L’esercito non serve, abbiamo bisogno di politiche intelligenti.
In questi giorni abbiamo letto sui giornali tante polemiche sul tema della sicurezza e, alla fine, abbiamo appreso che l’esercito tornerà nei vicoli del Centro storico.
“Abbiamo preparato una mappa delle zone più critiche — dice una fonte qualificata al Secolo XIX — i militari che erano impegnati in attività anti-terrorismo torneranno in maniera fissa nei vicoli”.
Così annuncia il Secolo, alcune zone saranno “praticamente blindate”.
“Le azioni militari a spot spesso colpiscono gli ultimi della catena della criminalità — rispondono però gli abitanti della Maddalena riuniti nell’associazione AMA — che dopo poco sono nuovamente operativi e dei quali, purtroppo, la criminalità organizzata trova sempre nuove braccia. Molta più azione preventiva ed investigativa forse richiederebbe meno azioni repressive.”
Il nuovo questore di Genova, Sergio Bracco, esprime un’opinione simile e spiega:
“Potenzieremo i servizi e l’attività investigativa ma quello che secondo me servirebbe davvero è dare opportunità ai giovani di aprire attività commerciali in quelle zone. Riprendersi il territorio insomma perché ho visto troppe saracinesche chiuse”.
Dopo una serie di dichiarazioni di questo tipo viene spontaneo chiedersi chi ha ragione. È facile fare politica facendo leva sulla paura e sull’insicurezza e ancora di più proponendo soluzioni semplicistiche e muscolari. Da Trump a Salvini gli esempi si sprecano.
Noi pensiamo che una buona politica si deve proporre di analizzare i problemi e spiegarli ai cittadini per trovare soluzioni condivise. Per questa ragione alcune settimane fa abbiamo pubblicato uno studio sulla criminilità a Genova. Risultati?
Genova è una delle città più sicure del Nord Italia, l’unica in cui il numero dei reati commessi si sia ridotto negli ultimi anni.
Questo non significa che i cittadini non vivano un senso di insicurezza e di paura. Nella nostra città quasi il 40% degli anziani con più di 75 anni vive solo.
Abbiamo iniziato a lanciare alcune proposte per avvicinare i servizi ai cittadini e riqualificare le periferie.
Non lasciamo indietro nessuno, così possiamo vincere la paura.