/L’ULTIMA E POI SMETTO GIURO

Episodio 2 — Slam Dunk e l’importanza di accettare i cambiamenti

Basket, giapponesi alti due metri, amore e altre cose di tutti i giorni nel manga che è entrato nella leggenda.

L’Architetto della Mente
M.A.D. Gazette

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Slam Dunk.

A queste due parole puoi reagire in due modi.

Se sei amante dello sport, pensi al basket.

Se sei un nerd, stai immaginando Sakuragi, un adolescente giapponese alto quasi 1 e 90 dai capelli rosso fuoco, il Re del Rimbalzo.

Stai immaginando “il manga che è entrato nella leggenda”, creato da quel genio di Takehiko Inoue e che ha spinto un’intera generazione a giocare a Basket e a non arrendersi davanti a nessuna difficoltà.

O almeno, è ciò che ha insegnato a me.

Lascia che te ne parli.

Il Re del Rimbalzo e qualche lezione sulla Motivazione

Nel Basket il Rimbalzo è ciò che succede quando una palla non entra nel canestro e, appunto, rimbalza sul cerchio o sul tabellone.

E’ un momento importante, perché se riesci a recuperarla hai ottime possibilità di segnare subito un canestro, o di lanciarla verso un compagno di squadra che è già lanciato verso la parte avversaria del campo.

Ecco, in Slam Dunk il protagonista, Hanamichi Sakuragi, scopre di essere un fenomeno in questo.

Non sa fare granché, all’inizio, ma il ragazzo è alto, sa saltare ed è veloce.

Con la sua strafottenza si auto proclama “Re del Rimbalzo”.
Proprio lui, che fino a poco tempo prima odiava il basket e chi lo praticava.

Perché allora inizia a giocarlo?

Beh, per la motivazione più vecchia del mondo: per amore.

Hanamichi si innamora di una ragazza, Haruko, grande appassionata di Basket e lui finge di essere un grande giocatore.

Per vincere il suo cuore, Hanamichi entra dunque nella squadra del suo liceo, incontrerà numerosi compagni di squadra, avversari tostissimi e alla fine…

…beh, non ti spoilero il finale, perché credo sia uno dei finali più intelligenti, belli e coraggiosi che ci siano.

Ma ciò di cui voglio parlarti sono invece le 5 lezioni che ho imparato grazie a questo manga, a cui sarò sempre grato.

1) Non preoccuparti delle conseguenze

Tavole del manga in cui Hanamichi segna con una schiacciata
Questa, ovviamente, non è la prima partita di Hanamichi.

Smettila di pensare che non sei bravo o che non sai giocare.

Prendi quella dannata palla e scendi in campo.
Commetterai errori, verrai espulso magari, ma tornerai in campo.

Se Hanamichi si fosse preoccupato di non saper giocare, non avrebbe neanche iniziato e non avrebbe scoperto tutto ciò che il basket gli ha fatto scoprire.

Su di lui, sui suoi amici, sulle sue possibilità e sui suoi limiti.

Nei 31 volumi che compongono tutta la serie Hanamici crescerà tantissimo, fino a diventare una persona straordinariamente matura.
Che è ciò che succede a chiunque sia abbastanza coraggioso da scendere in campo pur con chili di paura addosso.

Perché la verità è che tutti abbiamo paura quando dobbiamo iniziare qualcosa, perché non vogliamo sbagliare.

E questo ci porta alla seconda lezione.

2) Ammetti i tuoi errori e fai ammenda

Sbaglierai. Quindi sbaglia a testa alta, fermati, fai ammenda e impara.

In un partita importante Hanamichi sbaglia l’ultimo passaggio e a causa di questo la sua squadra, lo Shohoku, perde.

Il Re del Rimbalzo sbaglia.

L’arrogante, lo strafottente Hanamichi sbaglia e per questo motivo i suoi compagni perdono.

A quel punto succede una cosa che mi colpì molto quando la vidi la prima volta: Hanamichi scoppia a piangere.

Hanamichi che piange per aver sbagliato un passaggio

Ti sembrerà assurdo ma credo sia stata la prima volta in cui pensai “Ehy ma anche un ragazzo può piangere allora, se sta male”.

Ma non è quel particolare ad essermi rimasto più impresso, quanto ciò che succede subito dopo.

Qualche giorno dopo i ragazzi tornano a scuola e scoprono che Hanamici si è rasato i capelli, per espiare la sua colpa.

Esagerato?

Forse.

Ma mi insegnò una lezione che ci ho messo quasi due decenni a fare mia: il problema non è sbagliare. E’ non fare nulla per rimediare.

Accettare di essere fallibile è stato doloroso, lungo, difficile.

Ancora oggi a volte combatto con la paura di deludere e di sbagliare.

Ma ricordo sempre la lezione che mi ha insegnato Hanamichi tagliandosi i capelli.

Ed ogni volta che rimedio ad un errore divento più bravo anche ad essere meno spaventato dal provare.

Perché è questo il segreto della terza lezione.

3) Ripeti ciò che funziona

Immagine di tutta la squadra che ascolta l’allenatore Anzai

Quando qualcosa funziona, ripetila fino a farla diventare un automatismo.

C’è questa parte, in Slam Dunk, in cui la squadra va in ritiro per allenarsi.

Tutti tranne Hanamichi, che viene costretto dal paffuto allenatore Anzai a compiere una challenge ai limite dell’assurdo: segnare 20 000 canestri in una settimana.

Perché Hanamichi sarà alto, sarà veloce, sarà coraggioso ma è pure una grandissima s**a, siamo onesti.

E a questo punto non si può più andare avanti con fortuna e strafottenza: gli avversari sono sempre più forti e la squadra ha bisogno di qualcosa di più dell’istinto di Hanamici.

Ha bisogno di disciplina.

Anzai insegna dunque il movimento corretto con cui poter tirare la palla, come muovere le ginocchia, come posizionare le braccia, come accompagnarla fino alla fine.

E per una settimana Sakuragi non farà altro che tirare la palla verso il canestro, da tutte le posizioni possibili nell’area dei 2 punti.

Alla fine la Challenge è completata e alla prima partita, quando Hanamichi si ritrova da solo sotto il canestro e tutti si aspettano l’ennesima schiacciata, stupirà tutti fermandosi e segnando 2 elegantissimi punti.

Questo episodio lo uso spesso come esempio quando devo spiegare ad un cliente una delle regole più importanti delle tecniche di memoria: dedica del tempo a capire cosa funziona e poi ripetilo fino a trasformarlo in un automatismo.

Non importa quale sia il tuo livello: se segni 20 000 canestri migliorerai.

Simple as that.

Eppure non basta, perché molte persone si fermano prima ancora di partire.

Per fortuna però ho imparato la quarta lezione di Slam Dunk.

4) Dichiara coraggiosamente il tuo Sogno

Ammetti ciò che desideri e gridalo forte e non permettere a nessuno di dirti che non si può fare.

L’ultima partita del manga è contro la squadra del Sannoh Kogyo, la più forte di tutto il Giappone.

Nessuno è mai riuscito non solo a sconfiggerli, ma neanche a dare loro battaglia.

E’ una squadra fenomenale, sulla carta è perfetta, imbattibile.

Ma esattamente come il calabrone che non sa di non poter volare, Hanamichi non ne ha idea.

Durante la partita sale sul tavolo dei commentatori e grida forte e chiaro:

“GIURO CHE SCONFIGGERO’ LA SQUADRA DEL SONNO”

Esatto.
Sbaglia persino il nome.

Qui nella versione inglese il nome non lo sbaglia mica!

Iniziano a ridere tutti, i suoi compagni sono imbarazzati, gli avversari increduli.

Ma pensaci.

Quanti hanno il coraggio di dichiarare apertamente ciò che hanno dentro?

Alcuni non riescono a farlo neanche con se stessi.

Ma vuoi sapere la verità?

E’ una questione di Architettura delle Informazioni.

L’informazione che viene prima influenza la successiva, sempre.

Se metti i tuoi sogni sopra ogni cosa, influenzerai ogni tua decisione ed ogni tua scelta.

Non hai idea di quanto io mi ritenga fortunato per aver scoperto questa lezione quando ero un ragazzino solitario, che pensava che il mondo non mi avrebbe mai accettato.

E quel ragazzino ne ha fatta di strada, sai?
Ne ha passate tante, forse persino troppe e non immagini quante volte si sia guardato indietro per chiedersi se forse non stava cambiando troppo, se forse non stava sparendo.
E’ uno dei rischi del crescere, questo.

Pensare che se il nostro passato ci raggiungesse non ci riconoscerebbe, come se questo fosse un problema.

Ed è questa la quinta lezione di Slam Dunk.

5) Non aver paura di essere cambiato

Non sei più quello che eri.

Va bene così.

Anzi.
Per fortuna.

Vuol dire che hai vissuto.

C’è un momento in cui Hanamichi si rende conto di una cosa importantissima, improvvisa.

Si rende conto che lui adesso ama il Basket.

Forse era iniziato per gioco, forse era per amore.

Forse era rivalità con Rukawa, un suo compagno di squadra e talento impareggiabile.

Forse, forse, forse.

E’ che ad Hanamichi è capitato quello che capita a tutti: è cresciuto.

Cosa che è più difficile da accettare di quanto si pensi.

Perché c’è un momento della vita in cui sai che d’ora in poi non ti verrà più perdonato nulla e dovrai assumerti le tue responsabilità.

Che forse dovrai iniziare a pensare a ciò che fai, ammettere quando sbagli perché nessuno rimedierà i tuoi casini, dovrai capire da solo cosa devi fare e non perdere tempo dietro ciò che proprio non va.
E a quel punto è bene che tu allora sappia che se non saranno i tuoi sogni a guidarti saranno le responsabilità, gli impegni, la vita.

E quando ti guarderai indietro, il tuo passato ti raggiungerà e scoprirai quanto di più brutto ci sia.

Che nulla è cambiato.

Quindi prendi quella palla, scendi in campo, e gioca.

Cos’hai da perdere?

Conclusione

Hanamichi è uno miei eroi preferiti.

Uno dei miei migliori amici, che mi ha insegnato queste 5 lezioni importantissime:

  1. Non preoccuparti delle conseguenze
  2. Ammetti i tuoi errori e fai ammenda
  3. Ripeti ciò che è funziona
  4. Dichiara coraggiosamente il tuo sogno
  5. Non aver paura di essere cambiato

Oltre a questo, tuttavia, mi ha lasciato qualcosa di più importante.

Quando iniziai a leggere Slam Dunk iniziai anche a giocare a Basket.

All’epoca ero sempre molto triste, solitario, cupo.

Ma alcuni dei pochi ricordi belli che ho di quegli anni sono legati al giocare.

All’impegnarmi in qualcosa che forse non aveva un grosso valore, ma ebbe un significato personale decisivo per un ragazzino che passava ogni giorno a chiedersi quando quell’agonia sarebbe finita.

Al basket devo molto.
Quindi grazie davvero, Hanamichi.

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