Birra mia

Matteo Scandolin
inutile
Published in
3 min readNov 14, 2016
«La prendi?» «Polleggio!»

Nel 2005 con un gruppo di amici fondammo inutile; nel 2007 iniziammo le pubblicazioni (gestazione lunghissima, per motivi davvero futili che si possono riassumere in: “eravamo dei cioccolatai”). L’idea nostra: correre in culo ai parrucconi che ci vedevamo attorno, e realizzare la rivista più figa che ci fosse. Con molto spavento ci rendemmo conto che di riviste molto più fighe di noi — soprattutto del noi d’allora — ce n’erano a iosa, e lo capimmo subito: alla fine del 2007 Eleanore Rigby ci invitò a Perugia al BIRRA, la bagarre internazionale delle riviste alternative. O a caso. Vi raccomando Perugia in un finesettimana molto ventoso. Abbiamo conosciuto un sacco di persone, presi contatti, viste presentazioni di cose come Wolphin e Granta. Siamo tornati a casa, quasi tutti noi, con chili di carta in più, riviste nate e morte per quell’occasione, oppure progetti complessi che comunque non sono sopravvissuti più di qualche anno. (Per me quei chili di carta sono raddoppiati, perché quando qualche anno fa gli amici di Eleanore Rigby hanno traslocato, mi hanno lasciato in eredità le riviste che erano rimaste loro: ho cose notevolissime, da diverse copie di Frenulo a mano — rivista di letteratura fica, a Portosepolto.)

Essere il solo a continuare una cosa iniziata in tanti (eravamo una mezza dozzina, all’epoca) è una responsabilità che mi sono sempre sentito, ed è ancora più forte da quando il mio fedele pard Alessandro Romeo ha deciso di smettere di fare inutile.

Oggi siamo in finale ai Macchianera Internet Awards (per quel che può valere un premio: valgono sempre le stesse riflessioni che ho fatto un paio di settimane fa) rende tutto questo percorso un po’ più strano, un po’ più divertente. È un momento in cui siamo stati votati abbastanza per finire in finale a un premio in cui le candidature sono le più disparate. Un momento in cui c’è una manifestazione d’affetto nei nostri confronti che un po’ ci ha stupiti, e un po’ commossi. E la responsabilità quindi si estende anche e prima di tutto a quelli che ci hanno votato, e a quelli che ci hanno seguito fino a qui. Ai soci che hanno voluto sostenerci in questi anni. E, sarà che sono romantico e un po’ scemo, ma sento un po’ di responsabilità anche nei confronti di quei chili di carta che ancora conservo. Tante riviste, tante ipotesi di progetti, non confermati oppure non continuati, stampate dai loro blog oppure adeguatamente impaginate e portate in tipografia. Di fronte alle riviste che ho incontrato nella mia vita, penso che è bello che siamo in finale ai MIA, anche perché veniamo da quel mondo là, e cerchiamo di rimanere il più indipendenti possibile.

E vabbè, sarebbe bello se arrivassimo in alto, come posizione, anche per noi che stiamo dietro a questo progetto, e tutti quelli che ci sono stati anche per poco. E per voi che ci seguite da sempre, che avete rinnovato l’abbonamento ogni anno. Oppure per voi che ci seguite da poco, che fino a poco tempo fa nemmeno conoscevate il nostro nome. Noi stiamo cercando di mantenere le promesse che vi abbiamo fatto, e nello stesso tempo stiamo moltiplicando i nostri sforzi per offrirvi sempre più cose — senza che questi sforzi uccidano una volta ancora la regolarità delle nostre uscite e della nostra presenza. Perché i piani a lungo termine come quelli che ci siamo prefissati noi — fare cultura, e farla bene, con onestà, e un giorno essere pagati per farlo — devono essere suddivisi in obiettivi più piccoli e più facilmente raggiungibili, in modo da inanellare tanti piccoli successi, l’uno dietro l’altro. E tenere viva la passione con tante piccole vittorie. E allora, proviamo a vincerlo, ‘sto premio. Vale quello che vale, ma è un altro ostacolo saltato, e aiuta a prendere la rincorsa.

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Matteo Scandolin
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Fondatore di @inutileIT, co-fondatore di Querty. Riviste & podcast.