I miei interessi stories: Massimo Bottura

Tre ingredienti: Umiltà. Passione. Sogno.

Conto Facto
I miei “interessi”
3 min readJun 16, 2016

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«Se sei emiliano lo sai. Una mattina ti svegli e sulla terra piatta intorno a te c’è la nebbia, molta nebbia. Ti “permette” l’immaginazione. È fastidiosa, certo. Ma è pura magia se le lasci la possibilità di far nuotare il cervello».

Massimo Bottura è il migliore chef al mondo. Al Cipriani Wall Street di New York il 13 giugno 2016 la sua Osteria Francescana, a Modena, è arrivato in cima alla celebre classifica dei World Fifty Best Restaurant’s per il 2016.

“Il nostro è un duro lavoro. Penso che l’ingrediente più importante per il futuro sia la cultura, perché la cultura porta alla conoscenza e la conoscenza porta alla coscienza.”

È la prima volta che un ristorante italiano vince l’Oscar della Cucina mondiale, anche se l’Osteria Francescana, fregiata di ben 3 stelle michelin, aveva già ottenuto ottimi piazzamenti negli anni passati: nel 2013 e 2014 era arrivata terza e nel 2015 era salita sul secondo gradino del podio.

Ha ritirato il premio insieme alla moglie Laura Gilmore, lo chef Modenese di 54 anni che lasciò giurisprudenza per aprire un’osteria nella bassa padana a Nontola.

«Quando mio padre seppe che non sarei diventato un avvocato, o un venditore di petrolio come lui, non mi parlò per due anni. Gli gridai che avrei preso le tre stelle, ma dicevo così per dire, mica ci credevo».

«Un momento indimenticabile è stato quello della terza stella Michelin. Ero a San Paolo. Mi telefona il direttore della guida, Fausto Arrighi. Io resto di sasso e chiedo: direttore, è per quello? Lui dice: sì. Io mi metto a piangere come un bambino. E si mette a piangere anche lui».

Pochi gli ingredienti necessari nella ricetta per il successo di Massimo Bontura: umiltà, passione e sogno. Ed ecco che una piccola Osteria, sorretta e guidata da un grande team, cosa che lo chef non ha mai mancato di sottolineare, arriva ad ottenere le leggendarie 3 stelle Michelin.

«Non si può spiegare che cosa sono le tre stelle. Solo chi le ha lo può capire. Il mio direttore di sala se le è fatte tatuare sul braccio. E poi in quei momenti rivedi tutto il tuo film»

“Quando vuoi fare la cucina contemporanea devi conoscere tutto. E poi dimenticarti di tutto.”

Si definisce un “artiere”, un artigiano con l’ossessione dell’eccellenza, propone e porta avanti la teoria che in un grande ristorante si vada per fare un’esperienza, per conoscere, acculturarsi. Assaggiare le passioni e le emozioni di chi cucina sintetizzate in pietanze.

“Quello che facciamo in Osteria Francescana, va oltre: il nostro è un laboratorio di idee che genera cultura, conoscenza, senso di responsabilità. Ogni giorno comprimiamo le passioni dentro bocconi masticabili.”

Massimo Bottura continua a sognare. Vorrebbe aprire due refettori in cui grandi chef cucinano per i poveri utilizzando le eccedenze alimentari.

“Se riusciremo nell’intento di aprire uno, dieci, cento Refettori in tutto il mondo, daremo ai giovani cuochi il messaggio che lo spreco non è etico, e cambieremo veramente la storia del nostro lavoro.”

Massimo Bottura non si ferma. Continua a vivere il suo interesse, ampliando le sue vedute senza confini. Procede. Crea. Sogna.

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