I miei business coach — Il Maestro Miyagi

Ciccio Rigoli
SLAMwork
Published in
4 min readOct 18, 2018

Continua la saga dei business coach che mi ispirano nella gestione di SLAM, il coworking dedicato all’editoria e allo spettacolo. Dopo Antonino Cannavacciuolo, andiamo a scoprire il Maestro per eccellenza che ha ispirato tutta una generazione: Il Maestro Miyagi di Karate Kid.

Per i nati negli anni Settanta - Ottanta, vedere Karate Kid è stata una specie di esperienza mistica. Anche se eri uno sfigato, italoamericano, non sapevi niente di karate, ti piaceva la più carina della scuola e tutti quanti ti bullizzavano picchiandoti pesantemente, alla fine anche tu potevi farcela a sconfiggere tutti e diventare il più grande. Bastava soltanto trovare un buon maestro, duro ma gentile, capace di fare tutto, e che sotto le mentite spoglie di un giardiniere tuttofare nascondeva un karateka formidabile: il Maestro Miyagi.

Ma come può il Maestro Miyagi mostrare la via nel dorato mondo del business, popolato di gente pronta a bullizzarti ancora peggio di quelli della San Fernando Valley High School, gente addestrata a combattere in scuole peggiori del Cobra-Kai? Ecco come il Maestro mi ha aiutato a capire alcune dinamiche e a gestire meglio quello che faccio.

La metafora del grappolo d’uva

Se tu cammini a destra va bene, se tu cammini a sinistra va bene. Ma se cammini in mezzo alla strada, chack! schiacciato come grappolo d’uva. Karate è uguale: se tu impari karate va bene, se non impari karate va bene. Se tu impari karate così così, chack! schiacciato come grappolo d’uva.

Il Maestro spiega a Danielsan che se vuole combattere davvero deve impegnarsi. Se fa le cose a metà, lo massacrano. Piuttosto, meglio non fare niente.
Ecco, io il lavoro lo vedo allo stesso modo. Se vuoi aprire una startup va bene, se non vuoi aprire una startup, va bene lo stesso. Ma se apri una startup (o una qualsiasi attività) e poi lavori a metà, senza nessun impegno e sperando che le cose procedano per conto loro, finisci schiacciato come grappolo d’uva. Niente succede soltanto per fortuna, puoi anche vincere un incontro per caso, ma di sicuro non arrivi alla fine del campionato e soprattutto gli altri continuano a legnarti senza pietà. Piuttosto, statti a casa a fare qualcos’altro.

Dai la cera, togli la cera

Un sacco di volte passiamo il nostro tempo a fare compiti ripetitivi che non capiamo dove vadano a parare. Tutto il tempo passato a mettere assieme le fatture, a rispondere a mail inutili, a scrivere piani che poi nessuno vedrà. Si tratta esclusivamente di tempo sprecato? A volte sì, molte volte no. Dare la cera e togliere la cera sembra non serva a niente, e invece diventa la base per difendersi e far assumere al corpo i gesti automatici. Lo stesso può avvenire con le routine: aiutano a diventare automatici nei compiti noiosi e liberano tempo, memoria e spazio per altri compiti più interessanti e più spettacolari. La routine di sicuro è noiosa, ma lo è ancora di più se non serve a niente se non a perdere tempo. Bisogna usare la routine come riposo e allenamento, non come incombenza

L’equilibrio

- Quando imparerò a combattere?
- Prima impara a non cadere

Prima di iniziare a combattere, Danielsan passa un sacco di tempo a imparare a stare in piedi. In mezzo al lago, in piedi su una barca, chiede quando finalmente potrà combattere, e Miyagi lo butta in acqua.
Un sacco di volte pensiamo di dover fare qualcosa di spettacolare, pensiamo a quello che faremo tra 3 anni, come potremo crescere, cosa potremmo fare se fossimo ricchi, belli e forti. Ecco, a volte invece bisogna concentrarsi su quello che bisogna fare adesso, immediatamente, mantenere l’equilibrio ed evitare di agire in maniera avventata. Solo dopo saremo pronti per combattere, quando avremo imparato a non cadere.

La cintura

- Lei che cintura ha?
- Di tela, ti piace? Supermarket, 3 e 98

Tutti cerchiamo il riconoscimento: articoli sui giornali, rassegne stampa, ammazza quanto siamo fichi. Solo che a volte non arrivano, e allora ci frustriamo. Avere una cintura nera può essere un segno di riconoscimento importante, ma a volte basta avere una cintura di tela da 3 e 98 per tenere su i pantaloni. E bisogna saper combattere anche se fuori non si vede, non è da una cintura che si misura il valore di un combattente.

Ci sarebbero ancora un casino di robe da dire sul Maestro Miyagi e su come in qualche modo mi abbia influenzato, ma magari lo rimanderemo a un’altra volta. Per adesso torno ad allenarmi a non cadere.

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Ciccio Rigoli
SLAMwork

Comedian, Book expert, Writer, Dad, Lazy. CEO and Founder at SLAM.