Appagare sé stessi

Come appagare sé stessi in questa giungla di insoddisfazione. Un semplice ragionamento che si muove tra Etimologia, Buddha e Cristo

Angelo Moroni
Cristiano Errante
4 min readJul 3, 2019

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Appagare deriva dal latino pacare nonché pax. In altre parole, appagare significa mettersi in pace.

Al giorno d’oggi, la ricerca del benessere e dell’appagamento sembra essere la cosa più importante di tutte, il fine ultime delle nostre vite.

Addirittura, ci si avvicina a dottrine orientali (ma spesso anche alle più classiche) non per fede, ma per stare bene, per trovare quella serenità alle ansie e frustrazioni quotidiane. Se mi permettete, potrei dire che si ricerca uno Xanax spirituale.

Tornando al verbo appagare, figurativamente ci viene l’immagine di qualcuno che riceve qualcosa e ciò gli dona un beneficio, come se gli fosse dovuto un risarcimento e, una volta ottenuto, si sia rasserenato. Un sentimento comune tra molti di noi: abbiamo l’impressione che il mondo fuori, la società, il datore di lavoro, ci debbano risarcire, che ci abbiamo tolto qualcosa che devono restituirci.
Per far capire questo senso di mancanza, possiamo fare un esempio sportivo. Ogni allenatore, dopo una vittoria, spera sempre che la propria squadra non si senta appagata e che abbia sempre fame di vittoria, come, appunto, se le mancasse.

Appagare, quindi, è un verbo che suscita movimento in avanti, perché, per una questione a cui troveremo pace, ce ne saranno altre per cui trovarla. Così, di volta in volta, si avanza.

In conclusione, non saremo mai realmente in pace e ciò ci crea frustrazione e questo è un discorso già ben spiegato da Leopardi.

Ora parliamo del cugino spagnolo di appagare: apagar. Stessa etimologia, ma significato opposto, o meglio, figurativamente contrario.
Apagar, come in italiano, significa mettere a pace, ma andando all’indietro. Potremmo dire che la vera traduzione sarebbe attenuare piuttosto che appagare.
Per farne capire il senso, i cugini spagnoli dicono apagar el fuego per dire spegnere il fuoco.
L’azione, quindi, non è in avanti, ma all’indietro.

Perdonare, per esempio, è un concetto analogo: cancellare il debito a chi ci è debitore. Sì raggiunge l’appagamento lasciando andare ciò che ci sarebbe dovuto.
Sembra ingiusto, perché lo è, ma qua stiamo parlando di raggiungere il nostro benessere e non la giustizia.

Questo discorso, poi, vale anche per i desideri: il desiderio è un sentirsi mancante di ciò che desideriamo e riceverlo ci appaga. Però vi faccio una domanda, potremmo mai ottenere tutto ciò che desideriamo? No, perché, appunto come già abbiamo detto, desidereremo sempre di più e non ci sentiremo mai appagati.

Credo che ora sia chiaro dove voglio arrivare: per appagare se stessi bisogna lasciare andare i debiti e i desideri, piuttosto che essere ripagati.
Sembra un discorso da deboli? Provate voi a perdonare e capire quanta forza ci vuole per farlo.

Quindi, per sentirsi appagati bisogna togliere ogni dolore, ma anche ogni passione che ci spinge a volere sempre di più. Per sentirsi appagati, in altre parole, dovremmo non essere influenzati da ciò ci arriva da fuori e da ciò che ci spinge da dentro, il giusto equilibrio tra tutte le forze che agiscono su di noi (e in noi).

La mia conclusione sembra ragionevole, vero? Ma quando mi capitava di affrontare questo discorso con le persone e presentare una “soluzione” cristiana, mi sono spesso, se non sempre, sentito rispondere che ci sono religioni migliori, più al passo con i tempi. Tra queste, per esempio, c’è il Buddhismo.

Infatti, il concetto di essere in pace con sé stessi e con il mondo attorno a noi è molto simile al concetto del Nirvana Buddhista (per carità, ci sono varie sfaccettature a seconda della scuola, ma credo che questa semplificazione sia sufficiente).
Il Nirvana si raggiunge tramite la meditazione e l’impegno di non essere succubi dei nostri impulsi, delle nostre passioni e degli attacchi che arrivano da fuori.

Allora, mi chiedo, ma che differenza c’è tra il Nirvana e il mettere a morte sé stessi al quale ci spinge ogni giorno il Signore? Che differenza c’è tra la meditazione, indispensabile per concentrarsi su questo compito, e la preghiera?

Chi è cristiano sa che l’uomo è malvagio e succube dei propri impulsi e desideri, per colpa del peccato e ciò non fa che creargli malessere e frustrazione.

Infatti quelli che sono secondo la carne, pensano alle cose della carne; invece quelli che sono secondo lo Spirito, pensano alle cose dello Spirito.
Romani 8:5

In Romani 8:5 Paolo ci dice che chi è nello Spirito è libero dalla carne e dalle sue debolezze, dai suoi dolori (nonché l’unico modo per piacere a Dio).

Allora Gesù disse ai suoi discepoli: «Se uno vuol venire dietro a me, rinunci a se stesso, prenda la sua croce e mi segua.
Matteo 16:24

E per andare ancora di più nel profondo della questione: cosa ci dice Gesù, in Matteo 16:24 (o in Luca 14:25–27)? Ci dice di rinunciare a noi stessi, di prendere la nostra croce e seguirLo. Non ci sta, quindi, dicendo di lasciar perdere tutto quello che crediamo ci sia dovuto? Credo di si, credo che ci sta dicendo di apagar noi stessi.

E per fare questo, cosa ci serve? Dove troviamo la forza per mettere a morte la nostra carne? Esatto, nella preghiera.

Mi fermo qui anche se il discorso andrebbe approfondito, ma credo che un articolo solo non sia lo spazio adeguato. Pertanto, invito, chi volesse approfondire un po’, a leggere l’articolo che scrissi tempo fa, sempre su Pane e Croce, che analizzava il problema di desiderare beni terreni. Per quella occasione presi in prestito le parole di Chuck Palahniuk, autore di Fight Club (sì il famosissimo Fight Club di cui non si dovrebbe mai parlare) per arrivare poi alle parole di Gesù in Matteo 6:19–34.

Prima di lasciarvi, vorrei però lasciarvi il lnk a Una Parola al Giorno, portale nel quale ho potuto leggere l’etimologia della parola appagare e il relativo confronto con la parola spagnola apagar.

Detto questo, fatemi sapere cosa ne pensate. Che Dio vi benedica.

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Angelo Moroni
Cristiano Errante

Code Monkey #Android per Bemind Interactive e ciarlatano digitale. (Aspirante) Scrittore e Filosofo. http://instagram.com/hooloovoochimi…