Il Focusing per il Parkinson

Perché è importante imparare a praticare il Focusing

Rosaria Perini
Parkinson a Porte Aperte
5 min readJun 9, 2021

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di Rosaria Perini

(counselor a mediazione corporea con indirizzo bioenergetico, conduttrice di classi di esercizi bioenergetici, Focusing trainer, operatrice Shiastu)

Cos’è il Focusing?

Eugene T. Gendlin

Eugene T. Gendlin, il teorico del Focusing, lo definisce come “L’atto interiore” ed è così che intitola il primo capitolo nel suo libro “Focusing” da cui estraggo un altro paio di definizioni:

“Il Focusing è la fase di sviluppo che si apre dopo essere entrati in contatto con le emozioni. Riguarda un diverso tipo di attenzione interiore nei confronti di ciò che all’inizio è percepito confusamente. (…) È un processo con cui riusciamo a entrare in contatto con un tipo particolare di consapevolezza corporea interna. Questa consapevolezza la definisco sensazione sentita”. [1]

In queste poche righe si parla di percezioni corporee ed emotive e dell’attenzione di cui hanno bisogno. Riuscire a entrare in contatto con ciò che Gendlin chiama “sensazione sentita” (Felt Sense) apre la strada al processo di conoscenza interiore che ci può condurre al cambiamento di cui sentiamo il bisogno.

https://medium.com/parkinson-a-porte-aperte/lesercizio-bioenergetico-e-il-parkinson-4875f596920d

Chi ha letto il mio articolo “L’esercizio bioenergetico e il Parkinson” , ai cui contenuti mi riferirò molto spesso in questo articolo, sa che quanto ho appena scritto si riferisce all’identità funzionale di mente e corpo, cioè ʺquello che succede nella mente riflette quello che succede nel corpo e viceversa”[2].

Praticare il Focusing è, quindi, sapere come ascoltare le percezioni corporee che sono l’espressione delle emozioni ad esse collegate, anche e soprattutto quando quel che si percepisce è vago e indefinibile. Questo ascolto permette di trovare le strategie utili per cambiare ciò che rende la nostra vita meno bella di quanto vorremmo.

Come e quanto il Focusing può aiutare nel Parkinson.

Nel Focusing chi parla è il corpo e nel Parkinson, come in qualsiasi altra patologia, ascoltarsi nei sintomi potrebbe risultare molto efficace per gestire i disagi.

Come mi sento emotivamente quando il corpo non mi permette di fare ‘questo’ o mi obbliga a fare ‘quest’altro’?”

Porsi domande di questo tipo di fronte alle difficoltà che incontriamo e poter collegare il sintomo fisico al nostro sentire emotivo, ci permette di andare al cuore di quella ‘sensazione globale’ che ha bisogno di essere riconosciuta, trasformata, liberata. Quando ciò avviene anche l’energia intrappolata nel blocco fisico ricomincia a fluire più libera (vedi articolo sulla bioenergetica) e, soprattutto, il corpo risponde con un cambiamento positivo.

Il contatto con il Felt Sense (Sensazione sentita) legato al disagio fisico lo possiamo stabilire accogliendo incondizionatamente tutto quello che c’è. Evitare il giudizio è molto difficile ma è possibile e ci permette, poi, di apprezzare i risultati del dialogo interiore con il cambiamento fisico ed emotivo che ne consegue.

Troveremo sollievo, ci permetteremo di cambiare i nostri punti di vista, sentiremo di avere più potere personale e potremo prendere decisioni seguendo quello che sentiremo buono per noi. Inoltre impareremo anche a considerare e stare con gli aspetti positivi che, in genere, diamo per scontati e sui quali non ci soffermiamo mai abbastanza per … poterceli godere.

Questa potrebbe essere una grande conquista per un ammalato che, il più delle volte, è concentrato sul senso della mancanza e su quello che la malattia gli impedisce di fare, perdendo di vista tutto il resto che comunque è lì e gli permette di continuare a vivere.

Quindi con il Focusing, allenandoci ad essere consapevoli di cosa sentiamo e di come lo percepiamo e imparando a stare con noi stessi senza giudizio, apprezzeremo di più il benessere e la forza che ci regala e scopriremo che ogni situazione, anche la più dura, la più pesante o la più triste, ha sempre un aspetto positivo che può insegnarci qualcosa aprendoci a nuove prospettive.

Il Focusing è una opportunità per essere sempre padroni della nostra vita.

Come e quanto il Focusing può aiutare il caregiver?

Sono caregiver familiare anche io e so che, nell’assistere una persona cara, c’è il rischio di annullarsi, di perdere i propri riferimenti e di rinunciare a gran parte delle proprie attività, dei propri interessi, dei propri spazi perché l’impegno, fisico e mentale, è totalizzante! E che dire delle energie richieste che, il più delle volte, vanno oltre quelle di cui si dispone? Il rischio di burnout è molto alto.

So che è giusto e necessario, per me e per chi assisto, prendere la giusta distanza… ma quanto è difficile! Il più delle volte è più facile cedere alle richieste continue e pressanti che far rispettare i confini vitali.

Il Focusing mi ha aiutata e continua ad aiutarmi. Il primo passo per riappropriarmi di qualcosa che mi sembrava perso è stato prendere tempo e spazio per me stessa per portare l’attenzione gentile, curiosa e accogliente verso le mie sensazioni sentite. E poi restare in ascolto di tutto questo, da sola o potendo fare Focusing con un “ascoltatore esperto”.

Ho, quindi, l’opportunità di dialogare con quelle parti di me più fragili, sofferenti o stanche e scoprire che c’è tanto altro che posso utilizzare, considerare, scoprire come nuovo. Grazie a questo atteggiamento di accoglienza verso la mia persona mi è possibile sentirmi oggetto d’amore e di approvazione e, quindi, meritevole di una vita sana e soddisfacente. Questo ascolto nuovo, nel corpo e nelle emozioni, è per me vitale!

Ma come si impara a praticare il Focusing?

Il Focusing si impara facendone pratica con sessioni singole o di gruppo tenute da focusing trainer riconosciuti e accreditati. Una volta acquisiti i principi guida è possibile utilizzarlo nella psicoterapia, o decidere di fare scambi alla pari con altri focalizzatori esperti o, anche, praticarlo da soli in quanto può diventare una nuova modalità per essere “consiglieri di se stessi”!

Perché se impariamo a percepirci più consapevolmente nel corpo e nelle emozioni sapremo riconoscere le indicazioni della nostra bussola interiore e quindi sapremo anche autoregolarci conservando il nostro equilibrio e mettendo amore di qualità in quello che facciamo.

Questo strumento rivoluzionario, ci mette in contatto con il nostro potere personale, necessario sempre nella vita.

Facciamo diventare questa pratica il nostro modo di vivere meglio in un mondo che percepiremo più a nostra misura.

Parlerò ancora di Focusing, entrerò nei dettagli e saranno benvenute domande e feedback da parte di chi vorrà seguirmi, visto che l’argomento potrebbe rimanere poco chiaro. Avvierò anche corsi di Focusing per permettere di farne esperienza.

Per chi è curioso e vuole saperne di più sulle origini del Focusing e tanto altro: www.Focusing.it/cose-il-Focusing/.storia-e-fondatore/

[1] Eugene T. Gendlin “Focusing” Ed. Astrolabio 2001 p.20–22

[2] A. e L. Lowen — Espansione e integrazione del corpo in Bioenergetica — Astrolabio 1979 — p.13

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Rosaria Perini
Parkinson a Porte Aperte

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