Dormire, questo desidero soltanto,spegnere il lume, questo abat-jourche dice essere stato della mamma,abbassare le palpebre di porcellana
La ricorrente marea della folliaha eroso il tufo e il granitodella tua mente, e i tuoi anni fecondi
sono franati nella correnteprecocemente, scivolando a valleverso mari sempre più profondi.
La nave s’è abbattutaancora lontano dal portocontro la scogliera, spintadalla tempesta, il fasciamecon fracasso immaneè esploso, come un cestosotto gli zoccoli d’un puledro.
Non sarà un addio, questo viaggio,uguale a tant’altri prima, forseun incognito di più, più vago.
Gli spettri mi tormenteranno ancora?Riuscirò a udire ancora il suonodella mia voce, in quel frastuono?
Spettro, o visione, o premonizione,accanto a me riposa,non fuggire nei prati, o nelle piazzedelle città deserte in piena…