Videogiochi da ascoltare — Il suono del Valhalla

L’esplorazione secondo Jesper Kyd, la narrazione secondo Sarah Schachner.

Daniele “Alteridan” Dolce
Frequenza Critica
5 min readJan 15, 2021

--

Copertina eivor donna assassin’s creed valhalla

Devo essere onesto: i setting a tema nordico non è che mi piacciano poi così tanto. Anzi, le mie ambientazioni preferite sono proprio quelle esattamente agli antipodi. Mi piacciono i deserti, le aree calde, magari con qualche sfumatura mediorientale, o — ancora meglio — qualcosa di liberamente ispirato al sud-est asiatico. È forse questo il motivo per cui ad Assassin’s Creed Valhalla continuerò sempre a preferire Origins, primo esponente del nuovo corso che ha visto il debutto della formula RPG.

D’altro canto, è davvero impossibile non notare i tantissimi passi avanti fatti proprio da Valhalla, sia che si parli di una struttura di gioco sempre meno rigida, sia per quanto riguarda un’esplorazione raramente fine a sé stessa (sebbene permangano ancora alcuni difetti tipici degli open world griffati Ubisoft). Purtroppo le numerose attività da portare a termine in maniera meccanica sono il prezzo da pagare per avere tutto il resto, e cioè un mondo digitale capace di catturare l’attenzione con i suoi paesaggi quasi del tutto incontaminati, tra distese di neve e vaste praterie nelle quali si stagliano le occasionali rovine di epoca romana, oppure la dimora di qualche povero bracciante.

Morte cavalva Disperazione tra i ghiacci di Darksiders 2
Un momento… cosa ci fa qui uno screenshot di Darksiders II?

L’esplorazione è quindi al tempo stesso croce e delizia dell’ultimo action RPG sviluppato da Ubisoft Montréal. Un’esplorazione che può contare sulle ottime musiche composte da Sarah Schachner, alla sua terza prova come autrice di una colonna sonora per un Assassin’s Creed, e da Jesper Kyd, veterano della serie che ritorna dopo una lunghissima pausa di ben nove anni. Pensate che il buon Jesper non ha più collaborato con Ubisoft dopo la conclusione della trilogia di Ezio: Revelations è stato infatti l’ultimo titolo per cui ha composto la soundtrack (assieme a Lorne Balfe). Alla coppia si è unito anche il musicista norvegese Einar Selvik, curatore di un aspetto particolare del gioco che affronterò tra un attimo.

Ubisoft ha quindi voluto riunire in un’unica colonna sonora due visioni ben distinte della saga di Assassin’s Creed. Da un lato abbiamo Sarah Schachner, con il suo stile moderno che fa ampio uso di strumenti elettronici e che ha segnato il nuovo corso del franchise componendo la soundtrack di Origins.

Dall’altro troviamo quello stesso Jesper Kyd che ha contribuito a delineare l’immaginario classico della saga. L’autore di quel tema musicale che sarebbe poi diventato il filo conduttore di ciascuna incarnazione della serie, dal secondo capitolo in avanti.

Ezio’s Family punta tutto su un motivo riconoscibile che può essere declinato in migliaia di modi. È una composizione incredibilmente geniale proprio per via della sua semplicità, tant’è vero che di riflesso è diventato il tema principale della saga. Spesso è ciò che si sente al primo avvio e tra i menu, e chiaramente Valhalla non fa eccezione.

Qui possiamo ascoltare le sonorità digitali — quasi a voler sembrare artefatte — tipiche della Schachner che si fondono alle note rarefatte, eteree di Jesper Kyd. E poi? E poi c’è l’apporto di Einar Selvik e del suo progetto di musica folkloristica norrena, i Wardruna, che con cori e suoni gutturali anticipa esattamente al giocatore ciò che lo attende per le successive sessanta, ottanta, addirittura cento ore. Questo è Assassin’s Creed Valhalla: vecchio e nuovo che si avvicinano, si sfiorano, si allontanano e si ricongiungono, un tema ricorrente tanto nella colonna sonora quanto nel videogioco vero e proprio.

È però nell’esplorazione che la colonna sonora di Valhalla dà il meglio di sé, soprattutto nel raccontare la fredda desolazione norvegese in cui si svolge il prologo dell’avventura. Prima di salpare per l’Inghilterra, infatti, abbiamo modo di affrontare una serie di quest nella terra natia di Eivor. Questa prima parte del gioco non serve solamente a familiarizzare con le novità introdotte in questa iterazione della serie, ma ha lo scopo di presentarci il protagonista e introdurci al suo background narrativo.

Dicevo in apertura di non amare le ambientazioni innevate, eppure avventurarsi sulle altissime cime norvegesi, a picco sull’oceano, è stata un’esperienza catartica. Non nascondo di essere più volte salito in sella al mio fido destriero imboccando un sentiero, attivando la cavalcata automatica e la visuale cinematografica, lasciando che il fido equino mi guidasse verso una meta ignota. È così che ho scoperto il vero capolavoro di Valhalla.

“Out of the North” è la quintessenza di questo nuovo Assassin’s Creed. Le note composte da Jesper Kyd trasmettono un fortissimo senso di calore, di comunità, di appartenenza a un qualcosa di più grande. “Out of the North” ha un solo significato: casa.

Un tema ambientale che è possibile ascoltare casualmente durante l’esplorazione, spesso mentre ci si inerpica sulle pareti rocciose accompagnati dal suono scrosciante di una cascata. Magari di notte, con l’aurola boreale che fa risplendere il cielo stellato. Non è un caso che uno spezzone di questa traccia, la parte vocale, venga riprodotto durante le sincronizzazioni nel territorio norvegese, e solo in questi casi. Il significato intrinseco è proprio questo: una traccia di questo tipo si può ascoltare solo quando si è in pace con sé stessi, nella terra che più si ama. Eivor può essere riuscito a costruire una comunità in Inghilterra, ad avviare una nuova vita in terra straniera, ma c’è solo un posto che potrà continuare a chiamare casa, e quel posto è l’unico luogo dove le note della colonna sonora si fanno davvero calme, soavi, accoglienti.

Eppure Jesper Kyd non è nuovo a componimenti di questo tipo. Forse il più emblematico lo troviamo nella soundtrack di Darksiders II.

In questo caso, però, il contrasto è diverso. All’inizio del prologo del gioco Morte non è in pace con sé stesso, è in cerca di vendetta, di una spiegazione per quanto accaduto al fratello Guerra. Il protagonista vive un conflitto interiore che lo accompagnerà per tutto il gioco, e ciò si ripercuote anche nel pezzo che segna la fine del primo atto dell’action adventure targato Vigil Games.

Ma attenzione, anche Eivor in Assassin’s Creed Valhalla vive un conflitto interiore simile. Anche qui i dubbi che tormentano Eivor hanno a che vedere con il rapporto con il fratello. Non è un caso che “Out of the North”, dunque, venga utilizzato anche come tema conclusivo del prologo. Un ultimo sguardo alla terra natia prima di salpare per l’Inghilterra. In questo caso il tema musicale assume una valenza differente: non siamo più al cospetto di una traccia che rappresenta il significato di casa, bensì di un componimento nostalgico.

Da lì in avanti, alle fredde terre della Norvegia si avvicenderanno le lussureggianti foreste dell’Essexe, la grigissima Lunden, o le piovose distese del Cent, tutti luoghi con temi musicali ben distinti. Impossibile, però, dimenticare il senso di libertà concesso dalle cavalcate senza fine in quella che anche per me, nonostante le iniziali rimostranze, è diventata un po’ una seconda casa.

--

--

Daniele “Alteridan” Dolce
Frequenza Critica

Mi piace scrivere di ciò che mi passa per la testa. Prevalentemente di videogiochi, film e serie TV.