Buone notizie da Beppe Gambetta (un panino, un libro e un miracolo che si ripete per ventidue volte)

Il chitarrista pubblica in queste ore un singolo dedicato a Faber e intanto si prepara a un giro di presentazioni del suo libro autobiografico. E non solo…

Massimo Giuliani
RadioTarantula
4 min readApr 3, 2022

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Beppe Gambetta, in una carriera pluridecennale, è passato dall’essere il decano dei nostri chitarristi bluegrass — stimato dai colleghi negli Stati Uniti e divulgatore da noi di Doc Watson e Norman Blake — a farsi conoscere in Europa e in America come musicista originale che unisce due continenti attraverso una musica che si nutre di folk song, di De Andrè e persino della musica dei virtuosi del plettro fra l’800 e il ‘900.

Con Fabrizio De Andrè ebbe a che fare, e lo stesso Faber — nella Genova che fu culla di entrambi — lo riconobbe come un interprete credibile delle sue canzoni: “mi piace la tua versione di ‘Creuza de Mä’, mi raccomando: non cancellare le mie parolacce perché fanno parte della mia poesia”.

Se devo dire quale sia il forte filo conduttore tra le diverse fasi della sua carriera, forse questo sta molto meno nei contenuti che nel rapporto che Beppe ha con la musica che suona. Che suoni “Black Mountain Rag”, “La città vecchia” o una mazurka di Pasquale Taraffo, è sempre emozionante il senso di legame e di appartenenza che sa creare con chi ha scritto quella musica. Sentirlo raccontare di come spese tutti i risparmi per incontrare oltreoceano i musicisti che ha amato — i suoi padri musicali — è appassionante, e quando ti cita Bob Dylan che passa le sue giornate in ospedale con Woody Guthrie capisci di che sta parlando.

Sabato 2 aprile mi sveglio sul presto e trovo che un singolo di Beppe è uscito poche ore prima. L’ha registrato nel New Jersey, dove vive e lavora per una buona parte dell’anno. È una canzone che si chiama “Il panino”, dove ha suonato le chitarre e le spazzole insieme a Howard Levy all’armonica e al piano e a F.J. Ventre al contrabbasso. È una storia in cui De Andrè guarda da lassù e scopre con imbarazzo di essere celebrato non solo da cantanti (e attori) improbabili, ma da gente che con lui non avrebbe mai avuto a che fare. Eppure la guerra di Piero continua e Marinella muore ogni giorno; e ad Andrea, dopo tanto tempo, ancora si impedisce di amare chi vuole. Meglio di tante celebrazioni, allora, è fermarsi un attimo a comprare un panino per quel poverocristo incontrato in via Prè.

Musicalmente, nella canzone c’è tutto il Beppe Gambetta che ha attraversato mondi musicali, che ha navigato le rotte fra Genova e Ellis Island, per arrivare a pubblicare nel 2020 un album con canzoni proprie — “Where the Wind Blows / Dove tia o vento”. Il suo flatpicking evoluto negli anni è brillantissimo e come sempre del suo stile virtuoso colpisce il modo in cui diventa musica: perché il virtuosismo di quelli veramente grandi è invisibile, e non ti chiede mai di sorprenderti per le sole capacità tecniche del titolare, ma ti porta dritto dentro la canzone.

La canzone è stupenda e Beppe si conferma un interprete con un cuore grande così della “musica nostra”. “Un panino” è distribuita su Bandcamp: secondo le regole della piattaforma (ne avevamo già parlato con Alvise Nodale) potete ascoltarla liberamente o potete scaricarla a un euro — o alla cifra che vi pare.

E intanto in questi giorni Beppe Gambetta sta rientrando in Italia e ha in agenda una serie di appuntamento per presentare il suo libro autobiografico: pubblicato dall’editrice “Il Piviere”, si chiama “Dichiarazioni d’Amore” (il calendario degli incontri è nell’immagine).

Attendo di leggerlo, ma avendo ascoltato da Beppe un po’ della sua storia capisco bene il titolo. L’amore e la connessione emozionale sono da sempre il senso della sua musica, quello che lo lega a chi l’ha creata, agli amici con cui la suona e alle loro storie.

E c’è un’altra notizia che attendevamo, soprattutto dopo che la pandemia ha lasciato un po’ di cose in sospeso. Per la ventiduesima volta Beppe mette la sua credibilità e le relazioni che ha intessuto in tanti anni al servizio di un progetto che ogni volta che si rinnova sembra un miracolo. Iniziato come una sfida incosciente di una sera, negli anni il festival internazionale “Acoustic Night” ha portato sempre più pubblico, tanto da riempire la sala per quattro serate consecutive.

“Acoustic Night” nasce nel 2001 e Beppe condivide le fatiche organizzative — e la direzione artistica — con Federica Calvino Prina, compagna di vita e di avventure musicali. Dopo il Covid l’evento ritorna in tutto il suo splendore al Teatro Ivo Chiesa di Genova (dal 19 al 22 maggio).
L’Acoustic Night 22 ha come tema la “bellezza senza confini”: gli artisti che partecipano sono maturati artisticamente vivendo parte della loro vita in terre e culture diverse. Sono il cantautore canadese Harry Manx (che in India ha studiato strumenti e tradizioni musicali), Casey Driessen (dal North Carolina, virtuoso del violino a cinque corde; Richard Shindell, cantautore newyorchese fra lo stato di New York e l’Argentina. Con tutti loro, naturalmente, Beppe condividerà musica e storie.
Per i biglietti: https://biglietti.teatronazionalegenova.it/biglietti/132676-acoustic-night-22.htm

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Massimo Giuliani
RadioTarantula

La cura e la musica sono i miei due punti di vista sul mondo. Sembrano due faccende diverse, ma è sempre questione di suonare insieme.