La vittima imperfetta: “Asking for it” di Louise O’Neill

Trigger warning: si parla di stupro

Elsa Panales
The Book Girls
Published in
5 min readAug 24, 2016

--

Emma è l’amica che la maggior parte di noi non vorrebbe avere. Non perde occasione per punzecchiare le compagne di scuola con osservazioni spiacevoli, sempre accompagnate da sorrisi passivo-aggressivo ed alternate a complimenti insinceri. Ci tiene ad affermare il suo status di più carina della compagnia flirtando coi fidanzati delle altre, senza che succeda mai nulla di serio, ma ribadendo senza bisogno di parole che se volesse ogni bel ragazzo che conosce potrebbe essere suo. Ruba occasionalmente accessori di lusso a una sua fedelissima amica, colpevole di avere una madre che è una specie di celebrità minore e molti soldi a disposizione.

Emma è anche convinta che essere la migliore in tutto sia l’unica opzione accettabile e quindi distilla da sé competitività feroce e duro lavoro per essere la più bella, la studentessa più brillante, amata dai genitori nel pur inarrivabile confronto col fratello maggiore e anche la più apprezzata dai ragazzi del minuscolo paesino irlandese dove vive. Si impegna al massimo anche quando tutte queste aspettative sono in palese conflitto fra loro e anche quando soddisfarle tutte non la rende poi così felice.

Emma è, in altre parole, un’adolescente come tante, un groviglio di contraddizioni, di insicurezza e narcisismo, il cui principale desiderio è essere amata e ammirata da adulti e coetanei, con una normale voglia di sperimentare col sesso e con la paura che i suoi lo vengano a sapere. Emma potrebbe essere il personaggio di una commedia o di un dramma per adolescenti, la Regina George di Mean Girls o la Heather Chandler di Schegge di Follia. Invece è la protagonista del cupissimo Asking For It (Quercus UK, 2015), il secondo romanzo di Louise O’Neill, che speriamo di vedere presto tradotto e pubblicato anche in Italia.

Durante un fine settimana in cui i suoi sono fuori casa e il fratello maggiore ne ha approfittato per invitare a dormire la fidanzata, Emma indossa un vestito stretto, salta la cena e si dirige col suo gruppo di amici a una festa dove, come tutti coloro che la circondano, beve molto, chiacchiera e gioca a sedurre. Ad un certo punto, Emma decide di appartarsi con un ragazzo molto più grande, uno che per forza deve piacere a tutti, visto che è il giocatore di punta della squadra locale. Finiscono a letto insieme, anche se lei non è convinta fino in fondo. Il ragazzo le offre una pasticca ed Emma, che non vuole passare per una ragazza noiosa e bigotta, la butta giù senza fare troppe domande.

Poi il black out completo.

Il pomeriggio successivo, Emma viene ritrovata dai suoi genitori sulla porta di casa. È confusa, porta sul viso e sul corpo i segni di un’insolazione, ha la nausea e non ricorda assolutamente nulla di cosa le sia accaduto la sera prima. Purtroppo per lei, lo scoprirà anche troppo in fretta attraverso le occhiate di disprezzo e le offese sibilate a mezza voce che la attendono a scuola, il lunedí successivo. E anche le molte foto e commenti pubblicati su Facebook.

Louise O’Neill si dimostra una maestra a descrivere la discesa negli inferi di un personaggio tutt’altro che amabile ma per il quale ci si chiude lo stomaco. Emma, secondo l’opinione di quasi tutti, se l’è cercata (“she was asking for it”) e chi si è approfittato di lei non ha avuto scrupoli perché “tutti lo avrebbero fatto trovandosi servita l’occasione su un piatto d’argento”.

Di nuovo, come nel precedente Only Ever Yours, il tema al cuore del romanzo è l’espropriazione del corpo — se nel suo primo romanzo, Only Ever Yours, questo avveniva coercitivamente, isolando le protagoniste in una struttura pseudo-carceraria e monitorandole allo sfinimento, in Asking For It il corpo di Emma diventa un oggetto non suo quando lei viene etichettata come “facile” — può essere prima preso e usato, poi fotografato, mostrato su Internet e commentato da chiunque. In quanto giovane donna sessualmente attiva, Emma è trattata come una non-persona, il suo corpo non le appartiene più, non ha nulla di sacrale o degno di rispetto.

Un altro aspetto molto interessante di questo romanzo è, sicuramente, l’idea di una vittima imperfetta. Quando il romanzo comincia, Emma non è un personaggio con cui sia facile simpatizzare — e, coerentemente col suo carattere, non reagisce a quanto le accade come tutti si aspetterebbero da lei. Come il Tom Robinson de Il buio oltre la siepe era considerato sicuramente colpevole dai suoi accusatori in quanto nero, Emma è considerata sicuramente consenziente da coetanei e da molti adulti perché non è dolce, non è timida, è più interessata al sesso che al romanticismo ed è propensa al rischio almeno quanto i coetanei del sesso opposto (“Boys will be boys” dice un proverbio inglese, per giustificare la sregolatezza dei giovani maschi. Ma Emma non è un maschio).

O’Neill, come ha scritto Jeanette Winterson, scrive con un bisturi, un bisturi che incide nella carne del lettore ferite sottili di cui ci si accorge solo a lettura ultimata. Questa scrittrice ha un talento per metterci in una situazione scomoda — perché mentre stiamo male per Emma, ci chiediamo anche se quel che le è accaduto si sarebbe potuto evitare con un comportamento meno avventato. Perché, pur odiando la cosa, ci rendiamo conto che la mentalità secondo la quale il consenso non conta, ci permea talmente tanto da averci portato — anche solo per un secondo, anche solo nel nostro monologo interiore — a mettere sullo stesso piano l’avventatezza autolesionista di un’adolescente con la violenza e la totale incomprensione del concetto di consenso dei suoi coetanei. E, con questa consapevolezza, ci arrabbiamo ancora di più pensando a quanto sproporzionato sia il prezzo da pagare per l’errore di una ragazzina.

Senza dare spoiler, il finale di Asking For It arriva inaspettato ma, a posteriori, risulta perfettamente coerente con la costruzione della storia e dei personaggi.

Voglio concludere questa recensione con una nota positiva, anche se magari forzata. Asking For It è stato un cosí grande successo nella Repubblica d’Irlanda, in Regno Unito e negli USA che RTE — la RAI irlandese — ha commissionato a Louise O’Neill un documentario eponimo per discutere e far discutere del tema del consenso fra gli adolescenti. In Irlanda, questo romanzo ha rappresentato un’occasione per parlare di consenso e promuovere l’educazione sessuale e sentimentale per i ragazzi, da portarsi avanti anche e soprattutto nelle scuole. Sarebbe bello se, quando arriverà, questa storia potesse portare un po’ di subbuglio e discussioni non banali anche in Italia.

--

--

Elsa Panales
The Book Girls

Lavoro nell’informatica. Leggo, disordinatamente, anche molto altro. Mi piace scrivere di libri. Contatto: elsa.panales[at]gmail.com