Un team per la cultura open source in PagoPA

Nasce l’Open Source Program Office di PagoPA, per la sistematica adozione di buone pratiche di gestione aperta dei progetti della società

PagoPA S.p.A.
PagoPA SpA
4 min readDec 13, 2023

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di Leonardo Favario, Head of Open Source Program Office, PagoPA S.p.A.

Illustrazione originale di Rohanne Thomson per PagoPA S.p.A.

PagoPA ha scelto di rafforzare la propria apertura al mondo dell’open source, istituendo un Open Source Program Office (OSPO), un gruppo di lavoro multidisciplinare che ha il compito di accompagnare i team che lavorano ai vari progetti verso un’apertura strutturale, virtuosa e sostenibile al mondo del software aperto.

L’idea all’origine dell’OSPO è quella di consolidare la cultura dell’open source all’interno dell’azienda e di creare un centro di competenze che possa supportare i singoli team di prodotto nell’adozione di buone pratiche di riuso e condivisione in due diverse direzioni:

  • verso l’azienda (inbound), per aprirsi ancora di più a soluzioni, idee, commenti o spunti che vengono dall’esterno, utili a migliorare i vari progetti;
  • verso l’esterno (outbound), definendo una strategia di contribuzione verso progetti di terze parti che possono avere finalità condivise, o restituendo in modo aperto e trasparente le soluzioni tecnologiche realizzate.

L’istituzione di un OSPO rappresenta una scelta d’avanguardia per la Società, che è infatti la prima tech company a partecipazione pubblica in Italia a fare questo passo, proponendo in questo modo un modello virtuoso replicabile in ambito pubblico e privato.

Foto di Becca Tapert su Unsplash

Le ragioni dell’open source

Il principale motivo per cui l’azienda ha scelto la strada dell’open source riguarda la mission aziendale. Aprirsi ai commenti e agli stimoli del mondo degli sviluppatori esterni è una scelta di trasparenza e permette di realizzare servizi sempre migliori per i cittadini.

PagoPA ha avuto sin dalla nascita un’apertura culturale verso il mondo dell’open source, che oggi si rafforza non per ragioni di compliance normativa ma per una scelta di campo. L’azienda si impegna per lavorare con un modello virtuoso, e con questa scelta vuole mostrarlo e condividerlo con gli altri. Pubblicare i repository aperti in modo stabile e ben documentato significa infatti:

  • esporre i progetti a continui input migliorativi, raccogliendo feedback, spunti e contributi da un intero ecosistema di sviluppatori;
  • avere un biglietto da visita capace di restituire un’immagine virtuosa dell’azienda e attrarre nuovi talenti, che possono dare il proprio contributo e conoscere il modo in cui lavora PagoPA prima ancora di esserne dipendenti.

Affrontando in modo coerente e sistematico la sfida dell’open source, PagoPA vuole diventare un modello virtuoso, aprendo la strada ad altre società del mondo pubblico e privato, in Italia e all’estero. Questa iniziativa, d’altra parte, rientra in un solco internazionale, tracciato tra gli altri anche da:

Dal punto di vista di PagoPA, creare un OSPO è una scelta di responsabilità, che tiene conto di aspetti come la sostenibilità dell’ecosistema con cui interagisce: usiamo molto codice open source nei nostri progetti pertanto ci impegniamo a dare sistematicamente il nostro contributo per ricambiare.

Foto di Annie Spratt su Unsplash

Come lo stiamo facendo?

La forma che abbiamo dato all’OSPO è quella di un gruppo di lavoro multidisciplinare, che svolge un’attività di consulenza e supporto per tutti i team di sviluppo. L’attività dell’OSPO coinvolge trasversalmente diverse anime dell’azienda, tra cui:

  • L’area tech, attraverso un’attività di consulenza per diffondere le competenze specifiche e instillare nei team di prodotto una solida cultura open source, anche realizzando materiale informativo che parli la stessa lingua degli altri sviluppatori che lavorano in PagoPA. A quest’area appartengono inoltre le attività relative all’individuazione, manutenzione ed innesto in azienda degli strumenti tecnici che possano supportare tale modello di cultura ingegneristica.
  • L’area legale, che si occupa di creare un ecosistema compatibile con il mondo open source per i progetti aziendali. Tra le sfide da risolvere, ad esempio, la creazione di policy aziendali per contribuire a progetti di terze parti, o la scelta di licenze da inserire all’interno dei repository.
  • Esperti di comunicazione e relazioni istituzionali, che hanno in carico i rapporti con soggetti istituzionali, come la Comunità Europea o gli atenei, e con la community di sviluppatori esterna. La sfida a lungo termine è quella di creare strumenti, canali e pratiche per permettere un dialogo efficiente tra sviluppatori e community, e garantire un accesso semplice e chiaro al codice e alla relativa documentazione.

Lo scopo ultimo dell’iniziativa è di aprire sempre più l’azienda verso l’esterno, creando una vera e propria community pronta a interagire con i progetti di PagoPA. L’istituzione di un OSPO per la diffusione pervasiva di una cultura aziendale open source è il primo passo, a cui ne seguiranno altri, come la partecipazione in realtà nazionali ed internazionali già esistenti o la creazione di canali dedicati.

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