Trasformare la scrittura da passione a strategia

Marisandra Lizzi
Spazio delle Relazioni Umane
10 min readMar 16, 2024

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Un mix divertimento e profondità
Perché Medium è il mio luogo digitale preferito

Pubblico gli appunti della lezione che ogni anno svolgo al Master di Digital Communication Specialist dell’Università Cattolica ospite nella lezione di Stefania Garassini.

Le slide presentate il 21 febbraio 2024 al Master di Digital Communication Specialist nella lezione di Stefania Garassini

Anche quest’anno sono stata invitata da Stefania Garassini all’Università Cattolica per parlare di Medium. Ho deciso di partire dal racconto di una storia di una grande passione, nata esattamente in un’aula universitaria, proprio dove mi trovo a parlarvi oggi. È stato lì in cui ho sentito parlare per la prima volta di Internet. Stavo seguendo il corso di “Ragioneria II” a Torino quando ho sentito per la prima volta parlare di uno strano personaggio che, tramite Internet, avrebbe fatto arrivare i libri direttamente nelle nostre case.

Avevo solo due grandi passioni: la scrittura e la lettura. Perciò, sapere che avrei ricevuto qualsiasi libro direttamente a casa, mi ha portato a interessarmi di tutto ciò che si stava dicendo intorno a questo personaggio: Jeff Bezos.

Parto da questo aneddoto per condividere il messaggio che le passioni, se lasciate fluire, possono aprire orizzonti e tracciare strade.

Ho iniziato a studiare tutto quello che aveva a che fare con Internet e l’aspetto che mi ispirava maggiormente era lo smart working, all’epoca si parlava maggiormente di telelavoro. Sognavo di avere la possibilità di vivere ovunque, magari seguendo Mauro in tournée, facendo il lavoro che amavo che, a dirvela tutta, non sapevo ancora quale fosse. Non avrei mai immaginato, all’epoca, che la lettura e la scrittura lo potessero diventare.

In quell’istante c’è stata una vera e propria scintilla, un innesco di tutto quello che è seguito, il Master di Relazioni Pubbliche, il mio ingresso in Mavellia, la nascita prima di Mirandola Comunicazione e poi di iPressLIVE. Incredibile, no?

Perché Medium
Medium è uno strumento che ho portato in realtà differenti, professionali e non. È senza dubbio il mio luogo digitale preferito.

Sottolineo sempre che Medium è il mio luogo preferito perché, per chi ama leggere e scrivere, è una sorta di casa naturale. È importante presentarsi per passioni e far capire che cosa ci fa battere il cuore. Chi sceglie la comunicazione come professione, impara una competenza totalmente neutrale che può essere applicata a qualsiasi ambito. Per questo è importante sapere al servizio di cosa poterla applicare.

Il lavoro che proviamo a fare con le persone con cui lavoriamo è proprio questo: far scoprire le loro passioni più profonde, perché, individuandole, si riesce a comunicare al meglio chi sono e che cosa fanno. Che apporto vogliono dare al mondo? Come vogliono migliorarlo?

Il primo post di Medium non si scorda mai.
Nel mio racconto un aneddoto di quando un giorno scoprii che leggere i giornali nell’agenzia di PR dove lavoravo da qualche tempo non era solo ammesso, ma addirittura richiesto e necessario. Insomma, in quel preciso istante ho scoperto di aver scelto il lavoro dei miei sogni.

Perché in un Team governativo abbiamo scelto di utilizzare Medium
Nel 2016, a luglio, sono stata chiamata per una nuova avventura. Avrei lasciato la collina per seguire la mia missione: raccontare come il digitale possa migliorare la vita delle persone.

Una persona che seguivo come ufficio stampa dal 2003 è stato chiamato a coordinare la digitalizzazione dellla Pubblica Amministrazione italiana. Diego Piacentini, nel 2016, è stato nominato Commissario straordinario per l’attuazione dell’Agenda digitale.
Veniva da Seattle dove era stato chiamato nel 2000 da Jeff Bezos in persona per sviluppare il sito di Amazon al di fuori dei confini statunitensi. L’obiettivo della missione era quello di facilitare o consentire la messa a terra di tutti gli strumenti digitali che avrebbero consentito a tutte le pubbliche amministrazioni, centrali e locali, di funzionare.

Perché ho accettato di seguire questa missione?
Le decisioni vanno prese in base a quella che è la nostra missione personale, quella che sentiamo più forte. Senza una missione forte è difficile fare delle scelte. La mia era quella di aiutare le persone a utilizzare il digitale per migliorare le proprie vite e, in un certo senso, non c’era luogo migliore al mondo che quello della Pubblica Amministrazione che di fatto è il link tra il cittadino o l’impresa e le pubbliche amministrazioni centrali e locali.

Ho quindi scritto un piano di comunicazione, ragionando su cosa utilizzare per far sì che la Pubblica Amministrazione non fosse vista come qualcosa di lontano, inesistente e non disponibile al dialogo.

Abbiamo pensato che Medium fosse la giusta risposta a questa esigenza, un luogo ideale dove poter raccontare quello che il Team per la Trasformazione Digitale del Governo avrebbe realizzato, in modo comprensibile a tutti, senza intermediazione e con la possibilità di ricevere applausi, commenti, condivisioni, critiche. Avevamo il compito di raccontare in modo semplice concetti molto difficili, con la sfida di renderli comprensibili da tutte le italiane e a tutti gli italiani. Un percorso sfidante e complesso, perché, ad esempio, gli sviluppatori parlano una lingua propria, in genere abbastanza incomprensibile a chi non conosce il linguaggio dei bit.

La differenza tra informazione e comunicazione
Quando si ha il fine di informare, l’obiettivo è quello di avere una comunicazione che sia attenta in prima istanza al lettore. Questo cambia completamente la percezione. Le Pubbliche Amministrazioni non comunicano soltanto, infatti stante la loro funzione pubblica, fanno informazione. Il ruolo informativo gioca un ruolo fondamentale. Per questo motovo ci sembrava perfetto un canale informativo come Medium.

Sincronizzare su un sito del Governo una piattaforma americana
È importante tenere conto che in questa missione era importante dialogare anche con la comunità internazionale dell’innovazione e non solo, non bastava parlare solo agli italiani. Era necessario aprirsi a tutto il mondo. Da qui l’importanza di essere almeno bilingue. Gli stessi organi internazionali principali di informazione sono su Medium, in inglese e molte interviste sono state proposte passando da quei link.

Immaginate la gioia quando ho letto su Medium che si parlava di questo canale proprio in un post in cui Marco Visentini raccontava come “scrivere un articolo su Medium”.

Il pubblico della piattaforma nel 2016 era ancora limitato numericamente. In Italia lo è ancora oggi, ma chi frequenta questo luogo digitale è perlopiù un amante della lettura approfondita e della scrittura curata quindi, tutto sommato, è un bel posto da vivere e frequentare.

Non solo piattaforme esterne, l’importanza del sito
Avremmo potuto avere solo un blog su Medium e invece abbiamo aperto, contemporaneamente, un sito perché su un sito proprietario ho il controllo esclusivo sui contenuti: è davvero casa mia. Le piattaforme sono di terze parti e noi dipendiamo da esse, mentre il sito è un luogo totalmente nostro. La sincronizzazione dei contenuti permetteva di diffondere sui social e contemporaneamente di portare “in casa”, cioè sul sito, gli stessi contenuti.

Il varo vero e proprio è stato a settembre 2016. Un post di Medium firmato direttamente da Piacentini, che ha raccontato di sé sia in italiano che in inglese.

Era la prima volta che la Pubblica Amministrazione si rivolgeva ai cittadini tramite Medium. Il pubblico era ancora piccolo, ma lo sharing che permette Medium dava la possibilità di diffondere il contenuto su altre piattaforme. È un luogo sì elitario, ma che diventa un vero e proprio medium grazie alla condivisione su altre piattaforme (Facebook, X, LinkedIn, Instagram e volendo anche TikTok).

All’interno del team ogni contenuto doveva essere bilingue, quindi preparato sia in italiano che in inglese.

Ma non bastava pubblicare su Medium e poi condividere su altri social. Perché c’era la necessità di comunicare alla stampa italiana, e la stampa italiana non utilizzava Medium. Quindi serviva l’invio del classico comunicato stampa, che reindirizzava comunque tramite link a Medium, a Twitter e a tutti i luoghi dove la conversazione si doveva svolgere.

Questo è stato importante perché abituava i giornalisti italiani a ricevere il nostro comunicato che rimandava a Medium, dove c’era la grande possibilità di avere un confronto diretto con le persone del Team governativo e con il Commissario stesso. E questo era una vera rivoluzione copernicana nella PA, che si metteva in gioco direttamente, entrando in relazione con il cittadino su tutti i luoghi in cui esso si trova, ma riportando al sito, ossia alla propria casa, ogni interazione.

Abbiamo aperto Twitter per rilanciare tutti i post di Medium. Il sito sincronizzato con Medium era quindi la casa dei contenuti che venivano diffusi nei luoghi dove si trovavano tutti i nostri possibili interlocutori.

Medium è diventato anche il mezzo che mi ha permesso di uscire sulla carta stampata, e non solo. È stato così quando ho contattato l’allora direttore di Repubblica (Mario Calabresi), avvisandolo che in data 30 settembre sarei uscita con il primo post Medium di Piacentini e proponendogli il contenuto in esclusiva.

e poi ho continuato a utilizzare Medium come fonte dei comunicati stampa che inviamo tramite iPressLIVE, la piattaforma che avevo ideato e realizzato nel 2010 proprio con questo scopo e che mi serviva a diffondere notizie ed eventi.

Abbiamo utilizzato Medium anche per mostrare il dietro le quinte del team di attivazione digitale. Ogni persona aveva la sua storia e i suoi aneddoti e per trasformare testi complessi in storie ho chiesto a Elisa Botticella che aveva studiato alla Scuola Holden di venirci a dare una mano. Con lei è stato davvero un’avventura bellissima, una sorta di trasformazione narrativa del racconto del digitale.

Questa è la storia del motivo per cui ho iniziato da un progetto personale per scoprire un mezzo che da allora continua ad accompagnarmi.

Medium non serve solo nel racconto istituzionale o aziendale, è ideale anche per diffondere contenuti originali, con un taglio personale e intimo.

La storia dell’arresto di Carlotta, in arte Lotta, da sfogo su Medium è diventata un’intervista su Vita, una menzione su Valigia Blu, un’intervista sul canale Instagram di XR Italia e tantissimo altro. Solo per fare un esempio delle molteplici modalità di utilizzare questo canale.

CONCLUSIONI: perché Medium?

  1. Perchè è corale. Se voglio comunicare in solitaria posso scegliere il mio sito, il mio blog o altri canali. Ma se voglio una narrazione corale, non c’è luogo migliore di Medium. È una sorta di romanzo collettivo, che si scrive con tante voci e tanti volti.
  2. Permette un racconto di senso, che stimola la creatività e spinge a “giocare” con immagini e grafiche, cercando una comunicazione “leggera” e di maggiore impatto
  3. Attrae un pubblico amante della scrittura e della lettura. Permette quindi di leggere in profondità, soprattutto a livello internazionale. In Italia invece è un luogo nuovo: permette di essere pionieri, il che diventa già un tratto distintivo sul piano dello stile di comunicazione. Essere primi in un luogo significa già essere innovativi in un format
  4. Permette di creare network di valore che sappia essere un veicolo di senso e di cultura, costruito con il lessico del coraggio, dell’ispirazione costruttiva.

Il quinto me lo ha suggerito uno studente quando abbiamo parlato del fatto che permette di scegliere nello specifico i propri interessi. Medium enfatizza il concetto di scrittura e offre, allo stesso tempo, una forte possibilità di selezione dei contenuti da fruire grazie al fatto che alla fine di ogni post Medium ci sono cinque tag obbligatori da inserire prima della pubblicazione.

Medium non è solo corporate, ma anche divertimento. Non è un social che si basa sulle vanity metrics, ma sulla passione sincera per la scrittura e la lettura.

Divertimento e profondità sono le due parole chiave.

È importante anche far capire chi siete: far trasparire i propri caratteri distintivi attraverso la scrittura.

Quando scoppiò la pandemia a marzo 2020, in Mirandola Comunicazione ci siamo chiesti che cosa stessero vivendo altre persone intorno a noi. I titoli dei giornali erano tutti sul Covid. Come ufficio stampa non sapevamo come muoverci, non avevamo tutte le risposte.

Abbiamo quindi pensato di raccontare i dubbi che stavamo vivendo: dire a tutti chi siamo e cosa stavamo provando, insieme, coralmente. Ognuno di noi ha quindi contribuito a scrivere un post di Medium, dove abbiamo raccontato di una lettera aperta ai nostri clienti per condividere idee, spunti, riflessioni e punti di vista sul momento che stavamo attraversando.

Abbiamo aperto una porta e abbiamo ricevuto un’onda incredibile di commenti, riflessioni e abbiamo aperto il nostro blog corale Punti di Vista.

Attendo ora di leggere le vostre riflessioni. Ci vediamo su Medium naturalmente! Mandate contributi per il nostro blog corale, scrivendo a binario9e3quarti@ipresslive.com.

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Marisandra Lizzi
Spazio delle Relazioni Umane

Scrivere per migliorare il mondo, partendo dal mio e poi allargando il raggio parola dopo parola