Si può essere fedeli alla propria missione cambiandola?

Marisandra Lizzi
Spazio delle Relazioni Umane
8 min readApr 1, 2023

Ogni primo aprile dal 2021, da quando abbiamo fatto una scelta coraggiosa, vi raccontiamo un po’ di noi.

Primo aprile 2021: La nostra missione non è mai cambiata, ma a ottobre abbiamo fatto una scelta difficile. Te la racconto.

Primo aprile 2022: Chi di voi si sente solo?

La nostra missione precedente, scritta da me e Mauro nel 2002, era: raccontare come l’innovazione possa migliorare la vita delle persone.
La nuova missione di Mirandola Comunicazione, scritta nel 2023 sempre con Mauro ma insieme alle persone che ci aiutano a condurre oggi la nave, è: raccontare realtà (idee, progetti, azioni) in grado di migliorare la vita delle persone attraverso l’innovazione che è tecnologia ma anche creatività, arte, poesia, cinema, fotografia.
I valori sono sempre gli stessi, ma sono soprattutto verità e libertà a ispirarci. Libertà che per noi fa rima con responsabilità e rispetto per la natura, gli animali, l’ambiente in cui viviamo. Verità che per noi è il fondamento portante di quello che raccontiamo.

Sono al quinto anno di una scuola di bioenergetica e quello che ho imparato, più di ogni altro aspetto, è la comprensione che il nostro corpo intrappola il dolore, le delusioni, i fallimenti e li trasforma in corazza difensiva. Si tratta di un modo per difenderci dagli attacchi della vita. E lì per lì ci riesce anche, salvo poi rischiare di proteggerci anche dalle emozioni positive e dalla capacità di volare perché appesantisce la zavorra che si deposita sulle nostre ali. Ammorbidire queste corazze fa fluire l’energia, sviluppa stati impensabili di benessere, momenti di pura estasi e di felicità. In quegli stati si entra più facilmente nel flusso e si sviluppa meglio la creatività, si lavora con più gioia e ci si sente allineati mente — corpo, obiettivi — valori, idee — azioni.

Photo by Dattatreya Patra on Unsplash

Questo vale, a mio avviso, anche per le aziende. Rimanere incastrati in una missione perché è stata importante e ha regalato tanto alla propria vita rischia di creare sofferenza e blocchi creativi. Rischia che l’universo ti riproponga schemi difficili da superare e sempre uguali finché tu non decidi di girare lo sguardo e fare un’altra strada. Una corazza può essere costruita anche a seguito della delusione che si prova quando ci si accorge che si è lottato per cause che si sono disallineate dai propri valori. La delusione può provocare blocchi che non facilitano lo scorrere delle idee e non fanno vivere la propria vita al massimo delle sue potenzialità. In un corpo questo significa dolore che talvolta sfocia in malattia, in un’azienda questo significa blocco creativo per paura di lasciare il certo per l’incerto.

Oggi so che la missione di raccontare come l’innovazione, che dagli anni ’90 a oggi è stata soprattutto digitale, possa migliorare la vita delle persone è stata fondamentale per me e per noi tutti, ma le condizioni esterne mostrano che il focus non può essere mantenuto uguale al passato.
Il digitale, in effetti, in molti casi ha migliorato la vita delle persone, ma troppo spesso si è rivelato una trappola ancora più subdola perché travestita da angelo salvatore. Una trappola che va smascherata senza buttare quanto di buono ha portato alla società, ma avendo il coraggio di denunciare tutto quello che non funziona e che, addirittura, ottiene l’esatto contrario di quanto promette. Sono tanti i settori che abbiamo aiutato a svilupparsi intorno a valori come la democraticità, la sostenibilità, l’abbassamento dei prezzi, la lotta all’eccessiva concentrazione del potere e alla disuguaglianza. Penso al commercio elettronico degli albori, all’e-learning, al telelavoro, alla comunicazione digitale e al potere incredibile di libertà e condivisione promesso dai social media.

I nostri valori sono da sempre molto chiari e non li cambieremo mai, salvo aggiungere il concetto di verità e trasformare lo smart working in libertà perché per me erano sinonimi un tempo. Oggi non più. Sono quindi la passione, l’innovazione, la collaborazione, la libertà, la sostenibilità e la verità.

I valori di Mirandola Comunicazione dal 2002 al 2023
I valori di Mirandola Comunicazione a partire dal 2023

Ora è giunto il momento di togliersi la corazza e tornare a correre liberi e autentici di nuovo, esattamente come quando siamo nati 21 anni fa.

Mirandola è nata da un sogno e da una visione a cui siamo fedeli da sempre, anche quando involontariamente avevamo perso fiducia e sicurezza in noi stessi. La delusione maggiore è arrivata dal commercio elettronico che tanto ha dato alla nostra storia perché ha generato una concentrazione della ricchezza superiore a quella che aveva immaginato di scardinare parlando di democraticità e abbassamento dei prezzi. Per non parlare delle criticità anche da un punto di vista della sostenibilità ambientale e non bastano certo gli investimenti sull’ambiente per lavarsi la coscienza e provare a lustrare l’immagine.
La libertà promessa dallo smart working oggi sta mostrando tutti i suoi limiti perché molti manager vivono una situazione da ansia da reperibilità continua che non aiuta certo la loro produttività, figuriamoci la creatività.
I social media possono essere un luogo di libertà creativa ed espressiva, ma per esserlo bisogna capire che siamo noi a decidere se farli fiorire o appassire. Che senso ha stare alle regole del gioco di un luogo e degli algoritmi in cui “la popolarità e il consenso hanno preso il posto della competenza, della fatica che serve, (…) la verità è sparita dietro la rappresentazione. (…) — scrive Concita De Gregorio nel suo accorato appello a uscire dai social — Inseguiamo i poeti, non gli influencer.

Non siamo certo a favore dell’abbandono dei social media, ma siamo fermamente convinti da sempre che Internet sia la collina, non il cellulare e lo avevamo scritto su Medium nel 2019 quando questi problemi non erano ancora così conclamati e prima che una pandemia globale ci mostrasse in tutta la sua virulenza l’infinita caducità delle nostre vite.
Una caducità che oggi ci porta a scelte drastiche che pongono il nostro benessere prima di ogni forma di innovazione. Non parliamo poi della libertà di lavorare ovunque perché la nostra agenzia è nata su questo sogno, ma vi pare che lo stiamo raggiungendo con questo smart working obbligato e decisamente poco smart? Stiamo iniziando a chiederci se la parola smart sia da leggere nel senso corretto di intelligente, ma per chi? intelligente per l’uomo o per chi governa la macchina?

I dati di Microsoft diffusi in questa intervista di Sergio Luciano, direttore di Economy a Lorenzo Montagna, fondatore di Seconda-Stella, ci stanno mostrando un aumento delle riunioni di lavoro post pandemia del 153%, delle chat del 32%, del 28% è aumentata la media del lavoro fuori orario e del 13% la durata della giornata lavorativa. Stiamo accelerando invece di rallentare, la tecnologia e l’innovazione avrebbe dovuto ridurre questi dati proprio perché avrebbero liberato le nostre vite dal lavoro inutile, ripetitivo e ridondante. Non è quello che mostrano i dati, non è quello che mostrano le nostre vite sempre più frenetiche e in ansia costante da prestazione e da gara verso modelli irraggiungibili di perfezione e di irrealtà.

Insomma le delusioni sono tante e non possiamo continuare a non denunciare, non possiamo andare avanti con il pilota automatico. La nostra missione continua a essere quella di aiutare le persone a migliorare le proprie vite tenendo il buono dall’innovazione, ma non possiamo partire da questa in modo aprioristico e senza il necessario senso critico.

Ci liberiamo dal concetto di innovazione e di digitale non perché non ce ne occuperemo, anzi, lo faremo forse sempre di più ma vogliamo occuparcene solo se realmente funzionale al benessere delle persone, alla loro felicità nelle vite personali e in quelle professionali. Ci occuperemo e ci stiamo occupando di questo ponendolo al centro di ogni strategia: migliorare la vita delle persone, liberare la loro forza creativa, liberarli dalle gabbie in cui spesso inconsapevolmente si incastrano, sviluppare benessere e gioia di vivere, sulla ritrovata meraviglia delle infinite capacità dei nostri corpi e non solo delle nostre menti. Ecco che stiamo definitivamente liberandoci dalle incrostazioni del digitale come centro o punto di partenza delle nostre narrazioni per volare sulle ali della felicità. Se poi nel volo incontriamo innovazioni saranno benvenute, ma non saranno il punto di partenza, se mai saranno il mezzo per raggiungere uno scopo più alto. Se l’innovazione rispetterà il bene di noi esseri umani, degli animali, della natura e dell’ambiente, allora saremo onorati di metterci anima e corpo al servizio di queste cause e racconteremo queste storie con la gioia e l’entusiasmo che da sempre ci contraddistinguono.

Ci sono cause che scegliamo persino di sostenere, ma naturalmente crediamo che la sostenibilità non sia soltanto sociale e ambientale, ma anche economica. Siamo certi che vi sia una domanda fortissima di comunicazione che sposi i nostri valori, lo stiamo vedendo da quel famoso primo aprile di due anni fa in cui abbiamo fatto una scelta coraggiosa.
Il tempo che abbiamo a disposizione è troppo poco per sprecarlo in racconti inutili e che non convincono noi per prima cosa.

Oggi ammettiamo con gioia che, contrariamente a quanto affermato il primo aprile 2021, la nostra missione è cambiata e ne siamo infinitamente fieri. Siamo a disposizione per raccontare storie che siano, come noi, in cammino per provare a migliorare realmente la vita delle persone e del pianeta. Il modo in cui lo fanno è del tutto secondario, possono scegliere l’intelligenza artificiale, il metaverso, la tecnologia, la fisica quantistica, la medicina occidentale o quella tradizionale cinese, la bioenergetica, l’arte o qualsiasi altra metodologia. A noi poco importa. Ci siamo tolti di dosso la zavorra digitale che era diventata soggetto o fine e non mezzo della nostra comunicazione. Per lavorare con noi il digitale dovrà servire a migliorare il mondo in cui viviamo altrimenti il tempo è troppo poco e noi non possiamo sprecarlo. Le storie che stanno arrivando sono incredibilmente allineate a questa nuova missione. Era giunto il momento di avere il coraggio di liberarci di un peso che solo noi avevamo messo sulle nostre spalle. Buon volo, Mirandola Comunicazione. Non abbiamo festeggiato i tuoi 20 anni, lo faremo per i 21 anni di vita perché oggi sappiamo che, esattamente come nel 2002, quando sei nata, non sei nata per caso.
Buon compleanno, sono 21 anni e 2 rinascite.
Non è poco davvero.

Photo by Naveen Chandra on Unsplash

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Marisandra Lizzi
Spazio delle Relazioni Umane

Scrivere per migliorare il mondo, partendo dal mio e poi allargando il raggio parola dopo parola