“Manca una proposta alternativa”

Massimiliano Boschi
Scripta Manent
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3 min readMar 19, 2020

Come ampliare i gusti del pubblico e gli spazi per il teatro “non ufficiale”. Intervista a Flora Sarrubbo.

Foto di Franco Silvestri (2019)

La cultura non si ferma, si resta aggrappati a quel che si può ancora fare aspettando che l’incertezza torni ad essere confinata in ambiti ristretti. Il vantaggio di progetti come quelli di Scripta Manent è che non necessitano di risposte immediate. Quel che facciamo resterà valido anche in futuro, in tempi che speriamo migliori. Non solo per questo, proviamo a mandare avanti il dibattito relativo all’offerta culturale in Alto Adige, oggi può apparire di scarso interesse, ma non sempre ci interessiamo a quel che ci riguarda più da vicino. Proseguiamo, quindi, le nostre interviste per capire come l’offerta culturale possa migliorare, sapendo che dal punto di vista quantitativo difficilmente si può fare di più. Ce l’ha confermato Flora Sarrubbo che vive di teatro come attrice, regista, drammaturga e docente: “L’offerta è indubbiamente vasta, a volte c’è l’imbarazzo della scelta — premette — . Sono aumentate le attività teatrali professionistiche ma anche quelle delle filodrammatiche. L’offerta è davvero ampia e variegata, soprattutto per una città delle dimensioni di Bolzano in una provincia particolare come l’Alto Adige”.

Quindi siamo a posto?
“No. Credo manchi un teatro di ricerca, un teatro che sia altro rispetto a quello ufficiale, un teatro anche di nicchia qualcosa di diverso rispetto a quello ufficiale.

Credi esista un pubblico per questo tipo di teatro?
“Sì, il fatto che il pubblico apprezzi quello che c’è già non significa che non apprezzerebbe altro. Perché non dovrebbe apprezzare un teatro che prediliga aspetti differenti? Non esiste un pubblico, esistono i pubblici e credo che mai come ora occorra rischiare. Certo, occorre comprendere cosa si intenda con teatro di ricerca: un mio insegnante giapponese sosteneva, ironicamente, che certi registi cercano, cercano ma sembrano non trovare nulla. Io mi riferisco a un teatro in grado di proporre qualcosa di alternativo al teatro ufficiale, anche in spazi piccoli e poco noti. Io per esempio, mi sono rifugiata nel bunker di via Fago nonostante tutti i problemi che comporta rispetto alla difficoltà di trovarlo e al clima interno”.

Ma dove si trova questo pubblico in Alto Adige?
“Io credo esista, occorre solamente attingere a un bacino diverso da quello a cui attinge lo Stabile. Un bacino più piccolo ma magari più stimolante. Ci sono proposte di questo tipo a Trento e persino a Rovereto, perché a Bolzano no?”

E’ un problema di spazi e forse persino di trasporti?
“Il problema degli spazi è evidente e non riguarda solo il teatro, ma anche la musica. In Alto Adige, per una piccola cooperativa o un’associazione è impossibile pensare di prendere uno spazio e ristrutturarlo, i costi sono troppo elevati. Per quello che riguarda i trasporti, credo che occorra cambiare anche la mentalità. Per spostarsi da Bolzano a Merano o viceversa si impiega una mezz’oretta, eppure molti ne parlano come se ci si impiegasse ore, come se si dovessero attraversare passi innevati. Detto questo, i servizi di trasporto pubblico dopo le 20 sono piuttosto radi ed è un problema”.

Il pubblico altoatesino ama le poltrone comode? Quelle dei teatri importanti ancor più di quelle di casa?
“Non lo so, è sicuramente pigro e in troppi sembrano decidere quale spettacolo andare a vedere in base al posto auto. La domanda che mi fanno più spesso è: C’è parcheggio?. La seconda è Ma è gratis? Anche questa è una mentalità che andrebbe cambiata. Se una cooperativa o un’associazione presenta uno spettacolo senza contributi pubblici non può fare pagare il biglietto meno di 15 euro”.

In una precedente intervista, Paolo Grossi ricordava come spesso il risultato non soddisfi la grande mole di lavoro necessaria per creare questo teatro alternativo…
“Non sempre i risultati sono quelli che ci si aspetta, ma non bisogna rinunciare a fare tentativi. Un mio tentativo è quello di costruite una piccola compagnia insieme a Diletta La Rosa e Lucas Da Tos Villalba, due giovani attori diplomati all’Accademia teatrale veneta, due giovani attori professionisti con i quali continuare a studiare. Perché senza studio, la nostra professione non è possibile. La nostra compagnia ControTempoTeatro è un contrasto ritmico che spero ci porti a crescere insieme.”

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Massimiliano Boschi
Scripta Manent

Collaboro con “Alto Adige Innovazione” e “FF- Das Südtiroler Wochenmagazin”. In passato con “Diario della settimana”, “Micromega” e “Il Venerdì di Repubblica”.