1979: la missione Vietnam
Una storia umanitaria in cui si incrociarono i destini dei “boat people” e dei marinai dell’8° Gruppo Navale della Marina Militare Italiana.
L’ultimo viaggio de L’Italia delle Navi ci porta indietro nel tempo di circa quarant’anni, precisamente nell’estate del 1979, quando ha avuto luogo una delle prime missioni internazionali svolte nel dopoguerra dalla Marina Militare.
La missione umanitaria degli incrociatori Vittorio Veneto e Andrea Doria, insieme al rifornitore di squadra Stromboli, è il viaggio delle prime volte. Nessuna nave militare italiana, dai tempi della Seconda guerra mondiale, aveva più solcato acque così lontane e mai con quel compito: salvare vite umane.
La Missione Vietnam inizia con la partenza delle navi il 4 luglio, dopo che il 27 giugno il Veneto e il Doria avevano ricevuto l’ordine di rientrare verso Taranto rispettivamente da Tolone e Barcellona. La rotta intrapresa è per il Golfo di Siam, dove migliaia di profughi vietnamiti fuggono clandestinamente via mare per scappare al regime comunista di Hanoi, che dal Vietnam del Nord a fine guerra controllava tutto il paese.
Intere famiglie di “boat people” salpano su imbarcazioni di fortuna con pochi averi, chi conserva qualche cimelio prezioso, chi preferisce portare via alcuni vestiti per i bambini.
Dopo essersi riunite a Creta, le tre navi passano il Canale di Suez facendo una breve sosta a Singapore: qui, lo Stromboli viene caricato di viveri e carburante per fronteggiare occorrenze e situazioni sconvenienti o d’emergenza.
La nave da rifornimento, varata nel febbraio 1975 nel cantiere navale di Riva Trigoso (Genova), può trasportare quattromila tonnellate di gasolio, quattrocento tonnellate di carburante avio e trecento tonnellate di altri materiali. Senza questo serbatoio galleggiante, la Missione Vietnam non si sarebbe mai conclusa positivamente.
A dieci miglia di distanza dallo Stromboli naviga l’incrociatore lanciamissili Andrea Doria. Varato nel cantiere di Riva Trigoso nel 1963, nei suoi quasi trent’anni di attività ha preso parte alle più importanti operazioni navali durante la Guerra fredda, nel Mediterraneo e non solo, accompagnato dal suo motto “Altius Tendam”, sempre più in alto.
Il terzo protagonista di questa missione, l’incrociatore Vittorio Veneto, è stato varato nel 1967 nel cantiere di Castellammare di Stabia. Unico nel suo genere, l’incrociatore riprende la configurazione dal progetto della classe “Andrea Doria”, ma se ne differenzia in potenza: può trasportare fino a sei elicotteri pesanti o nove elicotteri medio-leggeri.
È proprio il radar del Vittorio Veneto ad intercettare la prima imbarcazione di profughi nel Mar Cinese Meridionale. Quando un elicottero viene inviato a controllare, viene trovata una piccola barca di 25 metri con a bordo 128 passeggeri allo stremo delle forze, sopra le loro teste un telo bianco con la scritta SOS in nero.
Il 1° agosto le tre navi della Marina Militare Italiana terminano l’operazione di recupero, portando in salvo 907 profughi. Alcuni di questi si fermano a Singapore per sottoporsi a cure e visite mediche a causa delle condizioni in cui gravavano prima del salvataggio. Gli altri 891 vietnamiti arrivano al Lazzaretto Vecchio di Venezia, dove rimangono in quarantena.
Durante i venti giorni di navigazione di rientro i marinai italiani condividono momenti intensi con i profughi messi in salvo. Insegnano loro le preghiere del mare e intrattengono addirittura i bambini durante le lunghe notti in balìa delle onde, costruendo bambole con bottiglie d’acqua minerale. Al rientro, i marinai italiani vengono accolti dal ministro della Difesa Ruffini, che esprime l’orgoglio di tutto il Bel Paese: “La vostra è stata un’opera umanitaria apprezzata da tutta la Nazione”.
L’Italia delle Navi è una produzione originale History che va in onda dal 27 gennaio, ogni lunedì alle 21.50 sul canale 407 di Sky ed è disponibile su Sky On Demand e NOW TV.
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