Nanotale: Typing Chronicles, esplorando terre lontane

Ne uccide più la tastiera che la spada.

Stefano Lucchi
Frequenza Critica
5 min readApr 21, 2021

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Avendo Nanotale in wishlist su Steam, quando mi è arrivata la mail automatica di notifica che era stato pubblicato ho dato un’occhiata alla pagina del negozio; quando ho visto che come offerta di lancio non c’era il classico sconto ma una copia in regalo di Epistory — il precedente titolo del team di sviluppo, presente anch’esso in wishlst — e ho visto che questo Nanotale era pure localizzato in italiano (cosa tutt’altro che banale per un gioco del genere, ora vedrete perché) ho fatto il più classico degli “acquisti d’impulso”, scegliendo di giocare per prima l’opera più recente in modo da potervene parlare qua sulle pagine di Frequenza Critica con la maggiore tempestività possibile.

Cos’è Nanotale: Typing Chronicles? È un’avventura di stampo ruolistico dove tutte le interazioni del gioco avvengono tramite la tastiera: come suggerisce il sottotitolo, infatti, si tratta infatti di un typing game (un gioco dove bisogna scrivere — non vi devo fare il pippone su The Typing of the Dead e di come abbia fatto figli e figliastri, vero?) e ogni meccanica di gioco passa attraverso questo sistema.

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La localizzazione, oltre a utilizzare un lessico molto appropriato, non lesina di utilizzare parole con lettere accentate; dovrete tenerne conto quando digiterete la vostra strada per la gloria.

La trama in breve: la protagonista si chiama Rosalinda ed è un’archivista, ovvero una di quelle persone che hanno il compito di trascrivere e archiviare informazioni su ogni aspetto del mondo circostante, che si tratti di piante, animali, popolazioni o culture a esse legate. Rosalinda ha un’innata predisposizione alla magia in un’era in cui la magia sta andando perdendosi, motivo per cui quello che dovrebbe inizialmente essere un viaggio esplorativo si trasformerà irrimediabilmente in un vero e proprio viaggio di formazione dove la protagonista dovrà confrontarsi con le problematiche che affliggono il mondo in cui vive.

Dato che l’esaminare/archiviare dati, il combattere e anche solo il semplice spostarsi è tutto vincolato alla sola tastiera, gli sviluppatori hanno optato per utilizzare la barra spaziatrice per abilitare e disabilitare la scrittura, in modo che senza di essa il giocatore sia libero di muoversi liberamente. Quando la fase di scrittura viene attivata compaiono le parole sugli oggetti interagibili, che cambiano casualmente a ogni utilizzo; una volta digitate, queste permettono di fare cose come esaminare gli elementi, teletrasportarsi — perché il nostro personaggio non può saltare — o utilizzare le magie per combattere in tempo reale. L’aspetto interessante è che le magie possono essere anche combinate tra loro e magari anche utilizzate per aprire nuove strade per l’esplorazione, per esempio costruendo un ponte di ghiaccio o facendo scattare il meccanismo di un cancello con un fulmine.

L’esplorazione dello scenario è sempre un po’ guidata quando ci si muove in un’area per la prima volta ma, con il progredire dell’esplorazione, è possibile aprire scorciatoie che rendono gli spostamenti successivi decisamente più veloci. È importante esplorare bene l’ambiente di gioco perché l’elemento della catalogazione citato precedentemente è ciò che serve a guadagnare l’esperienza necessaria a sbloccare le tante magie e i bonus ottenibili a ogni incremento di livello. Il mondo di gioco non ha dungeon veri e propri, ma al massimo si incontrano aree limitate caratterizzate da ondate di nemici e come elemento aggiuntivo ci si imbatte in location caratterizzate da puzzle ambientali dove sfruttare a dovere le magie ottenute.

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Momento di catalogazione, in questo caso di un monumento. Di fatto sono i collezionabili del gioco.

Nanotale: Typing Chronicles impegna il giocatore per 10–12 ore e la sensazione che si ha giocandoci è che il gioco duri il giusto, non stancando nonostante si faccia di fatto una cosa sola per tutto il tempo ma dando anche al contempo il giusto respiro all’esplorazione del mondo di gioco, che si rivela ragionevolmente ampio. Il tutto è impreziosito da una direzione artistica deliziosa e dalla presenza del doppiaggio (non in italiano, ma ci sono i sottotitoli). Dal punto di vista del gameplay, invece, segnalo che è consigliato avere una certa praticità con il digitare tramite tastiera, perché non ci sono livelli di difficoltà selezionabili e certi frangenti — soprattutto le boss fight — richiedono una certa dimestichezza per poter essere concluse senza esaurimenti nervosi. Diciamo che se siete di quelle persone che quando digitano devono cercare di volta in volta il singolo tasto questo gioco difficilmente farà per voi.

Tutto bene, quindi? Purtroppo no. Come ho scritto in apertura, quello che ho fatto è stato un acquisto d’impulso e quando ho lanciato il gioco e visto quanto ci metteva a caricare mi è venuto un atroce dubbio; così sono andato a guardare i requisiti di sistema e ho visto che il gioco supporta ufficialmente solo Windows 10 e, siccome io stavo giocando su un computer con installato ancora Windows 7 (eh), qualche problema avrei dovuto aspettarmelo. Per inciso feci lo stesso errore anche circa sei mesi fa all’acquisto di Fall Guys, mi dà il medesimo problema del caricamento lungo iniziale ma poi il gioco gira bene lo stesso, è più una questione di ottimizzazione che altro. Purtroppo qui i problemi tecnici vanno ben oltre il caricamento iniziale: durante la mia permanenza nel mondo di Nanotale ho riscontrato una lunga serie di problematiche, che spaziano dal filmato introduttivo che scatta al frame rate che crolla nelle aree più piene di dettagli, fino ad arrivare a bug assortiti come il personaggio che si incastra o le texture che caricano a rilento e gli scenari che si compongono “a rate”, specialmente nei passaggi tra un’area e l’altra in cui è richiesto un nuovo caricamento.

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L’ultima volta che incontrai problematiche così invasive in un videogioco non la presi proprio benissimo, ma a differenza di quei pelandroni di Microids qua gli sviluppatori stanno dimostrando un po’ più di dedizione alla propria opera lavorando ad aggiornamenti per sistemare le cose, tanto che dalla data d’uscita al momento in cui sto pubblicando questa recensione il gioco ha già ricevuto diversi bugfix. In ogni caso al momento la situazione è ancora critica. Pur essendo riuscito a completare e apprezzare il gioco, mi sento comunque di sconsigliarvelo fino a quando non avranno dato una risistemata generale, perché i problemi tecnici si fanno davvero sentire. La cosa ancora peggiore è che la release candidate (la versione 1.0, per capirci) è arrivata alla fine di un discreto periodo di Early Access.

Insomma per adesso è meglio limitarsi a tenerlo d’occhio da lontano, in attesa di tempi migliori.

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