L’altruismo delle mascherine chirurgiche: (2) analizziamo un breve testo di un giornalista scientifico

In collaborazione con Ilaria D’Urso e Cristiano Gambato, due “semplici cittadini-lettori”, ma molto più attenti della media scopriamo tutti i trucchi che stanno diffondendo una bugia cui tutti credono per fede (dicono scientifica, ma è uno dei tanti dogma inventato in questi giorni e di cui non si conosce più il vero promotore)

salvo fedele
COVID-19 INFO START|FINISH
9 min readApr 18, 2020

--

Gli autori di questo post/interazione sono Salvo Fedele, Ilaria D’Urso e Cristiano Gambato. Il post nasce da un’interazione social “casuale”.

“Tipicamente di forma rettangolare, costituite da tre strati sovrapposti di tessuto-non-tessuto e da indossare con degli elastici o dei lacci, sono dei dispositivi meno sofisticati dei precedenti ma certificati per proteggere soprattutto le altre persone, impedendo alle goccioline emesse durante l’espirazione, con un colpo di tosse o parlando di raggiungere chi abbiamo intorno.
Anche se non sono concepite per proteggere chi le indossa, sono le più utili in assoluto quando vengono indossate da tutte le persone che si trovano in uno stesso ambiente.
Se ognuno porta correttamente la propria mascherina chirurgica, infatti, nessuno può contagiare gli altri e quindi si è tutti protetti”
di Luca Dotti su Wired del 10/4/20

Affermazioni analoghe se ne trovano su tutti i media. Non è per crofiggere l’autore, ma voi che dite?

Ilaria: Io dico che è importante la frese se ognuno le indossa correttamente… e aggiungerei anche le maneggia correttamente.

Salvo: Ilaria se guarda bene può scomporre tutte le affermazioni fatte in affermazioni senza alcuna base scientifica. Cominci dall’ultima:
“Se ognuno porta correttamente la propria mascherina chirurgica, infatti, nessuno può contagiare gli altri e quindi si è tutti protetti”
Pensi alle modalità di trasmissione del virus.
Se anche le indossiamo tutti cosa succede realmente?
In realtà l’epidemia continua.
Perché?
Rifletta per cominciare alla differenza di trasmissione utilizzata, tra asintomatici/paucisintomatici e sintomatici e analizzi bene.
Ci arriva facile.

Ilaria: mah….i sintomatici penso contagino più che altro con tosse e gocce più grandi… e quelli la mascherina li trattiene…
Gli asintomatici immagino contagino con particelle più fini emesse parlando… forse queste la mascherina chirurgica non li trattiene?

Salvo: Sì, la mascherina chirurgica è progettata per mantenere la sterilità del campo operatorio libero da batteri, principalmente lo stafilococco e lo streptococco (ha presente la febbre di cui morivano le donne al momento del parto: gli ostetrici non si lavavano neppure le mani).
I batteri sono cose grossolane e le gocce che riesce a trattenere una mascherina chirurgica (in parte, perché sfiata dappertutto sono medie e grandi). Gli asintomatici/paucisintomatici che nella epidemia sono secondo alcuni destinati a crescere (dall’8% al 50% degli infetti) contagiano proprio semplicemente parlando e poco più; le mascherine chirurgiche non servano a nulla per questo; quindi quella che è stata detta è un’affermazione priva di qualsiasi fondamento scientifico.

Salvo: Vada avanti però la prego.
Gli infetti sintomatici come contagiano? corregga un poco le precedenti affermazioni imprecise.

Ilaria: Aiuto… Sta diventando impegnativo … Immagino non si riferisca alla trasmissione orofecale (che nei bimbi non escluderei) per la quale ovviamente la mascherina fa ben poco… comunque se un sintomatico si tocca occhi bocca o naso e poi tocca una superficie, immagino la mascherina serva a poco a chi deve difendersi

Salvo: no rilegga il mio post precedente bene. Lo so che non è facilissimo, ma giornalisti attenti come Gianluca Dotti si lasciano andare ad affermazioni che non hanno alcuna base scientifica e fanno divulgazione in questo modo e la gente comune si beve tutto. Anche perché la testata è una testata seria.

Ilaria: forse il contagio dovuto ai fomiti? Io la mascherina la debbo usare per forza causa ordinanza del mio Governatore.

Salvo: Sì, non metto in dubbio che sia utile. Ormai avrebbe dovuto capire che non mi appassiona lo scontro tra le due fazioni. E che mi faccio i fatti miei in questa disputa. Vorrei tutti invitare a una riflessione vera su quello che si dice. Perché si mente troppo. Dico soltanto che su alcune vie di trasmissione, la mascherina chirurgica non fa nulla per definizione; pensi a quello che succede ed è successo alle famiglie che accudiscono malati COVID19;
I familiari anche quando hanno la mascherina chirurgica si infettano tutti.
Pensi alle case di Riposo. Pensi a quello che succederà realmente se la popolazione non sarà consapevole della verità di tutto questo

Rifletta sul sintomatico. Cosa succede realmente?
Il sintomatico produce di più di tutto non solo le gocce grandi di cui parla, ma anche più aerosol e quindi più aerosol infetto e questo contagia con tutte le vie di trasmissione che ho descritto nel post… tra l’altro anche [c] [d] [f] (aerosol) e inoltre le mascherine chirurgiche hanno solo un modesto effetto di protezione dalle gocce più grandi.
Non solo questo, ma anche:
- l’aerosol si deposita nelle zone più basse dell’albero respiratorio ed è quello che trasforma più facilmente anche una bassa carica virale in una infezione certa.
L’affermazione di Dotti è assolutamente infondata anche per la trasmissione dei sintomatici. OK? È d’accordo?

Salvo: vada avanti però, le è ingegnere suvvia! Perché sono state progettate primariamente le mascherine chirurgiche? Analizzi l’affermazione fatta dal giornalista. Per chi si progetta normalmente? Per i committente? O per il cliente del committente? Le mascherine chirurgiche sono state progettate per il medico o per il paziente?

Ilaria: il giornalista dice che non sono concepite per i dottori… ma per i pazienti… Cioè alla fine… per proteggere i pazienti non tanto i dottori, questo dice.

Salvo: sa di cosa hanno bisogno le mascherine chirurgiche per essere certificate? Non la intriga scoprire tante bugie in un passo così breve?

Ilaria: per la certificazione immagino facciano una prova di filtraggio… che dimensione minima di materiale trattengono… come diceva il mio prof di costruzioni idrauliche il materiale perfettamente impermeabile non esiste.

Salvo: “certificati per proteggere soprattutto le altre persone”, questo dice il giornalista. Vuole che recupero per lei il processo di certificazione? Così si diverte? Di più afferma: “anche se non sono concepite per proteggere chi le indossa [medici o pazienti che siano ndr] sono le più utili in assoluto quando vengono indossate da tutte le persone che si trovano in uno stesso ambiente”. Allora sono concepite per chi? Certificate per cosa? E cosa riescono ad evitare davvero di utile? Concepite per medici o pazienti? Certificate per cosa? Cosa riescono davvero a diminuire in emissione solo e come farebbero il miracolo di cui parla? Questo tipo di logica nella successione delle argomentazioni fatte viene generalmente utilizzata secondo gli scientist solo da persone come Montanari, gli Omeopati e i No Vax. Le sembra una logica da argomentazioni “scientifiche” questa del giornalista?

Ilaria: Le norme UNI di riferimento sono la UNI EN 149:2009 “Dispositivi di protezione delle vie respiratorie — Semimaschere filtranti antipolvere — Requisiti, prove, marcatura” e la UNI EN 14683:2019 “Maschere facciali ad uso medico — Requisiti e metodi di prova”… dubito me le facciano scaricare gratis ...

Salvo: lei è bravissima, attualmente sono gratis però! la procedura per scaricarle è complessa; fa un click e non succede nulla; deve scaricarsi il plug in per il file open. Da questo link tutto è più facile.
Ora si mantenga lucida deve aiutarmi per il prossimo STEP.
Cerchi nella sua regione la procedura di accreditamento attuale delle mascherine chirurgiche in forza del decreto pandemia.

Ilaria: ho trovato questa che è la procedura seguita da noi per ‘dimostrare’ che le mascherine autoprodotte in Toscana sono equivalenti alle chirurgiche… in pratica fanno un areosol e valutano grandezza delle particelle trattenute in ingresso e uscita e loro distribuzione…

tratta da questo link regione Toscana

Salvo: Bravissima e allora possiamo concludere che le mascherine chirurgiche “italiane” trattengono il 98% delle gocce di <0.3 µm secondo lei in entrata e il 96,9% in uscita?
A che servirebbero i respiratori facciali filtranti FFP2, FFP3 e N95 allora? Rifletta su un punto Ilaria, il giornalista non è in malafede, si è solo lasciato abbindolare dalla propaganda e dal mainstream dominante.
Non ha fatto qualche verifica e adesso contribuisce, senza saperlo, alla bugia dominante di questi giorni. Rifletta… Possibile che una chirurgica abbia questo potere filtrante? La tecnica che è stata utilizzata è una tecnica accreditata o… è un po’ imprecisa?

Cristiano: Da questo link che ho trovato possiamo dare un’occhiata un po’ più precisa al processo di certificazione che dovrebbe essere fatto e a quello che si sta facendo in questi giorni in Italia. E tratto da un link della regione Lombardia, ma è un documento del Politecnico di Milano che spiega il suo ruolo nella definizione di mascherine chirurgiche che sono state distribuite dalla Regione Lombardia, le famose “mascherine pannolino”.

In questa parte del documento spiega come è valutata la BFE (Efficacia di Filtrazione Batterica) e la PFE (Efficacia di filtrazione Particelle) e le differenze con la norma UNI di cui parlavate:

tratta da questo link Regione Lombardia

Salvo: grazie Cristiano; in questo file si fa riferimento a come deve essere fatta la prova (è descritta nei tratti essenziali la norma UNI che è meglio leggere per intero). Ilaria capirà facilmente che razza di certificato ha fatto la università toscana e se è davvero a norma quella mascherina.
D’altra parte le università in questo momento certificano persino i pannolini.
Quello che voglio farvi notare è che la certificazione riguarda fondamentalmente tessuti (che debbono proteggere il medico) e filtraggi grossolani (niente a che fare con gocce piccole di aerosol, si dovrebbe utilizzare l’areosol di stafilococco, qui dicono che usano l’E. Coli. Non è su questo che ci soffermeremo certamente.
Ma è questa la ragione per cui tutto il mondo sostiene che le chirurgiche non filtrano affatto gocce minuscole e anche quando riescono a diminuire la carica virale emessa non lo fanno certo perché trattengono gocce di aerosol come si è inventata l’Università toscana che ci ha mostrato Ilaria.
Inoltre come spiega il documento la prova di certificazione viene fatta sul tessuto. E le maschere chirurgiche per definizione sfiatano da tutti i lati.
Che protezione reale debbano dare in molte circostanze è davvero affidato allo spirito santo! Certamente aiutano un pochino nella trasmissione, ma certo non tanto da meritare il titolo di “maschere altruiste”.

Cristiano: per mestiere mi occupo di tessuti tecnici e debbo dire che per tessuti diverse dai TNT... l’equilibrio tra filtraggio e passaggio dell’aria non è cosa da poco. E poi il documento del politecnico alla fine fa una precisazione importante: “Il Politecnico di Milano non certifica le mascherine, ma ne valuta, senza alcun carattere prescrittivo, la configurazione finale, allo scopo di verificare che le modalità di confezionamento non abbiano alterato la
funzionalità del materiali”. Insomma se ne tira fuori e anche le fotografie che mette sono di mascherine dall’aspetto quasi decente, non certo quelle che si sono viste in giro: sembrano vere.

Salvo: peccato non averle viste addosso a Fontana che invece faceva mostra di un bel respiratore, per la prima volta nel posto giusto (davanti a bocca e naso) e non sul collo il giorno della presentazione.
Cristiano pensa alla tappe della certificazione completamente disattesa allora! fino a inventarsi dati assolutamente incredibili.
Rileggi con attenzione la certificazione che ha messo Ilaria! Una chirurgica che filtra particelle di quelle dimensioni e per certificarla una procedura che non esiste nelle norme UNI, ma per capire a fondo le dimensioni dell’imbroglio “mascherine altruiste” questo dato tratto dal sole 24 ore di oggi spiega tutto: “ 4% di quelle che si stanno producendo o importando sono a norma e possono essere utilizzate dai medici come mascherine chirurgiche
questa notizia da sola merita un’attenta riflessione per chi si sente al sicuro con le “mascherine per tutti”: sono finte! E le università italiane si stanno affannando a certificarle… per i poveri allocchi!

tratto da una interazione facebook da questo link

Il disegno dell’interazione merita di essere riprodotto: è l’emblema della disinformazione diffusa da media e involontariamente anche da giornalisti tradizionalmente attenti a quello che scrivono

Fonte facebook introvabile

--

--

salvo fedele
COVID-19 INFO START|FINISH

pediatra a Palermo; mi piace scrivere, ma cerco di non abusare di questo vizio per evitare di togliere tempo al… leggere (╯°□°)