Quella strana cosa chiamata democrazia_2

Asino chi vince

Emanuele Secco
Sekken’s Digest
2 min readMar 7, 2018

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Se sei giunto fin qui senza leggere la prima parte, recuperala subito: pt.1.

Se in questi giorni l’elettore medio di destra/Movimento 5 Stelle ha dimostrato una pecca non da poco a proposito della concezione di democrazia (vedi pt. 1), la stessa cosa si può dire per la controparte.
Il problema in questione è sottile, infido e quanto meno invitante perché, a dirla tutta, la sua concezione ci fa sentire migliori. Si tratta comunque di confino, ma intellettuale piuttosto che fisico.

Oltre alle recenti elezioni politiche, altre tre tornate elettorali possono aiutare a capire il problema: Donald Trump, Brexit, referendum costituzionale 2016.
Tre vittorie non da poco per il mondo legato alla destra.
Tre risultati che non hanno dato vita a una discussione riguardo i temi proposti e sul perché questi avessero vinto. Non si è voluto nemmeno dare vita a un qualsiasi processo di autoesame. Piuttosto si è preferito dubitare dell’intelligenza e della scolarizzazione dell’elettore. Il ritornello, molto semplice e con pochissime varianti: «Hanno vinto solo perché hanno fatto presa su ignoranti inconsapevoli del mondo che li circonda», «Analfabeti funzionali, analfabeti funzionali ovunque».

È vero. Molte persone, stando almeno a modalità di scrittura e contenuti proposti, fanno molto riflettere sullo stato dell’istruzione scolastica in generale. Tuttavia, non trovo giusto affibbiare a prescindere l’adesivo “ASINO” a tutti coloro i quali hanno effettuato una determinata scelta (giusta o sbagliata che sia).
Secondo i paladini del giusto tali individui vanno attaccati, derisi e reclusi in un dimenticatoio privo di discussione. In nome della democrazia, in nome di ciò che è corretto e comprensivo, si mettono in atto le stesse tattiche perpetrate da quegli screanzati che praticano cyberbullismo. Tanto sono ignoranti, non hanno diritto di parola, e se fossimo in un Paese serio si dovrebbe istituire un esame dei saperi minimi per sincerare le loro effettive capacità di procreazione e voto. Invece di tentare l’inclusione, si esclude per principio.
Tutto ciò in una Rete che dovrebbe essere d’esempio quando si parla di democrazia.

Per puro senso di giustizia, è anche giusto specificare che molti di questi “analfabeti” tolgono molto spesso la volontà di dare vita a una discussione. I loro stessi modi invogliano l’utente a mettere da parte qualsiasi principio educativo trasmessoci da quando eravamo in fasce.
Non nego che mi sono trovato anch’io in situazioni simili. Tuttavia, ho fatto i miei errori e da essi ho imparato.

A tutti voi, sia che indossiate il berretto con su scritto “ASINO” o che apparteniate a una supposta élite culturale, dico solo: quando Umberto Eco sparò la sua bomba — «I social media hanno dato diritto di parola a legioni di imbecilli» — parlava proprio di voi, che ad argomenti da bar rispondete con affermazioni da bar.
Pensateci su.

_continua_
pt.3

E.

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Emanuele Secco
Sekken’s Digest

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