Cos’ha New York che Udine non ha?

SEA Milan Airports
SEA — Where Travel Begins
4 min readOct 4, 2018
“A crosswalk across a New York City street with taxis driving” by Jon Flobrant on Unsplash

CiCi sono playlist che ti fanno sognare l’America. Ovunque ti trovi, per strada o in ascensore, bastano due note e sei già a New Orleans, a Chicago, a San Francisco. Saremo anche viziati, e forse il periodo storico non è dei più propizi, ma come fare, ascoltando Diana Krall, Coleman Hawkins, Max Roach o Charlie Parker, a non sognarla, l’America. Perché ci sono cose, di là dell’oceano, che semplicemente vengono meglio. Non ci sono ricette o manuali d’uso, metti piede in quella strana terra e anche il vento ha un suono diverso.

Alla radio ieri hanno proposto il brano di un autore comico-demenziale. Un passaggio particolarmente brillante recitava “Cos’ha New York che Udine non ha?”

È un concetto che può far sorridere, ma in quest’epoca bizzarra di connessione globale, c’è un effettivo ritorno malinconico al territorialismo che fa il paio con la dilagante vintage-mania.

Tutto vero, tutto giusto.

L’Avana da 426€ andata e ritorno, Mosca da 98€ andata e ritorno, Nuova Delhi da 334€ andata e ritorno.

New York da 641€ andata e ritorno. Lo senti Benny Goodman? E John Coltrane? Herbie Hancock, Ella Fitzgerald, Sonny Rollins, Thelonious Monk e tutti gli altri pazzi che gridano “NEW YORK!”

Cos’ha New York che Udine non ha. Tutto vero, tutto giusto.

Ma c’è qualcosa in queste due parole, a partire da quel “new”, che quelli di là biascicano velocemente come “nu”, come se fosse una formalità da sbrigare di fretta per raggiungerla, per addentarla, la Grande Mela. “Dare un morso alla grande mela”, lo dicevano all’ippodromo, negli anni ’20, quando entravi la mattina a Belmont Park con le tasche vuote e potevi uscire la sera senza i pantaloni oppure marciare da re della città, fluttuando a tre dita sopra l’asfalto del Queens.

Oggi dare un morso alla Grande Mela costa 641€, tratta diretta, nove ore. Malpensa — JFK. Così.

Certo, tutto è relativo: dipende da dove abiti, ma 641€ può essere un discreto affitto per un bilocale; dipende da come sei fatto, ma in nove ore una persona media decide a malapena cosa mangerà a cena. Tutto è chiaramente relativo.

C’è gente che nove ore le dorme ogni notte. Ecco, Milano — New York è il tempo di un buon sonno. Puoi addormentarti in provincia di Varese e risvegliarti con una bella mela succosa in bocca.

Prendi la macchina, ti fai la tirata sull’Autostrada dei Laghi, molli la macchina al parcheggio, un paio di controlli e puoi farti un bel pisolo lungo quanto è lungo l’oceano. In nove ore hai attraversato l’oceano! Meno di cento anni fa i tuoi compatrioti attraversando l’oceano morivano di tifo. E tu, beato, ti godi il sonno mentre sorvoli il deserto più vasto del pianeta.

E quando riapri gli occhi? Quando ben hai sognato di essere Icaro, quando hai finito di giocare a fare un mito greco, cosa senti? Spazzole che accarezzano l’high-hat, doppio passo di rullante e la tromba, guance gonfie, gocce di sudore grosse come uova, giganteschi contrabbassisti di colore, occhi socchiusi e sorriso stampato sulle labbra. Ti svegli che sei già in America, con la tua grossa mela ficcata in bocca e il torcicollo.

Cosa ci sei andato a fare, a New York? Piacere? Lavoro? Quanto resterai?

Giusto il tempo di comprare un gadget, magari.

Possibile che non ho mai sentito di nessuno che sia tornato da New York senza un gadget? Anche il più solitario tra gli uomini soli, qualcuno che proprio non ha nessuno a cui far regali, qualcosina per sé, a New York, se la compra. Una tazza, un berretto, un Empire in miniatura, cose così, ma qualcosa te lo compri. Dov’è che hanno inventato il marketing?

Niente, ci sono cose che oltreoceano semplicemente vengono meglio.

Perché là, a New York, è tutto un jazz, è tutta una struttura libera di musica in apparenza priva di metrica, senza ragione, una follia collettiva e tu, ubriaco, non puoi fare a meno di muoverti male tra la folla, caschi all’occhio a un chilometro di distanza. Perché chi non è di New York lo riconosci subito. Sei quello al quale, anche al piano terra, tremano le gambe per le vertigini.

641€ saranno sempre pochi per soffrire l’altitudine coi piedi piantati sull’asfalto. Neanche la Disney, sforzandosi, ci riuscirebbe. È un parco giochi mica male, la Grande Mela.

Nove ore (641€ andata e ritorno), un altro sonno abbondante e rieccoti nella provincia di Varese.

Malinconico? Forse.

Infondo, cos’ha New York che il varesotto non ha?

Le vertigini nelle gambe, tanto per cominciare. Quelle il lago non te le dà.

Tutto vero, tutto giusto.

Metti le cuffie. Ci sono playlist che ti fanno sognare l’America. Ovunque ti trovi, per strada, in ascensore o sull’Autostrada dei Laghi. E anche la macchina che guidi non è più la stessa che ti aveva portato a Malpensa all’andata.

Saremo anche viziati, certo. Ma il sogno, sicuramente, è valso la corsa.

Bentornato.

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