Decalogo (al) profano del Salone del Libro

Breve guida ai regno dei cieli editoriale

Simone Cartini
Iride Magazine
4 min readMay 18, 2017

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Elaborazione grafica: Simone Cartini

È il 18 maggio 2017 e oggi inizia il trentesimo Salone Internazionale del Libro di Torino. Se si trattasse di un contesto calcistico, questo sarebbe l’anno della terza stella ricamata sul petto.
In perenne odi et amo, i torinesi (e non solo) aspettano tutto l’anno per potersi recare nei padiglioni dell Lingotto Fiere e cibarsi di carta come nei migliori all you can eat.
Per chi è assuefatto dal profumo dell’inchiostro e dall’eleganza delle copertine Adelphi, qui sotto c’è una breve guida apocrifa al Salone. Quello che è stato, che vedremo oggi e che verrà, nei secoli dei secoli (amen).

1.. Non avrai altro Salone al di fuori di me

Diciamo che non è esattamente così. Da alcuni anni esiste la rassegna romana Libri Come e quest’aprile si è tenuta la prima edizione di Tempo di Libri, l’evento organizzato a Milano dopo il divorzio tra i grandi editori del 2016.
E non è tutto; si contano fiere editoriali di piccole e medie dimensioni su tutto il territorio nazionale, qui qualche spunto.

2. Non nominare il nome del Direttore invano

Dopo la scissione citata, c’era bisogno di rinnovare e dare una spinta per riportare in cielo la manifestazione torinese. Chi è stato chiamato a prendere le redini del nuovo corso? Nicola Lagioia, scrittore premio Strega 2015, conduttore radiofonico e responsabile della collana Nichel di minimum fax. Un volto nuovo, giovane ed energico. Non vi ha ancora convinto? Guardatelo in questo video dove gira dentro la galleria del Salone su una bici [TO]Bike.

In sella, si parte!

3. Ricordati di partecipare alle feste

Oltre agli eventi in programma (e sono tantissimi!), è noto agli amanti del Salone le feste in giro per locali del centro delle case editrici. L’evento più conosciuto è quello organizzato da minimum fax al Circolo Esperia. Una festa strapparsi i capel… ehm, le pagine.

L’evento è qui

4. Onora la Fondazione

Il Salone è una realtà cresciuta in trent’anni. Ma quali sono state le sue origini? L’idea di creare una rassegna dedicata al mondo editoriale nacque ufficialmente il 22 luglio 1987 con la proposta all’Unione Industriale torinese da parte di Alberto Pezzana e Guido Accornero. La cerimonia inaugurale si tenne al Teatro Regio il 18 maggio dell’anno successivo. Per gestire il sempre più complesso programma culturale offerto, nel 1994 nacque la Fondazione Salone del libro (poi diventata Fondazione per il Libro, la Musica e la Cultura).

5–6. Non uccidere lo spirito del Salone e non commettere atti impuri

Okay, ormai abbiamo tutti un Kindle ma per favore, non ve lo portate dietro e non parlate di PDF o EPUB per tutto il weekend. Che poi come si fa a farsi fare un autografo su un libro in formato digitale? Bah.

STOP!

7. Non rubare i libri

Nonostante lo scrittore cileno Roberto Bolaño abbia più volte ammesso di essere un rapinatore seriale di libri, al Salone il furto non è permesso.

“Il bello del rubare libri (e non casseforti) è che si può esaminarne il contenuto con calma prima di commettere il crimine” cit.

8–9. Non dire falsa testimonianza e non desiderare gli stand d’altri

Il Salone di quest’anno è il più grande di sempre. Questa bella infografica lo spiega bene (e fa un confronto con Tempo di Libri):

(via La Repubblica)

10. Non desiderare la fiera d’altri

Dopo le polemiche del primo momento, non si è creata nessuna rivalità tra le due manifestazioni dell’asse MiTo. I direttori Nicola Lagioia e Chiara Valerio si stimano e rispettano, come mostrato in questa intervista a Valerio. Chissà che in futuro non possa crearsi una nuova alleanza ancora più coinvolgente.

Buon Salone (e buone letture) a tutti!

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Simone Cartini
Iride Magazine

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