Quel giorno non è oggi, ma verrà

La gigantesca e promettente Titano, vista dai ragazzi

Marco Castellani
GruppoLocale
7 min readMay 22, 2017

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Continuiamo la carrellata di estratti dai temi dei ragazzi che hanno partecipato all’edizione italiana del concorso Cassini Scientist for a Day, occupandoci, dopo il post dedicato a Encelado (al quale rimandiamo per tutte le doverose considerazioni introduttive), degli elaborati concernenti il secondo target tra i tre che costituivano la rosa di possibili scelte.

Parliamo questa volta di Titano, la luna più grande di Giove. E’ anche la seconda luna in ordine di grandezza di tutto il Sistema Solare, battuta solo da Ganimede, satellite naturale di Giove. Titano è stata scoperta da Christiaan Huygens nel lontano 1655.

Tanto per dire che con Titano non si scherza, e che a volte anche le lune fanno sul serio, sappiate che supera in dimensioni perfino il pianeta Mercurio. Dunque non parliamo di un sassolino, ma di corpo celeste di più di cinquemila chilometri di diametro. Così, giusto per capire con chi abbiamo a che fare.

Al di là delle dimensioni ragguardevoli, è comunque un ambiente molto interessante, perché malgrado la bassa temperatura (stiamo intorno ai centottanta sotto zero…) è l’unica luna del Sistema Solare a possedere una spessa atmosfera, e potrebbero esserci dei liquidi che scorrono sulla superficie — certo non acqua (fa troppo freddo!), ma etano e metano, probabilmente sì. Con laghi, nuvole, pioggia.

Insomma proprio come da noi, ma diverso.

Già nel 1980 ci si occupava di Titano. Questa immagine in falsi colori è stata presa dalla sonda Voyager 1 (l’oggetto umano più lontano nell’intero universo) nel novembre di quell’anno, e rivela bene lo strato di foschia che copre il satellite di Saturno. Crediti immagine: NASA/JPL.

Vediamo dunque che ne pensano i ragazzi: ripercorriamo (questa volta) in maniera non competitiva qualche elaborato, con lo stesso spirito amichevole e non giudicante, con la stessa curiosità sempre rispettosa e ammirata, anche quando ci permettiamo di scherzare. Perché come vedrete, c’è qui un’altra evidenza di un fatto. Un fatto semplice, che regala speranza.

C’è anche un tesoro di meraviglia in questi giovani scienziati, e non è nostra intenzione nasconderlo o disperderlo. Tutt’altro. E’ coltivarlo, quello che ci preme sopra ogni altra cosa.

Ebbene, andiamo ad iniziare. Diciamo subito che l’importanza di Titano — anche prettamente economica — è immediatamente colta, anzi ripresa e rilanciata in linguaggio più internazionale, quale l’inglese (lingua permessa dal concorso).

Because the aerospace probe called Cassini has discovered that on Titan
there are lots of oceans of Methane in a liquid state! So if we could
bring to earth all the Methane that there is on Titan, many economic problems that the whole world is facing could be solved! (Alice Nicole Albiosi, Valeria Centola, Filippo Rati, Anna Boeri)

Dunque, vale la pena andarci, anche per cercare di dare soluzione ad alcuni problemi economici, molto molto terrestri. Venendo poi alla cronaca di questo viaggio (ancora) immaginario, possiamo addentrarci nei dettagli dell’impresa: anche per questo target i ragazzi (e questo è molto interessante) si affidano sovente alla forma della scrittura di un proprio diario di viaggio, ove si mescolano in modo affascinante e del tutto naturale particolari del cosmo e della vita più quotidiana.

Mi è piaciuto moltissimo scoprire le caratteristiche di Titano e di tutti i suoi misteri, ho voluto raccontarti ciò perché in classe siamo stati tutti affascinati dalla sua bellezza. Spero di non averti annoiato e spero di prendere un buon voto all’interrogazione ;). Adesso vado a dormire che tutte queste scoperte celesti mi hanno fatto venire sonno, buonanotte piccolo diario, ti voglio bene e alla prossima avventura!. (Kyle Boschi, Greta Cicero, Alice Nesi, Giulio Faggi, Sophie Giovannetti)

A volte, quando si immagina di intraprendere davvero questo viaggio, l’interlocutore dello scrivente diviene la stessa sonda Cassini, la infaticabile esploratrice di questi remoti ed affascinanti angoli del cosmo. Anzi, si può immaginare un vero e proprio dialogo tra la Huygens (una sonda secondaria che è atterrata su Titano nel 2005) e la Cassini! Questo è un altro spunto di bellezza e creatività, da trattenere: difficilmente un adulto penserebbe ad un dialogo tra due sonde, personificando uno scambio di dati tra due strutture in metallo e circuiti elettrici. Una ragazza, un ragazzo, conservano ancora quella particolare sensibilità per cui tutto il reale parla, compreso il mondo inanimato. Vediamo dunque qualche scampolo di quel che si sono detti.

Cara Cassini,
ho viaggiato per circa un anno nello spazio per arrivare su Titano.
Non so se ti ricordi, ma mi sono separata da te il 25 dicembre 2004, proprio il giorno di Natale, forse il Natale più brutto che abbia mai passato visto che ho perso l’unica compagna di viaggio che avevo.
Ma non perdiamoci in chiacchiere.(Giulia Cancemi)

Dunque una confidenza anche amara, ed insieme un richiamo all’essenzialità. Dopo aver descritto l’ambiente, tuttavia, anche la Huygens si lascia andare ad una annotazione più emotiva, quasi… celebrativa.

Oggi è l’ultimo giorno che starò su Titano perché è finalmente arrivato il 2017 e dopo tutti questi anni ci incontreremo di nuovo. Io organizzerei una festa con le altre sonde per festeggiare la riuscita della missione…Cosa ne dici, verrai? Spero di sì :-)La tua cara amica, Huygens

La meraviglia dello spazio, d’altra parte, non si può censurare: è lei che ti prende, quando non te lo aspetti. Ti avvince. Più bella di un romanzo.

Ricordo, poi, quando all’ esame di maturità portai proprio il pianeta Titano
e la stranezza dei propri laghi. Quando studiai la storia di questa scoperta
lessi la notizia tutta d’ un fiato, come succede quando leggi un
colpo di scena in un libro. (Chiara Cinquini)

C’è da dirlo. A volte si va nello spazio per rimediare. Per trovare un ambiente vergine, incontaminato, dove poter ricominciare, finalmente.

Siamo qui in missione su una delle più affascinanti lune del sistema solare,Titano. Un corpo celeste al quanto particolare e misterioso. Il nostro scopo nostro scopo è quello di rimediare ai danni creati dal progresso industriale e tecnologico della società sulla terra… (Dario Del Carlo, Tommaso Giangrasso)

Qui siamo nella falsariga di un filone fantascientifico anche importante, quello dell’esplorazione del cosmo come rimedio sanante per i danni che abbiamo provocato sul nostro pianeta, con l’incuria e la disattenzione. Potremmo anche sintetizzare, ricordando la celebre Extraterrestre di Eugenio Finardi…

Extraterrestre portami via
voglio una stella che sia tutta mia
extraterrestre vienimi a cercare
voglio un pianeta su cui ricominciare…

Andiamo cauti, verrebbe da dire. Calma. Anche la semplice partenza, lo sappiamo, potrebbe comportare i suoi problemi. Facile dire me ne vado, ben più difficile è farlo davvero senza danni…

Il quindici ottobre del 1997 la sonda Cassini fu lanciata da Cape Canaveral.
Al momento del lancio alcuni naturalisti si lamentarono per via che la navicella
era alimentata da plutonio e avrebbe potuto creare problemi all’ambiente. (Cristiano Mignano)

Lo stesso Cristiano più avanti, aggiunge (forse tradendo un po’ d’impazienza, verso il raggiungimento della famosa fine missione)

Per questi motivi ho scelto come target i laghi di idrocarburi su Titano e spero che sia l’ultima cosa che la sonda Cassini ci racconterà prima di terminare la sua corsa a settembre del 2017 bruciando nell’atmosfera di Saturno.

Che è un po’ come ammettere, quasi fuori dai denti, che sì è tutto molto interessante, ma mettiamo la parola “fine” ad un certo punto…

Un approccio interessante è quello di mettersi nei panni di scienziati del passato (con tanto di camera avanti veloce verso il presente). Entriamo qui di seguito nel dettaglio di una corrispondenza di grande interesse, quella tra Christiaan Huygens e Giandomenico Cassini. Questo avrebbe confidato Huygens all’illustre collega, in una lettera datata 13 marzo 1655…

Ho notato l’esistenza di uno strano materiale di cui ancora non so bene la composizione (torniamo al nostro presente per un attimo. Questa sostanza è il Metano: scoperto nel 1776 da Alessandro Volta) ma non ho intenzione di rivelarne la scoperta. Prova solo ad immaginare quale sorpresa potrebbe essere per l’intera umanità. In un futuro non molto lontano potremmo finalmente riuscire ad andare nello spazio e vedere queste famose forme di vita. Vorrei coinvolgerti con me in questa fantastica avventura… (Federico Pietraroia, Luca Sacco, Emanuele Fierro)

La risposta di Cassini (come leggiamo dall’elaborato) è sorprendentemente realistica, e rivela una conoscenza non banale dell’animo umano.

… secondo me la Terra e i suoi abitanti non sono ancora pronti per questa enorme scoperta; per il semplice motivo che, all’ essere umano, tutto ciò che è nuovo fa paura. Un giorno la tua scoperta diventerà famosa ma quel giorno non è oggi.

Chiudiamo qui la nostra rapida carrellata, allontanandoci da Encelado sull’onda di questo immaginario carteggio, fantasiosa opera di tre ragazzi (ricordiamoci) di appena tredici anni.

Ecco. Ci piace chiuderla rimanendo sulla evidenza quasi solare che all’essere umano, tutto ciò che è nuovo fa paura. Se questo è indubbiamente vero, è anche vero che a volte, si tratta appena di pazienza. In altre parole, si deve solo aspettare.

Quel giorno non è oggi, ma quel giorno verrà.

E l’esplorazione dello spazio, la disposizione — sempre da rinnovare — a stupirsi di quanto accade sopra la nostra testa, è forse un medicamento salutare a questa paura del nuovo, o meglio di ciò che in fondo non si conosce. Del resto, fin da quando Galileo mise l’occhio al telescopio, ci conforta l’idea che quel che non si conosce, in fondo, si può apprendere. Senza fretta e senza paura.

La natura è decifrabile, e questa è una meraviglia incredibile, che a volte i ragazzi colgono più facilmente degli adulti. Viviamo in un mondo, in un universo, che si vuol fare comprendere da noi.

Approfittiamone.

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