lo scaffale del 2016

Lo scaffale del 2016

L.A. Lettrice Anonima
Leggere oggi

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Durante il corso dell’anno faccio una lista dei libri che leggo, lista che poi, al massimo dell’originalità, pubblico senza filtro su Facebook così da fare due chiacchiere con i miei contatti lettori e interessati. Quest’anno non mi sono limitata a metterle in grafica e a pubblicarle ma mi sono soffermata su quella lista attraverso la quale sono riuscita a fare il punto della situazione, ad esaminare, rintracciare e analizzare tutto l’andazzo di questo folle anno; siccome però sono un sagittario sono riuscita a rendere semiseria la cosa pur prendendo molta consapevolezza di me e di come sono fatta. Come sono fatta?

La serialità

Ebbene, si, lo ammetto sono una seriale. Ogni anno leggo qualcosa di Francoise Sagan, qualcosa di Ellroy e qualcosa della Highsmith. All’appello, nel 2016, è mancata la Oates ma mi sto attrezzando per il prossimo, eh. La serialità che mi preoccupa di più è quella con Ellroy! Accidenti, i suoi libri sono tutti uguali: sin dalla buccia, la copertina per intenderci, sai già che sapore avranno, sai già che ti sporcheranno perché sono splatter e che hanno sempre quella forma un po’ mostruosa. Eppure, eppure… ci ricasco.

I classici

Da un paio di anni a questa parte lascio un po’ di spazio per i classici antichi. Di solito sono molto affezionata a Seneca, quest’anno, pura avanguardia, ho aperto le braccia a Plutarco e a Orazio ed ho imparato molto dal signore greco mentre ho riso parecchio leggendo quel mascalzone di latino: Orazio è talmente moderno che me lo sono figurato tra le fisionomie tipiche della mia terra, la Lucania, che poi è anche la sua. Certe espressioni a stento nascondono la genetica dell’appartenenza: pensa sempre al cibo, al vino e cerca di spassarsela perseguitato da quella vena malinconica e da quel senso di modestia tipico di noi lucani.

Il periodo noir

Che ho tutti gli anni. Le atmosfere cupe e ambigue degli anni ’40 devono essere mie per almeno un paio di mesi! Sospiravo da tempo la lettura di qualche scritto di Hammett e quest’anno, in un book crossing, mi sono accaparrata un suo titolo, quello più famoso. Beh, non ha deluso le aspettative: la sua scrittura è una lama, anzi un laser che non necessita di mostri o sangue ovunque per tenere il lettore in punta di sedia (capito, Ellroy?) Le sue descrizioni sono cinematografiche, precise e figurative. Insomma l’ho adorato.

Il primo incontro

Uomini nudi: il mio primo approccio senza pregiudizi o sovrastrutture alla Bartlett. Sono stata risucchiata dagli incroci delle vite degli attori protagonisti: entri nei loro pensieri e saltelli agevolmente tra l’uno e l’altro senza intoppi narrativi. Il libro mi ha così tanto preso che … ci sono rimasta male per il finale. Could we start again, please? Avrei cantilenato all’autrice come Maria Maddalena in Jesus Christ Superstar.

Il raddoppio

Ebershoff. Ho letto l’ultimo (credo)e poi sono passata a uno dei primi (credo), a farla breve tra i due c’è una differenza abissale che va oltre la trama e sfora nella crescita dell’autore. Il secondo, La 19ma moglie, è molto più debole e in parte mi ha deluso. L’ultimo, The danish girl, un po’ meglio ma entrambi mi hanno chiesto tempo per finirli e non sono riuscita a divorarli come invece mi aspettavo.

Gli illuminanti

Due su tutti: A tavola! e I tweet di Cicerone su cui ho anche già scritto qualcosa. Vorrei spendere due o tre parole sul primo che è un saggio che affronta i cambiamenti della nostra società a partire da quello che è proprio un chiodo fisso di noi italiani, il cibo. Il cibo e ciò che ruota attorno. L’ho letto al mare, sulla spiaggia e questo è indice di quanto sia ben scritto ed interessante: non c’è stato urlo di madre che richiama il suo pargolo abbastanza potente da distrarmi da quelle righe! Concetti statistici, antropologici e storici scorrevano agilmente, la mia lettura era solo interrotta, di tanto in tanto, da i miei “Toh, ma guarda! Questa non la sapevo!”.

Per chiudere…

Classifiche non ne faccio mai, tanto si capisce quali sono i miei preferiti e quali suggerirei di comprare. I libri sono quello che siamo noi in quel momento, sono molto zen e taoisti. Elencarli a chiusura di anno è un modo come un altro di sfogliare ricordi. I libri ci raccontano: ecco perché “Il paradiso delle signore” mi è molto piaciuto ma ho odiato chi non ha curato l’edizione facendola uscire priva di ogni norma editoriale. I libri ci studiano ed analizzano: sono una seriale, lo so, e questo mi va bene, non solo: ho imparato ad accettarlo e addirittura spero che questo 2017 mi confermi in tutto e per tutto, con le piccole variazioni del caso, ovviamente.

Buon anno a tutti!

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L.A. Lettrice Anonima
Leggere oggi

Ad 8 anni camminavo per strada con la faccia in un libro di miti greci; ex editor per qualcuno, editor di fatto per tanti altri, ancora insisto a leggere.