Willy Sommerfeld

Lo “zio” di Golzow.

Giada Farrah Fowler
I BAMBINI DI GOLZOW

--

A scuola si teneva un po’ in disparte, a sedere nel primo banco a sinistra. Era il più basso tra i maschi ed aveva un problema alla vista; un bambino molto vivace, si distraeva in continuazione. La sua materia preferita era la biologia e mostrava di essere un esperto di animali. In otto anni riuscì a fare sette classi, dopo l’estate non tornò più a scuola. Suo padre, classe 1910, ha studiato ancor meno: la sua vita è stata piena di lavoro, fatica e preoccupazioni. Era un lavoratore agricolo, aveva iniziato la scuola a 5 anni e l’aveva finita a 13.

Eppure Willy poteva starne certo: ci sarebbe stato bisogno di uno come lui in paese. Inizia a lavorare durante le vacanze estive ed ottiene un lavoro nella cooperativa, come agrotecnico. Voleva assolutamente lavorare, al più presto, fare qualcosa che si potesse misurare in ettari o quintali, dimostrare di valere qualcosa. Avrebbe preferito imbarcarsi su un peschereccio a Rostock, ma accetta per il momento l’impiego in paese.

Come studente ammette di essere stato mediocre, ma al corso professionale sa di avere la sua chance per mettersi alla prova ed avere una bella vita. Già, ma cos’è una bella vita? Una vita di successo o una vita decorosa? “Una vita per la quale si possa essere utili agli altri” — risponde.

A poco più di 20 anni è già sposato con due figli, Steve e Swen, ed é cresciuto molto, così come i suoi capelli. Con la moglie Inge, mungitrice, ottiene il tanto desiderato appartamento che spettava loro, a Rathstock, nelle vicinanze di Golzow. Il lavoro in officina é monotono, gli va stretto, sogna di fare il camionista.

Da soldato riesce — a suo modo di pensare — a girare il mondo: va a Lipsia, a Karl-Marx-Stadt e a Letzingen Heide… stando alle misure dei cittadini della DDR il mondo doveva essersi ristretto!

Nel 1978 studia ancora per ottenere l’attestato di saldatore specializzato: per
lavorare servono qualifiche ed è costretto a tornare più volte sui banchi di scuola.

Per la generazione cresciuta nella RDT era infatti quasi scontato che lo studio potesse durare per tutta la vita, ben prima degli indirizzi relativi al lifelong learning: mutavano semplicemente le forme dell’apprendimento.
Nei corsi di qualificazione professionale si potevano incontrare spesso anche cittadini anziani, che vi erano indotti per lo più dalle nuove esigenze scaturite sul posto di lavoro, ma anche dal desiderio di conseguire una qualificazione superiore.

Strumenti di qualificazione per gli adulti erano pure i centri di formazione aziendali, noti anche sotto il nome di “accademie aziendali”. Vi si svolgevano dei corsi che tenevano conto dei più vari interessi e, naturalmente, delle esigenze della fabbrica.

Nel corso del 1978 si sono qualificati circa 1.500.000 operai ed impiegati delle aziende industriali. Il livello più elevato della qualificazione per gli adulti era rappresentato dallo studio per corrispondenza presso una scuola professionale superiore per il conseguimento della laurea, o dallo studio postuniversitario per la specializzazione in un determinato ramo.
In tutte queste forme di perfezionamento l’azienda assicurava agli studenti un generoso sostegno. Rientravano nel quadro di tali agevolazioni alcune giornate libere da dedicare allo studio e l’esonero dal
lavoro, regolarmente stipendiato, per sostenere gli esami.
Il perfezionamento degli adulti era inoltre affidato alle università popolari, ai circoli e ai centri culturali e alle trasmissioni speciali della tv.
Numerose manifestazioni sono state organizzate dall’URANIA, un’istituzione sociale che si occupava della divulgazione di conoscenze attinenti all’ambito sociale, naturale e tecnico.
Nel solo 1978 sono state 355.111 le manifestazioni al suo attivo; vi hanno preso parte 11,7 milioni di persone.

Dopo sei anni di matrimonio, arriva il fatidico settimo anno, quello delle divergenze di opinione, degli spigoli. A metà degli anni ‘80 Willy viene richiamato dall’esercito come riservista. Inge rimane spesso da sola con i bambini. Si separano nel 1981 e secondo lei la colpa è di Willy: aveva conosciuto un’altra donna durante il corso.
L’ex suocera dà ragione ad Inge; la donna ha 70 anni ma lavora ancora, fa le pulizie, non potrebbe fare a meno del suo impiego, per lei è sia reddito che svago. Ha cresciuto tre figli, due femmine e Willy, che non finora non aveva mai dato preoccupazioni alla famiglia.

La DDR deteneva il record dei divorzi e la cosa più difficile era dividere le case, quindi a lungo i due furono costretti a convivere nonostante la separazione.

Più tardi si trasferisce a Grafenhainichen, tra Lutherstadt-Wittenberg e Bitterfeld. Dopo un paio di avventure, durante il raccolto, conosce Jutta, ingegnere agrario, capoturno allo smistamento delle patate nella cooperativa locale. Hanno un bambino, Kevin, che prende inizialmente il cognome della madre e chiama suo padre “zio Willy”.

Anche Ingeborg si è rifatta una vita. Il marito, Peter Rohl di Heinrichsdorf, lavora assieme a lei, sono entrambi mungitori.
La madre di Willy è l’unica che va a trovarli, va in bicicletta da Inge, 66 km andata e ritorno, non intende perdere i contatti con i nipoti come ha fatto suo figlio. Suo marito è morto e lei continua a lavorare.

Arrivano continue ventate di novità nella storia e nella politica, tutto cambia in modo veloce e sorprendente. La preoccupazione ovviamente c’è, ma si preferisce tenerla ai margini del proprio pensiero.
Willy crede che l’unificazione sia giusta, ma che non lo sia lo stato di euforia iniziale, nel quale non si pensava altro che al fallimento economico della DDR, al degrado causato dall’economia pianificata e in cui si credeva nell’arrivo immediato del benessere, invocando a gran voce l’introduzione del marco occidentale e dell’economia di mercato. Ciò che è esistito
fino ad ora non poteva rimanere in piedi nel nuovo sistema.

Nell’estate del 1991 Jutta e Willy stanno bene, hanno qualche piccola divergenza, la cooperativa esiste ancora ma non per molto: hanno un liquidatore, vendono tutto per cercare di pagare i debiti e chiudere senza averne, se possibile. I due pensano di entrare nel programma di assunzioni sovvenzionate ABM, non hanno grandi aspettative ma sono ancora ottimisti.

Inge ha comprato una casa con Peter a Neubarnim, nell’Oderbruch; adesso sono in sei. La madre di Willy non ha più le forze per andare a trovarli con la sua bicicletta.
Al diciassettesimo compleanno di Swen partecipa anche Willy, visibilmente a disagio. Non è mai stato presente nella vita dei suoi figli, che lo hanno accettato con fatica e distacco.

Nel marzo 1992 le previsioni di Willy si avverano. L’impiegata dell’ufficio di
collocamento elenca le cifre: nel suo piccolo distretto i disoccupati sono 2.805, il 15% dei disoccupati di tutta la regione, di cui il 68,3% sono donne.

Nel marzo 1993 si procura un lavoro da solo: aiuta a sgomberare la sua ex DDR con il camion. Vengono abbattuti interi complessi e lui ne trasporta le macerie. Jutta è stata indirizzata a un corso di riqualificazione per conseguire la qualifica di responsabile d’azienda: deve stare in classe per ore, studiare per gli esami.

Swan e Steven sono apprendisti muratori; quando finiranno il corso faranno il servizio militare per quattro anni. Le loro speranze di trovare lavoro all’est sono flebili: lo stallo non è totale, si va avanti a piccoli passi, si vive giorno per giorno.

Nel 1999, per il 50° anniversario della DDR Junge avrebbe dovuto mostrare dei socialisti perfetti… Willy ride: “I dinosauri si sono estinti!” — dice.

Jutta e Willy hanno deciso di sposarsi, così Kevin prende il cognome Sommerfeld. Non è stato un grande matrimonio, si sono soltanto “registrati” e, con un tratto di penna, lo zio camionista è diventato papà.

--

--

Giada Farrah Fowler
I BAMBINI DI GOLZOW

Opinion leader, socia Aci, trascrittrice braille, testimone oculare, insegnante di cockney. Un'infanzia tormentata e un'adolescenza anche più dolorosa.