/Architettura delle Informazioni

L’Architettura delle Informazioni e la paura del Vuoto

In un’epoca in cui la sovrabbondanza di stimoli e dati è ormai diventato IL problema, comprendere la natura delle Informazioni è una competenza vitale.

L’Architetto della Mente
M.A.D. Gazette

--

Photo by Helena Lopes on Unsplash

Quando gli esseri umani nacquero vennero catapultati in questo strano universo pieno di pericoli.
Ovunque andassero dovevano dormire con un occhio aperto, perché ogni cosa poteva ferirli, o ucciderli.
Fu così che impararono a rifiugiarsi all’interno delle caverne: potevano sentirsi protetti.
Ma neanche questo bastava, no, perché i pericoli erano ovunque.

Fu così che poco a poco impararono a costruire abitazioni e strutture in grado di tenere lontano le minacce e farli sentire al sicuro.
Fu così che nacque l’Architettura, fu così che nacque la Prima Arte.

Che cos’è l’Architettura delle Informazioni?

In questo video c’è Chris How che spiega l’Architettura dell’Informazione in dieci minuti. Il mio articolo però è più bello, tié!

Con il termine “Architettura dell’Informazione” ci si riferisce al lavoro da svolgere sulla Relazione presente tra tutte le Informazioni presenti all’interno di un preciso Contesto Comunicativo al fine di permettere scelte più efficaci.

Questo lavoro si basa su un’idea molto semplice: un essere umano prenderà decisioni sulla base delle Informazioni che ha a disposizione.
Controllando queste Informazioni, è dunque possibile controllare il modo in cui un essere umano sceglie.

Il lavoro di un Architetto delle Informazioni è proprio questo.

Chi è l’Architetto delle Informazioni

Photo by fabio on Unsplash

L’Architetto delle Informazioni: colui che migliora la Relazione tra le Informazioni a disposizione e le persone che queste Informazioni devono consumarle.

Sono diversi ii casi in cui un Architetto delle Informazioni può intervenire, come ad esempio:

  • Nella creazione o nel miglioramento di un’interfaccia, nel caso di un’app o di un sito web ad esempio, così come nella gestione del customer journey o della tassonomia degli argomenti da trattare
  • Nella gestione della comunicazione all’interno di un Team o di un’azienda, in cui fraintendimenti e canali di comunicazione confusionari possono rallentare il lavoro o danneggiarlo

Si tratta sempre di situazioni in cui degli esseri umani devono prendere decisioni oppure comunicare in modo chiaro tra loro.

La maggior parte dei problemi della vita dipendono infatti da una mancanza di chiarezza, che sia con se stessi o con gli altri.

Per questo motivo prima di prendere una decisione (o cercare di farla prendere a qualcuno, come nel caso di una vendita) occorre imparare a creare ordine nel caos delle Informazioni.

Il lavoro di un Architetto delle Informazioni è dunque questo: rendere ordinato il caos della vita, grazie all’intervento svolto sui Dati e sulle Informazioni.
Ma che cos’è di preciso un’Informazione?

Che cos’è un’Informazione

“L’informazione è l’insieme di dati, correlati tra loro, con cui un’idea (o un fatto) prende forma ed è comunicata”.

Photo by Trevor McKinnon on Unsplash

Si tratta dunque di un punto di arrivo, di una costruzione.
Per usare una terminologia orientale un’Informazione non ha dunque “valore in sé”, ma è una relazione tra elementi più piccoli: i Dati.

L’analisi dei Dati è dunque fondamentale nello sviluppo di una Decisione, basta cambiarne uno solo perché cambi la percezione di un’Informazione e quindi della Reazione che avremo confrontandoci con essa.

Pensiamo ad esempio a quanto piccola possa essere la differenza tra due post che entrano in un A/B Test.
Magari un colore, la disposizione di un’immagine, il tono di voce.
Piccoli dati, ma che possono influenzare in modo radicale la reazione di un utente ad un contenuto da noi proposto.

Un Architetto dell’Informazione lavora dunque sulla costruzione di un’Informazione che sia il più comprensibile e adatta possibile al Contesto Comunicativo in cui dovrà svilupparsi la Relazione che desideriamo.

Cosa si intende per Contesto Relazionale

Photo by Edgar Chaparro on Unsplash

Con Contesto Relazionale mi riferisco alle Coordinate che racchiudono uno Spazio ed un Tempo specifico, all’interno del quale intercorre una Relazione tra delle Persone e delle Informazioni.

  • Quando un Utente accede al tuo sito ad esempio, si crea un Contesto Relazionale
  • Quando i membri di un team discutono del proprio progetto o si coordinano per il lavoro da svolgere, ecco un altro contesto relazionale

Il Contesto Relazionale è dunque necessariamente uno Spazio Tempo preciso, che va analizzato con cura perché nessuna Reazione Umana è in realtà slegabile da esso.

Anche l’azione più assurda può essere spiegata (per quanto difficile possa essere in alcuni casi) se si comprende il Contesto in cui accade.

Quando si analizza un Contesto Relazionale si deve tenere conto di diversi fattori, ovvero:

  1. La persona o le persone protagoniste dell’Evento
  2. Le caratteristiche del Contesto

Il primo punto spiega la necessità di un buon sistema di Profilazione:

  • Costruzione di una Buyer Persona
  • Interviste
  • Analytics

Il secondo punto è composto dai seguenti dati:

  • Esperienze vissute dal Soggetto
  • Aspettative maturate dal Soggetto
  • Cultura del Soggetto
  • Ambiente in cui la Relazione sta avvenendo (o dovrà avvenire)

E’ evidente che la mole di elementi da prendere in considerazione quando si vuole analizzare una Decisione è grande.
E’ per questo che bisogna ragionare in termini di Architettura delle Informazioni: per riuscire a creare un ordine che sia facile da analizzare, migliorare.

Nessuna scelta è mai casuale, ma sempre frutto delle condizioni in cui un Soggetto si trova ad agire.

Basi dell’Architettura dell’Informazione

Bisogna dunque accettare un’idea precisa: una persona agisce SEMPRE al massimo delle sue possibilità.
Il compito di una buona Architettura delle Informazioni è migliorare le possibilità di scelta delle persone.

Gli elementi cardine di questo lavoro sono sostanzialmente 3:

Ontologia

Photo by Glen Carrie on Unsplash

Con questo termine si indica la definizione degli Elementi e dei Concetti con cui avremo a che fare, come ad esempio:

  • Nella costruzione di un sito o di un app: Quali sono le informazioni che vogliamo inserire? In quali e quante pagine?
  • Nella costruzione di un Team: Quali sono i membri? Quali le mansioni di ciascuno di essi?
  • Nell’analisi di una Relazione personale: Quali sono le convinzioni e le informazioni che le persone hanno a disposizione?

La definizione di una Ontologia è decisiva, perché come già spiegato, gli esseri umani prendono decisioni sulla base delle Informazioni a loro disposizione.
L’ontologia è dunque l’insieme di queste Informazioni, che trovano sempre un loro ordine: la Tassonomia.

Tassonomia

Photo by Florian Schmetz on Unsplash

Con questo termine si indica la gerarchia e la relazione che nascono tra le Informazioni presenti in un certo contesto.

Ad esempio in un Blog è importante costruire una buona tassonomia degli argomenti, in modo che un Utente possa comprendere da subito le Relazioni che ci sono tra i vari articoli e contenuti, e spostarsi facilmente al loro interno.

Più chiara ed efficiente è una tassonomia, meno un utente dovrà sforzarsi per capire dove si trova e cosa deve fare.

Una nozione importante da capire è che le Informazioni trovano sempre un loro ordine, che noi lo vogliamo oppure no.

Quando discutiamo con qualcuno ad esempio è possibile che solo apparentemente stiamo discutendo della stessa questione: se analizzassimo la “tassonomia mentale” delle Informazioni a disposizione dei soggetti scopriremmo che ciò che è importante per te potrebbe essere in realtà una sotto funzione per la persona con cui mi relazioni.

Spesso questa confusione rende impossibile avere una conversazione, così come rende difficile magari per un utente muoversi all’interno di un sito o un app.

Per questo motivo esiste un terzo livello di analisi quando si parla di Information Architecture: la Coreografia.

Coreografia

Photo by Prapoth Panchuea on Unsplash

Due ballerini professionisti che danzano assieme, su un palco, eseguendo una coreografia che hanno provato per settimane, o mesi.

Li osservi e non puoi fare a meno di pensare che sia magia: la fluidità di movimenti, l’eleganza, l’apparente assenza di sforzo che ti fa credere che potresti riuscirci anche tu, ti basterebbe essere lì.

Una danza eseguita con cura, una coreografia perfetta è indistinguibile dalla magia (semi cit.).

Una buona Architettura delle Informazioni ha come scopo di rendere la Relazione tra il Soggetto e le Informazioni fluida come una coreografia perfetta.

Perché questo accada occorre conoscere il Soggetto a cui ci rivolgiamo (profilazione), comprendere la natura dell’informazione che dobbiamo condividere (ontologia) e costruire una struttura gerarchica in cui ogni elemento sia al posto giusto (tassonomia).

In definitiva dunque una Architettura delle Informazioni elegante deve essere in grado di ottenere principalmente un effetto: far sentire il Soggetto a cui si rivolge a suo agio, in totale equilibrio con il Contesto.
Deve, in una parola, sentirsi “libero” di scegliere ciò che vogliamo che scelga.

Ciò che c’è dietro una Scelta: Libero Arbitrio ed illusione del Controllo

Come spiego anche in questo articolo sulla Gamificazione, ho lavorato con abbastanza persone da aver capito una lezione importante: ogni essere umano è convinto di essere assolutamente unico.
Se questo è vero per l’insieme di eventi particolari che una persona vive e l’interpretazione che può trarne, diversa è la situazione quando si tratta dei processi con cui tale interpretazione può aver luogo.

I processi cognitivi degli esseri umani sono infatti sempre gli stessi, perché “funzioniamo” tutti allo stesso modo.

Lo scegliere degli esseri umani sono dunque certamente legate agli Eventi che vivono e non sono prevedibili, ma il “tipo” ed il “numero” di scelte possibili in un determinato contesto sono invece prevedibili e controllabili.

Come al solito, è tutta una questione di Informazioni, che vanno condivise e strutturate in modo precisi.

Affordance

Photo by Dakota Roos on Unsplash

Questo termine indica una delle qualità più importanti di una buona Architettura, ovvero il suo essere invisibile.

Se gli esseri umani hanno bisogno di ordine, è pur vero che non vogliono sentirsi presi in giro.

Occorre dunque sempre distribuire le Informazioni in modo che il rapporto tra loro sia chiaro, ma non invadente; che i processi di apprendimento siano semplici, ma non banali; che la scelta che il Soggetto compirà sia sua, ma non indotta.

Ad esempio, quando si costruisce un Cerchio Magico, ovvero la struttura dietro un oggetto gamificato, è importante dunque non dimenticare mai che il “gioco” è funzionale al risultato da ottenere, non il fine.

Per questo motivo esistono dei modi specifici con cui le Informazioni vanno disposte in modo da accompagnare il Soggetto nello sviluppo di una sua interpretazione.

L.A.T.C.H. Model

Per essere sintetici l’interpretazione di un Evento da parte di un soggetto dipende, come detto più volte, dalle Informazioni che ha a disposizione.

Il che si traduce in una nozione molto semplice: l’Informazione che viene prima, nello Spazio e nel Tempo, influenza quella che viene dopo.
I modi con cui possiamo dunque disporre l’oggetto Informazione sono sostanzialmente 5, racchiusi dall’anagramma L.A.T.C.H.:

  1. Location: banalmente, impara a disporre le Informazioni in modo equilibrato. Assicurati ad esempio che un Soggetto sia in grado di trovare ciò che sta cercando all’interno di un sito o di una cartella.
  2. Alphabet: l’ordine alfabetico è qualcosa che conosciamo bene, dunque perché non sfruttarlo? All’interno di un progetto condiviso è buona norma costruire un “glossario” con tutti i termini più importanti, di modo che tutti i partecipanti possano essere sempre sulla stessa lunghezza d’onda.
  3. Time: specialmente in una trattativa o una negoziazione il tempo è un elemento fondamentale, in grado di modificare radicalmente la percezione di un’Informazione. Occorre dunque sapere “quando” distribuire i dati a nostra disposizione, così che il Soggetto costruisca un’Informazione precisa e che gli permetta di prendere la decisione che vogliamo che prenda.
  4. Category: la modalità più usata (anche se non sempre in modo efficace) nella costruzione di un blog o nella disposizione orizzontale di contenuti all’interno di cartelle condivise, e che viene indicata dal concetto di Tassonomia insieme alla modalità successiva.
  5. Hierarchy: imparare a sviluppare gli argomenti in modo verticale aiuta ad approfondire un argomento in modo fluido, il che permette di lasciare libero un Soggetto di muoversi in modo indipendente.

Se le modalità di condivisione delle Informazioni sono 5, è pur vero che le combinazioni possibili sono moltissime, così come le tecniche e le strategie standard che possono essere scelte dall’Architetto delle Informazioni.

Il che ci porta all’ultimo paragrafo di questo articolo, alla domanda più importante di tutte.

Perché dovresti preoccuparti della qualità della tua Architettura

Photo by Darshan Gajara on Unsplash

Ogni essere umano ha paura di qualcosa.

Dei ragni, dell’altezza, dei bottoni (giuro, esiste davvero questa fobia).

Ma c’è solo una paura in comune tra tutti noi: la paura del Vuoto.

Per Vuoto però non intendo solamente il trovarsi davanti un burrone.
Mi riferisco anche ad un vuoto di tipo astratto, la mancanza di Informazioni.

Questa astrazione è difficile da cogliere, eppure pensaci bene.

Abbiamo paura della morte perché non sappiamo cosa ci sia dopo.
Abbiamo paura del futuro perché non sappiamo cosa potrà accadere.
Abbiamo paura di perdere ciò che abbiamo, anche se ci fa male, perché la certezza del dolore è sempre meglio della paura che nasce dall’incertezza.

Certo, si tratta di una generalizzazione molto forte la mia, eppure basta ragionare in maniera molto lucida per capire di cosa parlo: il nostro cervello si è evoluto in un’epoca diversa rispetto a quella che stiamo vivendo.

Si è evoluto in un’epoca in cui il Vuoto era qualcosa che poteva ucciderti.

La mancanza di cibo, la mancanza di compagni di caccia, di risorse, di prede, di nascondigli: il Vuoto era il nostro nemico.

Oggi non abbiamo più questi pericoli (almeno noi che abbiamo la fortuna di nascere in questa parte del mondo) ma il nostro cervello agisce ancora secondo un modello comportamentale preciso: ciò che hai fatto fino ad oggi forse ti ha reso triste, ma almeno sei vivo.

Quindi perché cambiare?

Lavorare sull’Architettura delle Informazioni del tuo progetto significa dunque costruire un’esperienza che faccia sentire il cervello del Soggetto a cui ti rivolgi al sicuro, desideroso di restare dove vuoi che resti e ansioso di fare ciò che vuoi che faccia, che sia acquistare un servizio, iscriversi alla tua community, essere più collaborativo e così via.

Significa, in definitiva, conversare con un essere umano senza ingannarlo, portandolo a scegliere ciò che è meglio per lei/lui mentre rendi perfetto il tuo prodotto o servizio.

Perché non dimenticarlo.
La prima Arte è stata l’Architettura, nata dal bisogno di proteggerci dai pericoli del mondo.
Oggi questo bisogno rimane, e l’Architettura delle Informazioni continua questo antico compito: proteggerci dai pericoli del caos di un universo che continua a risultarci imprevedibile.

--

--

L’Architetto della Mente
M.A.D. Gazette

Ti aiuto a prendere decisioni e costruire routine efficaci con cui vivere al meglio il tuo lavoro e le tue relazioni