I miei interessi stories: Harvey Milk

Diritto alla vita.

Conto Facto
I miei “interessi”
3 min readJun 17, 2016

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“La speranza non sarà mai silenziosa”

Nel 1978, l’allora senatore della California, John Briggs propose una legge che nella pratica escludeva i gay dalla vita all’interno della società.

Quello era il tempo di Harvey Milk.

Un uomo diventato simbolo della comunità gay che ancora oggi vive e funge da esempio di coraggio e determinazione. Politico statunitense, militante del movimento di liberazione omosessuale.

Il primo americano apertamente gay ad essere eletto per una carica politica.

“Tutti i giovani, a prescindere dal loro orientamento sessuale o dalla loro identità, meritano un ambiente sicuro e di supporto nel quale poter realizzare il loro pieno potenziale.”

Nacque a Woodmore, Long Island, si laureò in matematica all’Albany State College nel 1951 e dopo si arruolò nella marina statunitense. Nel 1972, Harvey Milkm, come molti omosessuali all’epoca, si trasferì a San Francisco, dove aprì un negozio di fotografia nel quartiere gay di Castro.

Il negozio sarebbe poi diventato il luogo di ritrovo del gruppo che lo avrebbe poi sostenuto nelle elezioni.

Nel 1977 fu eletto supervisor, ovvero consigliere comunale. Ricoprì la carica per 11 mesi, durante i quali si battè contro la proposition 6, proposta di legge del senatore John Briggs che avrebbe permesso il licenziamento di insegnanti dichiaratamente gay.

“Fratelli gay, sorelle lesbiche, dovete fare coming out. Fatelo con i vostri genitori. So che è difficile e che li ferirà, ma pensate a quanto potrebbero ferire voi nella cabina elettorale! Fate coming out con i vostri parenti. Fatelo con gli amici, se sono davvero tali. Fate coming out con i vicini, con i colleghi di lavoro e con le persone che lavorano nei luoghi in cui mangiate o in cui fate la spesa. Fate coming out con le persone che conoscete e che vi conoscono e con nessun altro. Ma una volta per tutte, distruggete i miti da sfatare. Distruggete le menzogne e i pregiudizi. Per il vostro bene e per il loro”.

Di fronte a quella proposta di legge che consigliava sommessamente ai gay di nascondere la loro identità sessuale, Milk fece del coming out il cavallo di battaglia della sua campagna.

“Tutti gli uomini sono creati uguali. Non importa con quanto impegno ci provino, non riusciranno mai a cancellare queste parole. Questa è l’America!”

“Questa non è la mia vittoria, è tua, e tua, e tua. Se un gay può vincere, significa che c’è speranza che il sistema può lavorare per tutte le minoranze disposte a lottare. Abbiamo dato loro speranza.”

Harvey Milk fece un celebre discorso, che venne poi riconosciuto come “Hope Speech” in cui ribadiva, con coraggio, la sua posizione, esigendo libertà. Di espressione, di vita. Per tutti.

Salì sul palco nonostante la minaccia di morte arrivatagli un momento prima di iniziare.

“Se un proiettile dovesse entrarmi nel cervello, lasciate che quello stesso proiettile sfondi ogni porta chiusa.”

Harvey Milk morì nel 1978. Assassinato dall’ex consigliere comunale Dan White. Nello stesso anno la proposition 6 fu fermamente rigettata dai californiani.

“Buttate giù quelle porte chiuse una volta per tutte, e alzatevi in piedi e cominciate a lottare.”

Portando avanti il suo interesse Harvey Milk ha lasciato in eredità all’America e al mondo quei diritti civili che oggi purtroppo non sono ancora scontati. Ma esistono e vanno protetti.

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