10 cose che impari scrivendo una tesi

Simone Barilaro
Il peso delle parole -
5 min readOct 19, 2020

Si, 10.

Classica grafica last minute creata con Canva

Sono tornato, finalmente. E che bello.

‘Sta roba dello scrivere o meglio del “non scrivere” mi stava cominciando a pesare un po’.

Torno a farlo a distanza di mesi in cui sono successe diverse cose. Più o meno importanti, ovviamente.

Tra queste il 16 luglio 2020, la mia laurea in Scienze della Comunicazione — ho scritto qualcosa anche su questo e lo trovi QUI.

WOW e che fatica me verrebbe da dì.

Quest’avvenimento è stato talmente importante per me che ho deciso di scriverci su un articolo.

Chiaramente non per fare un post autocelebrativo in cui racconto di quanto sia stato bello il 16/07/2020, cioè quello sticazzi non importa tanto neanche a me. Figuriamoci a voi.

[Ma poi a chi cazzo è che piacciono i post autocelebrativi? Io personalmente su Instagram quando li vedo dopo le prime due righe — il tempo di accorgermene — skippo.]

Se può interessare comunque questo era il mio mood post discussione di tesi.

Il 16 luglio non è stato importante, o meglio, non è stato così importante come l’intero percorso.

Si, perché il percorso di tesi, triennale o magistrale che sia, non è per niente facile vissuto da studente. Parola di ex.

Io come mio solito, mi sono affacciato a quest’avventura molto positivamente e con proattività. Anche se a dirla tutta all'inizio credevo fosse solo una tortura istituzionale.

E invece mi sbagliavo.

Durante la stesura e man mano che i problemi cominciavano ad accumularsi ho preso spunto per documentare tutto ciò che invece questo percorso mi stesse lasciando. E alla fine sono usciti fuori 10 aspetti che reputo insegnamenti, di vita e professionali.

Ho l’ambizione di non annoiarti e dunque per facilitare la cosa te li lascio in elenco qui, seguiti da una breve descrizione — darò un titolo a ogni concetto, così come piace fare a me:

  1. Deadline che passione → Si, anche qui ci sono consegne e annesse scadenze. Consegne tipo quella della bibliografia, del primo capitolo, del secondo, del PowerPoint finale ecc…Nel mondo in cui lavoro vengono chiamate deadline, secondo solo perché fa più figo. Di base il significato e la funzione concettuale è la stessa. Diffidate da persone come me e i miei colleghi digitali il termine “scadenza” va più che bene. Scrivere una tesi ti educa a rispettare le scadenze.
  2. Perseverare verso un obiettivo → Ho perso il conto delle volte in cui avrei spaccato il pc e mollato tutto. Davvero. Lavorare 5 su 7 e mettermi sulla tesi esclusivamente nel weekend mi rendeva una tantino nervoso e stressato.
  3. Importanza della formazione → Per quanto tu ti possa sentire sicuro e ferrato sul tema che stai portando in tesi purtroppo devo svelarti un segreto: non ne sai abbastanza. Per un elaborato del genere non basta “saperne qualcosa”, c’è bisogno di studio approfondito.
  4. Allenare la disciplina → Sono senza dubbio di più le volte in cui non ti va di aprire il pc e metterti a scrivere che quelle in cui ti va. Non ci piove. Tutto di guadagnato, la disciplina si allena così.
  5. Plasmare il tono di voce → Questa è la cosa che ho sofferto di più. Non poter decidere il tono di voce da usare nella scrittura. Da una parte ok perché il mio anche fin troppo informale, ma dall'altra che palle — e che fatica ad adeguarmi a quello istituzionale.
  6. Mettersi in discussione → E’ un punto molto semplice da spiegare questo: le tue idee/processi/metodologie vs quelle del relatore. Sfida tosta, ma se resisti fino alla fine sei davvero in gamba.
  7. I dati contano → Se chi legge questo punto lavora nel contesto digital/innovation può direttamente skippare e passare al prossimo. Se invece non c’entri nulla con sta roba: la qualità dei dati conta. Eccome se conta. Io inizialmente sottovalutai questa cosa, poi, dopo un paio di cazziate dal prof, mi sono rimesso in riga. Non ho sottovalutato questo aspetto per cattiveria, semplicemente pensavo di saperne abbastanza e che le fonti fin a quel momento consultate fossero l’eccellenza. Ma mi sbagliavo. Scrivere una tesi ti fa scoprire un sacco di cose.
  8. Il project management è ovunque → La famigerata e tanto chiacchierata “gestione di progetto” è fondamentale e scrivere una tesi me lo ha confermato. Ci sono miliardi di attività da seguire durante il percorso. Tipo i contatti con il professore. Tipo gli appuntamenti da prendere con il professore. Tipo le revisioni. Tipo le consegne. Tipo l’ortografia. Tipo le note a piè di pagina. Vabbè un sacco di cose ci siamo capiti.
  9. La paura va abbracciata → Di questo concetto ne avevo già fatto un mantra per la mia indole ansiosa. Ho rispolverato questa filosofia anche durante il percorso di stesura. Va bene se all’inizio si sbaglia, se il tono di voce non è quello corretto o se le note a piè di pagina non sai inserirle con Word. Va bene tutto, basta applicarsi e sbatterci la testa.
  10. Sei davvero in gamba ma ancora non lo sai → Questo punto l’ho messo per ultimo non a caso. Si, sei davvero in gamba ma non lo sai perché nessuno te l’ha mai detto. Un professore non ti dirà mai che sei migliore di lui o che la tua preparazione sul tema è migliore della sua. E’ un professore e come tale si deve comportare. Nonostante ciò il mio professore è stata una persona che mi ha dato davvero tanto. Anzi ci siamo dati tanto, da quanto dice anche lui.

Credimi, una tesi ti da tanto. Se mai dovessi trovarti a scriverne una, mettici il cuore. Ne uscirai una persona migliore sotto molti punti di vista.

Il peso delle parole è una rubrica scritta senza bozze, revisioni o feedback di alcun tipo. Non vi è una frequenza di pubblicazione dettata da nessuno . Raccoglie pensieri, sensazioni e riflessioni derivanti dalla quotidianità di un ventiduenne romano, con un leggero stile umoristico e tanti errori di battitura.

Ci sentiamo alla prossima, non so quando, ma ci sentiamo.

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