Veneto 2015: candidati consiglieri allo sbaraglio (graficamente parlando)

Mirko Visentin
Graphic Design Italia
5 min readApr 16, 2015

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Dopo l’analisi dei progetti grafici delle campagne elettorali dei candidati alla presidenza della Regione Veneto, proverò a passare in rassegna anche le campagne di alcuni candidati consiglieri.

Il piatto non sarà altrettanto ricco e gustoso, ma vi assicuro che c’è di che riflettere…

Gli indecisi. Il caso Monica Vanin

Dante li avrebbe bollati come “ignavi”. In realtà chi si candida senza dirti con quale partito o lista sta solo aspettando di capire dove collocarsi. E così si prende per tempo, ma con cautela.

È il caso per esempio di Monica Vanin, il cui ritratto campeggia da giorni dietro casa mia.

Da una ricerca in rete ho scoperto che è una pianista e clavicembalista professionista, e che è stata prima assessore, poi — dal 2010 — consigliere comunale di minoranza a Cavallino-Treporti, in provincia di Venezia, dove nel 2012 ha ricevuto il premio “Carega vuota” per le numerose assenze in consiglio comunale (non un gran bel biglietto da visita…)

Il suo motto? “La mia forza siete voi”. Be’, di sicuro non possono esserlo né il suo partito né la sua lista di riferimento…

Gli abbandonati. Il caso diffuso dei candidati PD.

Essere il primo partito d’Italia e non riuscire a coordinare le campagne elettorali dei propri candidati la dice lunga sul ruolo dei partiti nella società odierna, ma anche del destino dei loro candidati, poverini: sempre più precari, sempre più flessibili, sempre più “liquidi” — come direbbe il sociologo Zygmunt Bauman.

Con sommo dispiacere dei miei amici type-voyeur questa volta non mi soffermerò sull’analisi dell’uso delle font per concentrarmi sulla scelta dei colori, che opera ad un livello della comunicazione più basso, quindi più immediato e accessibile.

Detto questo, ricordo che la prima ad allontanarsi cromaticamente dal partito è stata la stessa candidata a presidente Alessandra Moretti, che al tricolore piddino ha preferito quello dei Democrats statunitensi.

Sulla sua scia si sono messi i due candidati maschi della circoscrizione veneziana: il consigliere regionale uscente Bruno Pigozzo e l’ex vice sindaco di Venezia Sandro Simionato, recentemente travolto dallo scandalo Mose che ha visto coinvolto il sindaco Orsoni e ne ha azzerato la giunta.

Ancora orgogliosamente legati ai colori del partito, invece, Liana Bovolenta (Treviso) e Francesca Zottis (Venezia), la quale però ha preferito delle tonalità di rosso e di verde più spente, con un effetto cromatico decisamente poco armonico.

Sul magenta ha puntato tutto l’ex assessore veneziano Tiziana Agostini (un’altra vittima del caso-Orsoni…). Scelta sicuramente originale e in linea con uno dei suoi settori di elezione (le politiche per le donne e le pari opportunità); peccato che lo stesso identico colore lo abbia scelto Luigi Brugnaro, candidato a sindaco di Venezia con una lista non certamente del PD. Una scelta quindi poco felice visto che 1) le elezioni regionali e comunali si terranno lo stesso giorno, con conseguente sovrapposizione delle campagne elettorali; 2) la Agostini, veneziana, ha il suo bacino di voti proprio a Venezia e Mestre, dove tra l’altro è stata assessore comunale fino a pochi mesi fa; 3) Brugnaro — imprenditore affermato, che quindi meglio di altri sa cos’è la comunicazione — soverchierà con la sua campagna total magenta quella della Agostini. Insomma: un bel casin, Tiziana.

E se sei un giovane democratico con la fisionomia che ricorda Angelino Alfano, che colore scegli per la tua campagna elettorale? Di sicuro non l’azzurro, proprietà cromatica da anni del centrodestra… Evidentemente non la pensa così Giovanni Tonella, candidato per la circoscrizione di Treviso, che ai suoi elettori di presenta così:

I ricicloni. Il caso Silvia Conte.

(Da non confondersi con i riciclati, che sono altra cosa, ma comunque ci sono…)

Silvia Conte, sindaco — ops, sindaca, sennò si arrabbia — di Quarto d’Altino si è presentata in questi giorni ai suoi elettori con gli stessi colori della lista Tosi: giallo e grigio. E già qui ci sarebbe da chiedersi perché, visto che anche lei è una candidata del PD.

Il perché è presto detto…

Premetto che nel 2011, assieme ad un bel gruppo di amici, ho partecipato alle amministrative di Quarto d’Altino (che è il mio paese) nella lista civica “per quarto”, che si contrapponeva, tra le altre, anche alla lista “Silvia Sindaco” (all’epoca ancora con la ‘o’). Va da sé che un po’ per deformazione professionale, un po’ perché direttamente coinvolto nella “competizione”, un po’ perché ho una buona memoria, ricordo perfettamente le campagne elettorali delle altre liste (ed erano ben 7!), compresa la sua.

Capirete quindi anche voi che quando l’altro ieri mi son trovato davanti lo stesso identico progetto grafico, con la stessa incomprensibile composizione tipografica futurista che manco le parole in libertà di Marinetti (SIlvia SIcandida SIndaco), con gli stessi slogan (trasparenza, sicurezza, etc.) e pure le stesse foto (sì, le stesse foto!) di quattro anni fa, mi son sentito sprofondare.

Una tale operazione di riciclo avrebbe potuto farla — anzi, secondo me avrebbe dovuto farla — se si fosse ricandidata nello stesso contesto (le comunali) e con lo stesso progetto politico (una lista civica), ma così proprio no!

Secondo me un volantino del genere, nelle mani di un abitante di Quarto d’Altino distratto, è destinato a prendere immediatamente la via del… riciclo (bidone giallo, da esporre il giovedì mattina, grazie).

Concludendo

La progettazione grafica, intesa in senso ampio, è sempre stata al servizio della comunicazione, che significa dell’informazione se i fini della comunicazione sono onesti. Quello che invece sto vedendo in questi giorni è una gara a chi fa più confusione. Che non è certo un buon esempio di servizio alla cittadinanza.

E pensare che giusto quest’anno si celebrano i 500 anni dalla morte di Aldo Manuzio, che con la chiarezza e la pulizia delle sue pagine e dei suoi caratteri ha contribuito all’affermazione in Europa di Venezia quale capitale rinascimentale dell’editoria e del design tipografico.

R.I.P. (se ci riesci…)

Due pagine dell’edizione originale della Hypnerotomachia Poliphili di Francesco Colonna, pubblicata a Venezia da Aldo Manuzio nel 1499.

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Mirko Visentin
Graphic Design Italia

Book/Web/App designer fissato con la storia dell’editoria, della tipografia e della letteratura italiana. Mi occupo di UX e UI design per sputnikweb.it