“Credo che il solarpunk possa essere un genere valido e innovativo per la fantascienza”

Una intervista a Gerson Lodi-Ribeiro

Luca Albani
Solarpunk Scene Italia
6 min readMay 22, 2016

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Gerson Lodi-Ribeiro

Qualche giorno fa ho contattato via e-mail Gerson Lodi-Ribeiro per proporgli un’intervista; Lodi-Ribeiro è uno scrittore ed editor brasiliano che ha pubblicato l’antologia Solarpunk: Histórias ecológicas e fantásticas em um mundo sustentável (Draco, 2012); è stato molto paziente a rispondere alle domande di un italiano a lui del tutto sconosciuto. Abbiamo parlato del suo lavoro per la casa editrice Draco Editora, di solarpunk e di fantascienza brasiliana.

— Luca Albani

Luca Albani: Quattro anni fa, dopo due antologie dedicate rispettivamente al Vaporpunk (2010) e al Dieselpunk (2011), ha deciso di pubblicare un’antologia di fantascienza ottimista battezzandola non Greenpunk ma Solarpunk. Perché ha scelto di chiamarla così? Non crediamo per ragioni di marketing perché non è mai stata tradotta.

Gerson Lodi-Ribeiro: Fin dal principio, la nostra proposta alla casa editrice Draco Editora era quella di dare alle stampe una “triantologia”; proprio così, un trio di libri, una specie di trilogia composta da antologie, ispirata dal concetto originale dello Steampunk: retrofuturismo, un avvento anticipato dei progressi scientifici e tecnologici in una società lusofona con caratteristiche imperiali, vittoriane ecc.

Pare che gli autori brasiliani e portoghesi abbiano trovato più difficile scrivere solarpunk che space-opera.

Vaporpunk era così una antologia di storie brevi steampunk. “Vapor” in portoghese significa “steam” [vapore, ndr]. Dieselpunk era un’antologia di storie brevi retrofuturiste ambientate all’inizio dell’era dei motori a combustione interna. Infine, Solarpunk era un’antologia di storie brevi con al centro fonti di energia sostenibili, come il solare, l’eolico, il nucleare ecc. Mentre i racconti e le storie brevi di Vaporpunk e di Dieselpunk erano essenzialmente prove di storia alternativa, in modo curioso la maggior parte delle storie di Solarpunk erano di fantascienza pura. Sembra che gli autori lusofoni (brasiliani + portoghesi) abbiano trovato più difficile scrivere questo tipo di fantascienza (sulle forme di energia rinnovabili e così via) che le classiche storie di space-opera.

Perché non l’abbiamo chiamata Greenpunk? In un primo tempo, qualche secondo, abbiamo infatti davvero considerato quel titolo. Tuttavia, in portoghese [Verdepunk, come in italiano, ndr], non sarebbe suonato bene.

In questa terza antologia abbiamo impiegato il concetto di solarpunk in senso lato; nelle nostre storie brevi per esempio ci sono tutte le forme di energia sostenibile, non solo il solare. Anche se ambientate in futuri puliti (privi di inquinamento) tuttavia i personaggi di queste narrazioni solarpunk affrontano conflitti e le storie stesse mantengono comunque una buona dose di componente drammatica, perché, in realtà, dal punto di vista del lettore, le utopie in cui non succede nulla di solito sono noiose.

LA: In Shine: An Anthology of Optimistic SF (2010), curata da Jetse de Vries, ci sono 16 storie ottimiste sul futuro e una storia di fantascienza brasilianaThe Greenman Watches the Black Bar Go Up, Up, Up di Jacques Barcia; era uno dei vostri autori steampunk. Vi ha inspirato l’antologia di De Vries per l’ideazione di Solarpunk?

GL-R: Per nulla. Abbiamo saputo dell’antologia di de Vries soltanto mesi dopo la pubblicazione di Solarpunk. Già tra il 2010 e il 2011 in verità avevamo già in mente Solarpunk come un’estensione naturale di Vaporpunk e di Dieselpunk.

LA: Crede che il solarpunk possa essere un genere mondiale? In questi anni i romanzi distopici YA hanno scalato le classifiche rivitalizzando la fantascienza ma pare che i lettori ne abbiamo abbastanza di cieli cupi e desiderino un nuovo modo di immaginare il futuro… o il solarpunk è solo una moda? Siete stati soddisfatti di com’è stata accolta la vostra antologia solarpunk?

GL-R: Se lo intendiamo in generale, come ho spiegato prima, sì, io credo che il solarpunk possa essere un genere valido e innovativo per la fantascienza, sia nella letteratura sia nelle arti visive. Devo ammettere da lettore che sono abbastanza annoiato da tutte quelle vecchie trame dispotiche in giro oggi ripresentate sotto nuove vesti. Non penso che il solarpunk sia solo una moda. Le narrazioni solarpunk sono importanti di per sé, perché, nel migliore dei casi, esse dimostrano ai loro lettori che non è solo possibile, ma anche logico concepire una civiltà libera dall’inquinamento, dai rifiuti e dal riscaldamento globale. La sfida che ogni autore e autrice solarpunk deve affrontare è evitare di scrivere le proprie storie in modo scioccamente Gernsbackiano elaborando romanzi e racconti i cui intrecci incorporino le sue caratteristiche salienti (ecologia, fonti di energia rinnovabili, sostenibilità ecc.) in maniera gradevole e come parte integrante del contesto.

Scrivere di un futuro in cui le persone utilizzano forme di energia sostenibile a me sembra molto plausibile

Come autore di fantascienza in genere provo a creare il futuro più plausibile che possa immaginare per la storia o il racconto che sto scrivendo. Questo perché scrivere di un tempo a venire in cui le persone utilizzano forme di energia sostenibile a me sembra molto plausibile. Dopo tutto, è molto difficile immaginare la sopravvivenza dell’umanità nei prossimi cento anni senza un passaggio dall’utilizzo dei combustibili fossili a forme di energia pulite, senza passare dal consumismo alla sostenibilità.

Sfortunamente l’antologia Solarpunk è stata accolta meno bene sia di quella Vaporpunk che di quella Dieselpunk. Forse è accaduto perché lettori e critici brasiliani e portoghesi erano più ben disposti ad apprezzare racconti di storia alternativa che altri di fantascienza vera e propria.

LA: M. Elizabeth Ginway ha scritto che “il genere [fantascientifico] è un barometro per misurare il modo in cui le persone si rapportano alla tecnologia, mentre allo stesso tempo riflette le implicazioni sociali della modernizzazione della società brasiliana”. La fantascienza in Brasile gode di buona salute? Quale nuovo libro brasiliano ci può consigliare?

GL-R: Stiamo vivendo un piccolo boom per quel che riguarda la letteratura fantastica brasiliana iniziato nel 2009 e ancora in corso. Questo boom tuttavia non si concretizza molto in termine di vendite se prendiamo in considerazione il genere fantascientifico. Il fantasy e l’horror d’altro canto sono in ottima salute in Brasile. Sono questi due generi oggi a vendere molti più libri rispetto a quelli di fantascienza, che in Brasile è diventata una sorta di cugina povera delle prime due. C’è però un paradosso, attualmente è comunque più semplice pubblicare storie di fantascienza brasiliane che in passato.

Parlando di fantascienza vera e propria, per quelli che sanno il portoghese, raccomando Guerra Justa (Draco, 2012) di Carlos Orsi, Dezoito de Escorpião (Novo Século, 2014) di Alexey Dodsworth e Homens e Monstros: A Guerra Fria Vitoriana (Draco, 2013) di Flávio Medeiros. E, naturalmente, la triantologia Vaporpunk, Dieselpunk e Solarpunk.

LA: Lei stesso è uno scrittore di fantascienza noto, uno dei più attivi in Brasile, ci racconti per favore delle sue opere e del suo lavoro in collaborazione con Draco Editora. Le sue storie sono disponibili solo in brasiliano? Avete intenzione di tradurre Solarpunk: Histórias ecológicas e fantásticas em um mundo sustentável in altre lingue?

GL-R: Ho pubblicato finora cinque raccolte di racconti, una storia breve e quattro romanzi in portoghese. I romanzi sono Xochiquetzal: uma Princesa Asteca entre os Incas (2009), Aventuras do Vampiro de Palmares (2014), A Guardiã da Memória (2011) e Estranhos no Paraíso (2015). I primi due appartengono al sottogenere della storia alternativa. Ho inoltre curato dieci antologie di racconti, sette delle quali sono già state date alle stampe.

Anche se non ho ancora storie tradotte in altre lingue, diversi miei racconti sono stati pubblicati all’estero. Ricorderò fra questi solo quelli tradotti in inglese, sebbene alcuni abbiano avuto traduzioni anche in francese e spagnolo: i romanzi brevi di storia alternativa “The Ethics of Treason” e “Patriotic Crimes”; i romanzi brevi di fantascienza “Secondary Mission” e “Long Journey Home”; racconti di storia alternativa “Xochiquetzal” (finalista ai Sidewise Awards nel 2001) e “Cousins from Overseas”, e una storia di fantascienza “Peak Time”.

A quel che ne so, Draco Editora non ha nessun piano imminente per tradurre Solarpunk: Histórias ecológicas e fantásticas em um mundo sustentável in inglese o in qualche altra lingua.

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Luca Albani
Solarpunk Scene Italia

Amo i perché, se non trovo ciò che cerco ne scrivo, lavoro in campo editoriale dal 2005