Cannabis legale, le due proposte per la Liguria
Ieri mattina abbiamo presentato due proposte sulla cannabis, una per incentivarne l’uso terapeutico e l’altra per promuoverne la coltivazione a scopi industriali.
La prima proposta sulla cannabis terapeutica integra la Legge 26/2012 per attribuire alla Regione il compito di svolgere informazione sull’uso terapeutico di medicinali cannabinoidi, sia verso gli operatori sanitari, sia verso i pazienti.
La seconda proposta sulla coltivazione di canapa richiede alla Regione di promuovere le attività agricole, anche a fini di bonifica dei terreni e contrasto al dissesto idrogeologico o di ricerca, di quelle varietà di pianta iscritte nel «Catalogo comune delle varietà delle specie di piante agricole», in conformità della Direttiva 2002/53/CE, che non ricadono nell’ambito di applicazione del Testo unico sulla disciplina degli stupefacenti. Verso questo fine istituisce un fondo regionale e richiede alla Giunta di concentrare risorse europee.
Di seguito gli articoli apparsi sui principali siti di informazione e gli appunti che abbiamo fornito ieri mattina ai giornalisti, con una serie di dati utili.
Qualche settimana fa, sempre su questo argomento, è stata pubblicata questa lettera aperta su Il Secolo XIX scritta da Marianna Pederzolli e Gianni Pastorino.
Breve storia sulla legge cannabis in Regione Liguria:
La Liguria il 3 agosto 2012 è una delle prime Regioni italiane a varare una normativa in materia di farmaci cannabinoidi: la Legge 26/2012. Tale provvedimento è stato poi emendato con la Legge regionale 28/2013, per recepire una decisione della Consulta sulla portata delle competenze regionali nel settore. Il testo vigente dispone che i farmaci cannabinoidi possano essere prescritti dal medico specialista e dal medico di medicina generale del Servizio sanitario regionale (SSR), con oneri a carico dello stesso SSR, sulla base di un piano terapeutico redatto secondo specifiche disposizioni. Prevede inoltre la possibilità per la Giunta regionale di stipulare convenzioni con centri e istituti autorizzati ai sensi della normativa statale alla produzione o alla preparazione dei medicinali cannabinoidi. A inizio aprile 2016 la Regione Liguria ha definito finalmente un protocollo attuativo per la preparazione dei farmaci cannabinoidi.
Più di un anno fa abbiamo fatto approvare una mozione nel consiglio comunale di Genova sull’uso terapeutico della cannabis. “Un segnale positivo per incoraggiare il governo a sperimentare modelli di regolamentazione giuridica della droga — il commento di Luca Pastorino — con l’obiettivo primario di contrastare il giro d’affari milionario del narcotraffico”
Migliorare la legge sull’uso terapeutico della cannabis
A sostegno della nostra proposta per promuovere l’uso terapeutico di medicinali cannabinoidi pubblichiamo alcuni dati interessanti.
- 1 adulto su 5 in Europa soffre di dolore cronico. 1 milione di pazienti in Italia soffre di dolore cronico, di questi il 60% non trova sollievo nelle terapie tradizionali del dolore. (Fonte: Pain in Europe, 2011.) Fatte le proporzioni possono essere 20.000 persone in Liguria.
- Nella cura della fibromialgia, il 62% dei pazienti trova che l’uso della marijuana sia molto efficace, il 33% che aiuti. (Fonte: National Pain Foundation, 2014.)
- Le Regioni dove l’uso della cannabis terapeutica è legale grazie alla normativa regionale sono 11: Liguria, Friuli-Venezia Giulia, Toscana, Veneto, Emilia-Romagna, Marche, Umbria, Abruzzo, Puglia, Basilicata e Sicilia.
- Tutta la cannabis usata a fini medici in Italia oggi viene dai Paesi Bassi, in attesa di poter impiegare la prima produzione dell’Istituto farmaceutico militare di Firenze. Il costo dei prodotti importati è di 21 euro al grammo. Il costo della cannabis dell’Istituto di Firenze si stima sempre in un valore elevato: 19 euro al grammo. (Fonte: FarmaGalenica, 2016.)
- Il medico Marco Bertolotto, direttore della struttura complessa di terapia del dolore e cure palliative dell’ASL2 savonese, ha fondato nel 2015 l’associazione Medical Cannabis per svolgere informazione sulle terapie del dolore con la cannabis. A oggi molti pazienti liguri non sanno di poter richiedere la prescrizione della cannabis e molti medici non sono formati adeguatamente sugli effetti benefici per determinate patologie.
Coltivare la canapa, promuovere l’agricoltura e contrastrare il dissesto
La nostra seconda proposta punta a rilanciare l’agricoltura attraverso la coltivazione della canapa a scopi industriali, una strategia utile anche contro il dissesto idrogeologico.
- 188 Comuni liguri su 235 sono a rischio idrogeologico (l’80%). (Fonte: Legambiente, 2014.) La coltivazione dei terreni incolti nell’entroterra ligure è un importante mezzo di contrasto del dissesto.
- In 10 anni in Liguria sono stati persi più di 20 mila ettari destinati all’uso agricolo. (Fonte: ISTAT)
- Nel 1913, secondo il Ministero dell’Interno dell’Impero tedesco, gli ettari coltivati a canapa in Italia erano 90/100 mila. Le produzioni sono state eliminate durante il fascismo. Anche se gli usi industriali della canapa oggi non possono essere gli stessi d’inizio secolo, la pianta è versatile e potrebbe essere impiegata in modi differenti, a esempio produzione di plastiche biodegradabili dal trattamento della cellulosa oppure di carta.
Cannabis legale, cosa ne pensano gli italiani?
Il 73% degli Italiani giudica inefficace la normativa contro la diffusione e il consumo di droghe leggere ed è pronto a considerare l’ipotesi della legalizzazione. Il 60% è d’accordo con la depenalizzazione delle droghe leggere, la maggioranza è trasversale tra quasi tutte le forze politiche (64% degli elettori di Forza Italia, 67% di quelli PD, 76% di quelli M5S). (Fonte: IPSOS, 2015.)
Legalizzare per fermare le mafie
Solo in Italia il giro d’affari della narcomafie è stimato intorno ai 30 miliardi euro. La relazione 2015 del Dipartimento Politiche antidroga calcola che il mercato della cannabis valga oltre 7 miliardi di euro.
La Direzione nazionale antimafia ha denunciato il totale fallimento dell’azione repressiva nella relazione 2015 sulle dinamiche e strategie della criminalità organizzata di tipo mafioso. La Direzione nazionale antidroga e antiterrorismo ha dato parere positivo alla proposta di legge sostenuta dall’intergruppo parlamentare volta a legalizzare la coltivazione, la lavorazione e la vendita della cannabis e dei suoi derivati.
La Direzione afferma infatti che la legalizzazione, se correttamente attuata, potrebbe portare a:
- Una rilevante liberazione di risorse umane e finanziarie in diversi comparti della Pubblica Amministrazione (Forze dell’ordine, Polizia Penitenziaria, funzionari di prefettura…).
- Una ancora più importante liberazione di risorse nel settore della giustizia, dove oggi decine di migliaia di procedimenti penali, i quali richiedono l’impegno di Magistrati, cancellieri e ufficiali giudiziari, portano a risultati spesso del tutto inconcludenti con sanzioni che rimangono sulla carta.
- Una perdita secca di importanti risorse finanziarie per le mafie e per il sottobosco criminale che, a oggi, hanno il monopolio del traffico.
- Una contestuale acquisizione di risorse finanziarie per lo Stato, attraverso la riscossione delle accise.
- Il prosciugamento, in una più ampia prospettiva di legalizzazione a livello europeo, di risorse economiche e finanziarie per il terrorismo integralista che controlla la produzione afgana di cannabis.
- Un vero rilancio, in conclusione, dell’azione strategica di contrasto, che deve mirare a incidere sugli aspetti (davvero intollerabili) di aggressione e minaccia che il narcotraffico porta sia alla salute pubblica (attraverso la diffusione di droghe pesanti e sintetiche) sia all’economia e alla libera concorrenza (attraverso il riciclaggio).
La legalizzazione non porta a un maggiore consumo della sostanza. Dopo diverse esperienze di legalizzazione nel mondo, alcuni studi hanno valutato a posteriori gli effetti del consumo legale di cannabis. A esempio, nel gennaio 2014 lo stato del Colorado ha autorizzato per la prima volta negli Stati Uniti la produzione, il consumo e la vendita dei derivati della cannabis per uso ricreativo. Diciotto mesi dopo, il Dipartimento per la salute pubblica e per l’ambiente del Colorado ha condotto una indagine statistica (“Marijuana Use Among Youth in Colorado”) la quale dimostra che il numero di studenti che hanno fatto uso di cannabis nel 2015 è minore rispetto alle precedenti indagini del 2009 e del 2011 effettuate nello stesso Stato e che la percentuale totale di chi ha consumato marjiuana è pressocchè uguale agli Stati limitrofi in cui non è legalizzata.