Bernard e Eckhard

Lavoratori infaticabili.

Giada Farrah Fowler
I BAMBINI DI GOLZOW

--

Bernhard Guderjahn ed Eckhard Hoppe hanno mantenuto una solida amicizia durante questi lunghi anni. Erano due ragazzi molto tranquilli e spesso nel documentario sono serviti come esca per portare alla ribalta gli altri compagni di scuola.

Entrambi frequentarono dieci anni di scuola ed ottennero una valutazione sufficiente, diventarono meccanici agricoli specializzati e lavoratori infaticabili. Ma a dispetto del loro comune punto di partenza, hanno percorso strade diverse.

Riprendere Bernhard non è mai stato facile per l’operatore: era molto esile, poco appariscente, timido, evitava di comparire nelle inquadrature.
I bambini come lui sono felici se qualcuno ruba loro la scena o se la cinepresa si dimentica di seguirli.

Vive con i genitori, un fratello e una sorella di dieci anni più piccoli in una grande casa che reca evidenti segni degli avvenimenti bellici, è piena di fori di proiettile e non sembra possibile che sia ancora abitata; dal 22 marzo 1945, quando il gruppo d’assalto dell’esercito sovietico si riunì in questa zona, il Comune ha solo riparato il tetto e cambiato qualche finestra.
La madre lavora al “Konsum”, il padre è membro da molti anni del dipartimento di economia agronutrizionale del Consiglio Distrettuale di Seelow.
Se esistesse un’onorificenza simile, Bernhard sarebbe stato già insignito dello stemma delle “mani sporche”: un meccanico di macchinari agricoli di rado le ha pulite, questo è il suo ambiente, è un uomo dalla incredibile modestia, forse riuscirebbe a vivere altrove ma è bloccato dal suo lavoro.

In realtà, il Diogene di Golzow, non ha piani concreti: non ha mai perso tempo a riflettere su altri scenari possibili. Ha scelto uno stile di vita del tutto particolare e non vive come gli altri cittadini della Polis!
Ma è pur sempre un cittadino della DDR e nel 1975 deve indossare l’uniforme per pattugliare il confine di Stato, trovare coloro che sconfinano ed arrestarli.
Per evitare di essere chiamato tra i riservisti, entra nel Partito e si unisce alla Milizia della cooperativa agricola.

Più tardi conosce una ragazza, Ines Bartelt, lei faceva il tirocinio a Golzow e
studiava a Berlino per diventare giardiniera. Così finalmente la sua vita cambia, ma non di molto: diventa uno scapolo con un figlio, Martin.
Lei è intenzionata a tornare a vivere a Sellin, sull’Isola di Rügen, lui non si vuole spostare dal suo rudere post-bellico.

A casa, nel tempo libero, legge molto, la tv non gli serve; quando aveva undici anni era l’unico in classe a non averla, è cresciuto senza.
Vede Martin ogni sei mesi, se tutto va bene.

Il 1990 è il momento di passaggio in una nuova era: il vecchio “Konsum” non c’è più, ma è arrivato il consumismo. La casa che vide la guerra, il dopoguerra e il socialismo viene evacuata ed abbattuta: Bernhard è costretto ad uscire dal nido e a trasferirsi in una ex sistemazione per lavoratori agricoli stagionali; per 18,5 marchi DDR al mese ha due stanze e, per la prima volta, una cucina.

Vive da solo e commenta con molta franchezza gli avvenimenti recenti: il Partito — dice — non ha più niente da offrire, ha una pessima reputazione; il suo modo di vedere le cose non è cambiato affatto, ma si sente profondamente deluso, ingannato e lascia scadere la tessera.
Va a votare il 6 maggio 1990 alle ultime elezioni della DDR; hanno montato quattro cabine: una novità, poiché prima servivano solo da arredamento.

Nel 1993 il dottor Manfred Großkopf, crea una joint venture tra la cooperativa agricola di Golzow e quella di Tekucha, in Ucraina. Visto che la Comunità Europea li obbligava a ridurre le proprietà di 1.500 ettari, ne hanno affittati 4.000 qui, a metà strada tra Kiev e Odessa, per poter continuare ad utilizzare i macchinari: offrono l’abilità tecnica, si occupano del marketing e garantiscono agli ucraini il 55% del profitto per il 49% delle azioni. Bernhard viene inviato a lavorare là.

Ines intanto continua la sua vita, Martin cresce bene ed ha ottimi risultati a scuola. Bernhard trova una nuova compagna, Edeltraud, ma anche dopo un lungo fidanzamento entrambi continuano a vivere nei rispettivi appartamenti. Lei ha quattro figli e lavora alla cooperativa come addetta alle pulizie.

Nel novembre 2001 incontriamo Martin a Greifswald nel Meclenburgo, con la sua fidanzata Ulrike, entrambi studenti universitari di geografia. Lui è uno dei migliori, dopo la laurea farà il dottorato a Monaco.

Eckhard Hoppe

Eckhard era il più alto della classe, si sedeva in fondo negli ultimi banchi: ecco perché non si vede spesso nei primi film. Durante un compito di russo, Lenin, che se ne sta seduto nel quadro appeso in classe, si rifiuta di suggerirgli come si scrivono certe parole.

Anche lui diventa meccanico di macchinari agricoli. Dice di aver preso la decisione dopo una gita organizzata dalla scuola in un’officina locale.

Si chiamavano UTP (Unterrichtstag in der sozialistischen Produktion) ed erano lezioni nei luoghi di produzione. Ogni settimana, dalla settima alla decima classe, i ragazzi facevano pratica di un mestiere diverso, nel settore dell’industria o dell’agricoltura. Qui venivano istruiti nella disciplina denominata “Introduzione alla produzione socialista” e prendevano parte per due o tre ore al reale processo lavorativo.
In questo modo — contestualmente all’insegnamento delle altre discipline — si appropriavano delle basi del sapere tecnico ed economico, familiarizzando con i rudimenti del lavoro e facendo esperienza della partecipazione dei lavoratori alle scelte aziendali, del ruolo svolto nell’azienda dai sindacati e dalle altre organizzazioni sociali.

Dal 1959 la formazione politecnica, che precedentemente era stata introdotta a titolo sperimentale solo in alcuni istituti, diventa parte integrante dell’educazione impartita ai ragazzi in tutte le scuole della RDT.
Con il termine di “formazione politecnica” si intendeva l’acquisizione da parte dei ragazzi di nozioni tecniche ed economiche, di capacità pratiche, e la conoscenza del lavoro produttivo.
Essa si avvaleva della stretta collaborazione delle aziende di Stato e si svolgeva in gran parte al loro interno.
Considerato che la maggior parte dei giovani sceglieva una professione
nell’economia socialista, la formazione politecnica rappresentava una forma di avviamento professionale: il suo scopo era avviare gli adolescenti a un successivo incontro con il mondo del lavoro, della tecnica e della produzione; dal contatto diretto con la sfera produttiva gli allievi potevano ricavare importanti esperienze a livello sociale.

Anche nell’insegnamento della matematica, delle scienze naturali e sociali venivano introdotti fatti, rapporti e principi validi nella produzione materiale, perseguendo uno stretto legame con la vita quotidiana e professionale. Nelle aziende gli allievi venivano istruiti e seguiti da pedagoghi qualificati (insegnanti di istruzione politecnica e professori di ingegneria), oppure da operai specializzati e capisquadra.
All’interno di molte aziende erano sorte strutture speciali, ad esempio “centri politecnici” o “reparti di produzione degli scolari” e si disponeva di laboratori in cui svolgere le lezioni e compiere esperimenti.

Quello che Eckhard ha, lo ha guadagnato lavorando duramente. Si sposa con Rita, contabile alla cooperativa di Alt-Tucheband ed ha due figli, Dirk e Doreen. Suo padre faceva il fabbro, anche se inizialmente voleva diventare meccanico d’auto, ma non c’erano posti di lavoro in quel settore subito dopo la guerra.
La mela non è caduta lontano dall’albero — fa notare Junge.

Arriva la terza figlia nel 1988, Constanze, e non tarderà ad arrivare il quarto,
Christopher: la famiglia si trasferisce in una nuova casa costruita dalla cooperativa.
Hanno molto più spazio, cinque stanze, e possono beneficiare di un credito di due anni durante il quale non pagheranno nemmeno le utenze.
Eckhard vorrebbe che tutti i suoi figli avessero la possibilità di frequentare la scuola superiore, in modo da raggiungere obiettivi che non erano alla sua portata.

Nel 1999 Eckhard e Rita hanno ancora il loro lavoro, lui è diventato il factotum dell’azienda, fa il muratore, il piastrellista, l’imbianchino, il meccanico: la sua versatilità lo ha aiutato a mantenere un reddito ed il fatto che sia stato adibito a più mansioni significa che in molti hanno perso il proprio posto.
Constanze vuole diventare paramedico per l’esercito e sta valutando se andare all’università, per diventare dottoressa. Dirk, sulla scia del padre e del nonno, sta imparando a fare il meccanico di automobili.
Nell’ottobre del 2000 Eckhard lavora per una compagnia di demolizioni. Rita ha lasciato la cooperativa e lavora al banco della gastronomia di un supermercato.
A 50 anni si ritrova ad essere disoccupato, ma non perde la fiducia nel futuro: tutti i suoi figli hanno trovato lavoro.

--

--

Giada Farrah Fowler
I BAMBINI DI GOLZOW

Opinion leader, socia Aci, trascrittrice braille, testimone oculare, insegnante di cockney. Un'infanzia tormentata e un'adolescenza anche più dolorosa.