Vista ruotata della costellazione di Orione: a sinistra Betelgeuse, all’estrema destra Rigel. Al centro le tre stelle della cintura: Mintaka (in alto), Alnilam e Alnitak. Credit: Stanislav Volskiy

212 ore in Orione

Una spettacolare vista della costellazione di Orione, frutto di una lunghissima esposizione

Michele Diodati
Spazio Tempo Luce Energia
3 min readNov 25, 2015

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Mai APOD fu più meritato di quello toccato il 23 novembre 2015 all’astrofotografo Stanislav Volskiy.

Il soggetto è a dir poco abusato, la costellazione di Orione, ma la resa finale è impressionante. L’immagine, assemblata dopo circa un anno di post-produzione, è un mosaico di 1400 singole esposizioni, che coprono un’area complessiva pari a oltre quaranta volte il diametro angolare della Luna. In tutto 212 ore di esposizione, durante molte notti stellate tra il 2013 e il 2014.

La vista totale della costellazione di Orione, pubblicata su APOD il 23 novembre 2015. Credit: Stanislav Volskiy

Numerosissimi sono gli oggetti astronomici distinguibili nell’immagine. La sintetica mappa riportata di seguito elenca solo i più importanti.

Credit: Stanislav Volskiy / Judy Schmidt (annotazioni)

Ingrandendo la vista alla massima risoluzione, è possibile notare meglio alcuni dettagli: per esempio le tre nebulose evidenziate dai cerchi bianchi nell’immagine seguente, che sono, dall’alto in basso, la Nebulosa Fiamma, la Nebulosa Testa di Cavallo e la Nebulosa di Orione, M42, illuminata dall’interno dalle giovani e brillanti stelle del Trapezio.

Credit: Stanislav Volskiy

Nella regione settentrionale della costellazione, dove sono Betelgeuse, Meissa e Bellatrix, si possono notare altri tre oggetti, evidenziati dai cerchi nell’immagine seguente. Sono, da sinistra:

  • la nebulosa planetaria Abell 12 (nota anche come PK198–6.1), difficile da vedere perché emerge a stento dal bagliore della vicinissima μ Orionis;
  • la nebulosa planetaria NGC 2022, che, con la sua 12ª magnitudine, è la più brillante di Orione (ma non è l’oggetto più brillante nel cerchio bianco, che è invece una stella);
  • la nebulosa vdB38, che, illuminata dalla stella di 5ª magnitudine HD 34989, è composta da una nebulosa a riflessione (la parte azzurrina) e da una nebulosa a emissione, ionizzata dalla stella, di colore rossastro. L’oggetto è reso ancor più complesso dalla presenza di una nebulosa oscura, LDN 1588.
Credit: Stanislav Volskiy

Per comprendere meglio la disposizione degli oggetti di rilievo in questa ricca parte della costellazione di Orione può essere utile dare uno sguardo alla mappa seguente.

Credit: W. Tirion e R.W. Sinnott, “Sky Atlas 2000” (1998)

Veramente spettacolare, infine, è la zona sudorientale di questa grande immagine della costellazione di Orione, dove spiccano la brillantissima Rigel, immersa nella sua nebulosa a emissione e, sulla destra, ma già in Eridano, la suggestiva IC 2118, detta anche Nebulosa Testa di Strega (il volto della strega è di profilo e guarda verso destra).

Credit: Stanislav Volskiy

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Michele Diodati
Spazio Tempo Luce Energia

Science writer with a lifelong passion for astronomy and comparisons between different scales of magnitude.