I miei interessi stories: Yusra Mardini
Trova la tua chance.
“Non saprai mai cosa succederà. Continua a provare, non mollare. Magari avrai un’occasione, come è successo a me. Oppure riuscirai a crearti da solo la tua chance”
Dalla Siria a Lesbo. Da Lesbo a Berlino. Da Berlino a Rio.
È la storia a tappe di Yusra Mardini, che è arrivata a nuoto dalla Siria fino alla squadra olimpica dei rifugiati di Rio 2016.
“Voglio rappresentare i rifugiati per mostrare a tutti che dopo il dolore e dopo la tempesta arrivano sempre giorni di calma”
“Eravamo 20 persone sulla barca, dopo un’ora e mezza il motore si è fermato”
Yusra Mardini è scappata dalla Siria insieme ad altri 20 migranti, su una barca per 7 persone.
In mezzo al mare Egeo si è tuffata e insieme ad altre 2 persone ha nuotato per tre ore, riuscendo a trascinare tutti, fino a raggiungere l’isola di Lesbo.
“C’erano persone che non sapevano nuotare. Io non avevo intenzione di lamentarmi che avrei potuto annegare. Se dovevo morire almeno volevo farlo essendo fiera di me e di mia sorella”
Un anno dopo, questa ragazza siriana di 18 anni, è stata nominata per partecipare alle Olimpiadi di Rio 2016. Yusra è tra i dieci atleti sscelti dal Comitato Olimpico Internazionale, per formare la prima squadra dei rifugiati che gareggerà nella metropoli carioca in agosto.
Cresciuta a Damasco, dove nel 2012 ha rappresentato la Siria nei FINA World Swimming Championships. Yusra insieme alla sorella Sarah è fuggita dalla guerra civile che ha distrutto la sua casa. A settembre 2015 sono arrivate a Berlino dove attualmente vivono insieme alla loro famiglia.
“Quando la guerra finirà tornerò a casa, per raccontare cosa mi ha davvero insegnato questa esperienza”
Salva la vita e realizza il suo sogno: le olimpiadi. La squadra dei rifugiati di cui fa parte si compone di cinque atleti del Sud Sudan, due della Siria, due della Repubblica democratica del Congo e uno dell’Etiopia. Saranno questi atleti coraggiosi a sfilare sotto la bandiera olimpica, seguiti dalla squadra degli ospiti, il Brasile.
I 10 campioni saranno trattati ai Giochi Olimpici, come tutte le altre squadre. Rappresenteranno un paese di 60 milioni di persone che non è paese, non ha più confini e non ha bandiera.
“Accogliendo la squadra di atleti olimpici rifugiati a Rio 2016, vogliamo mandare un messaggio di speranza per tutti i rifugiati del mondo” Thomas Bach, presidente del CIO.
“Voglio che nessuno abbandoni i suoi sogni. Voglio che tutti seguano l’istinto, i sentimenti, anche se quello che vogliono sembra impossibile”
Questa rifugiata siriana ha nuotato per la vita. Il suo interesse ha salvato lei e tutte le persone su quella barca. Yusra Mardini ha già vinto.
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