva nei riguardi di un videogioco “made in Italy”. Non ha senso elogiare un’opera sulla base della nazionalità dei suoi sviluppatori, chiudendo uno o entrambi gli occhi in sede di valutazione solamente perché lo studio ha sede a Messina, Milano, Padova o Roma.

screenshot di Assetto Corsa
L’Italia dei videogiochi non è soltanto Kunos, Milestone e Ubisoft Milano.

Per questo mi è molto dispiaciuto leggere le prese di posizione di alcuni colleghi che hanno difeso a spada tratta Baldo, a volte lasciando intendere che i detrattori avessero ingigantito le criticità che affliggono il videogioco del team siciliano. Mi è dispiaciuto perché questi comportamenti fanno male a tutti. Fanno male alla stampa specializzata, che perde credibilità. Fanno male agli sviluppatori italiani, che non avranno la possibilità di migliorare dai loro errori. Fanno male ai videogiocatori, che magari acquisteranno un prodotto non in linea con le aspettative gonfiate artificialmente da certi personaggi.

Personalmente non ho giocato a Baldo, pertanto non ho intenzione di parlare nel merito dei vari problemi (tecnici e non) di cui soffrirebbe il gioco. Mi permetto di dire, però, che se questi problemi esistono, allora è compito delle testate evidenziarli. La stampa deve essere imparziale, senza agire con delle preferenze verso questo o quello sviluppatore. Altrimenti hanno ragione tutti i detrattori che ci considerano dei clown e dei prezzolati.

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Daniele “Alteridan” Dolce
Frequenza Critica

Mi piace scrivere di ciò che mi passa per la testa. Prevalentemente di videogiochi, film e serie TV.