Papille — Menù 31 luglio 2020

In questo ultimo Menù prima della pausa estiva, abbiamo raccolto suggestioni di game design, narrative transgender, rappresentazione araba, decolonizzazione dei videogiochi e come bilanciare una escape room da tavolo.

Nei Secondi abbiamo raccolto testimonianze personali di chi si occupa di traduzioni, di chi mette in discussione i propri privilegi e di chi affronta una diagnosi di schizofrenia.

Il Dessert è dedicato a Dario D’Ambra: senza te, la comunità di chi cerca di innovare attraverso i videogiochi è un po’ più sola.

Primi Piatti
Portate dedicate ai giochi (digitali e non) ricche di approfondimenti su critica, game design, arte e sviluppo.

250 cose che chi fa game design dovrebbe sapere
Molleindustria, luglio 2020
Ispirandosi all’articolo di Michael Sorkin “Two Hundred Fifty Things an Architect Should Know”, Paolo Pedercini ha invitato colleghe e colleghi game designer a condividere le proprie suggestioni per metterle a disposizione di chi lavora (o vuole iniziare a lavorare) nel settore. Questa lista, nata in modo collaborativo via Twitter, raccoglie indicazioni pratiche da conoscere (“18 differenti parole che indicano un ‘fantasma’”), suggerimenti per un nuovo approccio (“le persone che giocano sono gatti, non cani”) e include anche svolte radicali in grado di rivoluzionare il punto di vista di chi progetta (“ciò che è famigliare può essere entusiasmante quanto le storie epiche”).
Testi in inglese

Llaura McGee di If Found su come realizzare un gioco terribilmente gay che parla di tematiche trans
Gayming, 27 luglio 2020
Uscita a maggio, If Found è una visual novel sviluppata dallo studio indipendente irlandese Dreamfeel che affronta esperienze queer e trans. Autumn Wright intervista Llaura McGee, già autrice di CURTAIN, esplorando temi come la scrittura dei personaggi transgender e dei rapporti con la famiglia, e la necessità di una rappresentazione positiva nelle storie raccontate.
Articolo in inglese

La rappresentazione araba nei videogiochi
Superjump, 27 luglio 2020
In questo articolo, Walid Al Otaibi presenta alcuni (rari) casi in cui i personaggi arabi presenti nei videogiochi non cadono negli stereotipi, come la figura di Altaïr Ibn-LaʼAhad (الطائر ابن لا أحد‎), che ricopre l’insolito ruolo di eroe in Assassin’s Creed.
Articolo in inglese

Il mio piccolo colpo di Stato in Colpo di Stato
Breakfast with Müesli, 28 luglio 2020
Quando il duo We Are Müesli chiede aiuto a Mauro Vanetti per l’escape room da tavolo Colpo di Stato, il gioco è quasi pronto ma richiede ancora un bilanciamento. Colpo di Stato ha come tema il golpe italiano del 1970 organizzato (e non portato a termine) dal principe fascista Junio Valerio Borghese. Si tratta di un gioco collaborativo in cui le persone che partecipano devono portare avanti e completare l’inchiesta che permetterà loro di collegare gli undici golpisti coinvolti. In questo articolo, Mauro Vanetti racconta di questo progetto parlando di game design, delle sfide incontrate e delle soluzioni grafiche, narrative e tecniche che sono state scelte per rendere il gioco ancora più coerente, divertente e appagante. È, in ultima analisi, un piccolo gradevole insegnamento su come il lavoro fatto sia spesso il risultato di grande impegno, pazienza e partecipazione. Un percorso non distante da quello che si dovrà affrontare per ricostruire, nel gioco stesso, lo schema del complotto.

Gli enigmi di Colpo di Stato richiedono invece pazienza, spirito di osservazione e un certo impegno: tutte cose che possono essere distribuite tra i partecipanti, facendone un pezzo ciascuno, e che peraltro sono coerenti con la storia del gioco e cioè un’indagine giornalistica, che di solito non si costruisce tramite epifanie, ma con un duro lavoro di raccolta e ricombinazione di informazioni.

Game changer: decolonizzare i videogiochi
Play the Past, 28 luglio 2020
Franki Webb ripercorre la storia della rappresentazione (limitata e spesso usata come un ripetitore dei pregiudizi) delle comunità indigene all’interno dei videogiochi. La svolta avviene quando vengono ascoltate le voci delle persone originarie di una terra: i videogiochi possono essere usati come strumenti di narrazione e testimonianza delle storie che solitamente vengono cancellate dalla cultura egemonica. Tra gli esempi citati in questa analisi, si trovano Never Alone (Kisima Ingitchuna) di Upper One Games, Thunderbird Strike di Elizabeth LaPensée e Tipi Kaga di Carl Petersen.
Articolo in inglese

Secondi Piatti
Una selezione di pietanze per soddisfare gli appetiti culturali più vari, dal cinema alla letteratura, passando per l’architettura, le scienze sociali e la fotografia.

I dilemmi di una traduttrice
Internazionale, 25 luglio 2020
A partire dalla propria esperienza di traduttrice e giornalista, Francesca Spinelli riflette sui modi in cui il termine blackness può essere tradotto in italiano in modo fedele e rispettoso. Da perifrasi come “l’essere nero” a parole come “nerezza” o “nerità”, l’articolo sottolinea come sia importante contestualizzare i termini all’interno dell’attualità.

Come noirceur in francese, ma con qualche decennio di ritardo, la parola nerezza in italiano è in corso di deliberata risemantizzazione.

Sto giocando al gioco della vita in modalità ‘facile’
Matteo Menapace, 30 luglio 2020
In questo lungo articolo personale, Matteo Menapace condivide una parte del percorso di analisi dedicato alla propria esperienza di uomo bianco in un mondo progettato dai e per i bianchi. Non basta considerarsi “non razzista”: bisogna prendere atto del fatto che, in quanto bianchi, non siamo mai giudicati dal colore della nostra pelle, e che questa quotidianità è frutto di un privilegio invisibile ai nostri occhi, ma non per questo meno reale. Nel post vengono anche suggeriti una lista di libri a tema anti-razzismo da cui si può iniziare a mettere in discussione la propria realtà.
Articolo in inglese

Cosa significa crescere un figlio con schizofrenia
HuffPost, 25 luglio 2020
Miriam Feldman (autrice di He Came in With It: A Portrait of Motherhood and Madness) condivide la propria esperienza di una vita trascorsa dentro e fuori dal sistema sanitario statunitense attraverso un lungo percorso di diagnosi per il figlio. Dall’articolo emerge non solo la difficoltà personale, ma soprattutto un sistema che si inceppa a causa di discriminazioni intrinseche di classismo e razzismo, che rende complicata qualsiasi azione nei confronti della salute mentale e che ostacola così tanto le persone da scoraggiare anche quelle più privilegiate.
Articolo in inglese

Contorni
Bocconcini di gallerie fotografiche, ratatouille di video gustosi e julienne di letture veloci per stuzzicare tutti i sensi.

Tutto è connesso
Internazionale, 20 luglio 2020
Su Internazionale è stata pubblicata la galleria fotografica delle 10 foto vincitrici del concorso Slideluck Editorial 2020. Il tema del bando era “Tutto è connesso”.

Haenyeo: le sommozzatrici coreane di Jeju
Colossal, 14 luglio 2020
Hyung S. Kim ha dedicato un progetto fotografico alla secolare pratica sudcoreana delle haenyeo, donne sommozzatrici che raccolgono molluschi e crostacei esclusivamente in apnea.
Articolo in inglese

Le fotografie afrofuturiste di Lola Flash
Artsy, 28 luglio 2020
In questo profilo dedicato alla fotografa nera Lola Flash, si ripercorre la sua arte attraverso alcune tappe principali: dall’attivismo degli anni Ottanta, al primo arresto ingiustificato legato a motivazioni razziali, fino alle opere più recenti che uniscono un’estetica afrofuturista alla lotta contro l’incarcerazione di massa (sotto: Lola Flash, I is for I Scream, 1993).
Articolo in inglese

Dessert
Giochi per tutte le tasche e bonbon offerti dalla casa per sollevare l’umore.

Don’t Make Love

Maggese, 2017
L’eredità artistico-culturale che Dario D’Ambra ci ha lasciato merita di essere ricordata e condivisa. In questo numero di Papille vogliamo riproporvi il suo lavoro di ricerca che ha sfidato le aspettative nei confronti dei videogiochi. Don’t Make Love mette in scena un dialogo all’interno della relazione tra due mantidi, e culmina con la decisione se avere o meno un rapporto sessuale — atto che porta all’inevitabile morte del maschio per opera della partner.
Testi in inglese.

🌱 Don’t Make Love è stato selezionato anche per Game Happens 2017: qui il video di presentazione del progetto. Hanno parlato di Dario D’Ambra e delle sue opere anche Matteo Lupetti (su Artribune) e Pietro Polsinelli.

Don’t Make Love (Maggese, 2017)
Caffetteria
La nostra miscela per concludere il pasto, selezionata con cura per voi.

Heterotopia (issue 07)

Il settimo numero di Heterotopias, magazine che si inserisce in un campo ibrido tra critica di videogiochi e architettura, è dedicato alle realtà innaturali. Gli articoli analizzano gli ambienti sconfinati di Death Stranding, la scomposizione della realtà in Kentucky Route Zero, il lutto ecologico all’interno di Dear Esther e le foreste di Moss o The Last Guardian. Questo nuovo Heterotopias è— come sempre —un numero imperdibile.
Testi in inglese

Heterotopia (issue 07)
Digestivo
Tweet da bere tutto d’un fiato per facilitare la digestione.
Ovetto Sorpresa
Curiosità impreviste.

Questo menù è stato curato da Marina Rossi. Grazie per aver banchettato con noi. Ci rivediamo a settembre. Se volete inviarci assaggi imperdibili, potete scrivere a: papille@gamehappens.com

Al momento della pubblicazione di questo menù, nella nostra dispensa sono catalogati 555 titoli di videogiochi, sono collezionate 538 fonti, e sono monitorati 2328 account Twitter.

Legenda

🐣 Pulcini: adatto anche a bambine e bambini a partire dai 7 anni
🌶️️ Piccante: contiene note polemiche
🌾 Allergeni: può contenere tracce di…
❄️ Surgelato: scongelato dagli archivi
📅 Agenda: date da segnare
🌱 Exhibition: gioco già selezionato per uno showcase GH

--

--

Game Happens
Papille: Una fettina di cultura al limone

Game Happens is a nonprofit cultural association based in Genova (Italy) focused on the impact of games. #gamehappens