Art Director Omnibus 1/2

Cosa ti serve sapere per diventare un Art Director, dagli obiettivi da perseguire fino alle metodologie da applicare

Stefano Varalda Ribero
TIDE

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Sogni di realizzare campagne web di grande successo? Ma proprio ai massimi livelli? Allora puoi ambire a diventare un (Digital) Art Director!

Esperto degli aspetti visuali della comunicazione pubblicitaria, il Direttore Artistico si cura delle componenti informative di aziende legate a eventi, televisivi, musicali o culturali che siano. Certo, questo lo sapevi. Ma oggi vogliamo parlare in particolare di come queste esperienze possano trovare spazio nella sfera digitale. Scopriamo, partendo da questi punti:

1. Mansioni digitali— 2. Mansioni tradizionali — 3. Requisiti — 4. Profilo — 5. Metodologia

… cosa fa di questa professione — davvero a tutto tondo — ciò che è! (Il seguito, prossima settimana) 🏄 Ricominciamo alla grande!

Esploriamo la varietà del web tramite i suoi mestieri. Ma su TIDE, parliamo di molti altri tipi di esperienza digitale. Scopri di più!

1. Mansioni digitali

Premettiamo una cosa: non pensare al Direttore Artistico decantato alla televisione. Non parleremo di Amadeus (che lo è di Sanremo) per essere chiari. Puntiamo — e tu con noi — a tutt’altra figura.

Tanto creativo quanto manager, rivestirai una posizione molto ambita e, per via delle numerose responsabilità, rischiosa. Ma di cosa si occupa?

Cosa farai come Art Director?

L’Art Director si occupa di generare idee e strategie creative, partendo da un brief, proprio come farebbe un designer, e come quest’ultimo si avvale di ogni strumento utile, senza disdegnare nessun software. E se parliamo di ultime tecnologie e ritrovati, non possiamo non accennare al Digital Art Director. Dopotutto, cerchi esperienze digitali, no?

Lupo del mare virtuale, il Digital Art Director è il riferimento per i clienti e il mentore per i nuovi assunti. La sua forza sono versatilità e trasversalità, in situazioni e tendenze. Le competenze ricercate in questo ruolo altamente richiesto non si limitano (più) all’impostazione visiva o al messaggio da comunicare, ma comprendono l’elaborazione digitale e la post produzione.

“Bento Design Vol. 1 — Customization”, by Anton Tkachev for UI8, on Dribbble (urly.it/39qy5)

Non può mancare infatti nel proprio CV una certa dimestichezza con i soliti noti della suite Adobe: InDesign, lllustrator e Photoshop, normalmente su sistemi Apple. Programmi da UI Designer insomma, che possano promuovere i progetti di comunicazione di cui sarai a capo.

E dove potrebbe avvenire? In quanto supervisore della produzione comunicativa, pochi sono gli ambiti in cui potresti non essere richiesto.

Nel caso delle web agency e delle case editrici, sarai particolarmente deputato al concetto visivo (visual), rivolgendoti all’impianto grafico sua cornice. Per siti, e applicazioni digitali in generale, posizionerai bottoni e CTA, avendo cura del loro ordine e delle microinterazioni che li legano. Nella stampa, ti occuperai di commissionare e supervisionare artwork, fotografie e illustrazioni che appaiono su giornali e copertine.

In entrambi i casi, sceglierai layout, immagini, cromie e caratteri tipografici. Seguiti i testi — e qui sarà fondamentale l’aiuto del Coprywriter — e il corretto adattamento su diversi media e formati, ti assicurerai infine di uniformare il tutto.

Prova, prendi in mano una rivista: il numero che hai letto più spesso. Sfogliala un po’, recuperando l’articolo che ti ha colpito di più. Se nel farlo noti layout e tipologie di immagini ricorrenti, gradevoli e coese nell’insieme, è certo che vi sia lo zampino di un Art Director.

2. Mansioni tradizionali

Ma non finisce qui: festival, rassegne, teatri, orchestre, cinema, compagnie… Tra i tuoi compiti principali rientra qui la progettazione del programma o cartellone della loro stagione.

“Band Director’s Paradise — Animated Ads Series”, by Oksana Kurma on Dribbble (urly.it/39j3x)

A ciò si lega:

Ricerca 🕵️

Come un talent scout di spazi e promotori, individuerai le sedi degli eventi e delle prove. Ne conseguono spesso organizzazione logistica e responsabilità legale. In seguito passerai in rassegna attrezzature e materiali, sponsor e uffici stampa, senza i quali lo spettacolo avrà ben poco sostegno;

Monitoraggio 👓

Supervisionerai le prove delle opere che commissionerai, collaborando con tutte le figure coinvolte nel macro-processo creativo, eventualmente ingaggiandole. Una persona poco impegnata, esatto. 😂 Certo, potresti non occuparti dell’intera stagione; magari di una singola serata. In tal caso, dovrai mediare la tua opera con quella di chi ti ha preceduto, pur cercando sempre di esprimere la tua visione.

Marketing 💵

Infine, raccoglierai fondi e determinerai strategie di prezzo. Per esempio, potresti vendere abbonamenti speciali per famiglie durante i festival cittadini, attirando così segmenti di pubblico più ampio.

Se non ti è venuto il mal di testa, allora potresti decisamente avere la stoffa dell’Art Director. Cos’altro non può mancare?

3. Requisiti

Esploratore del concetto creativo insieme al Copywriter, responsabile della parte scritta, non va confuso con il Direttore Creativo, che invece coordina questo duo. Ma di entrambi avremo modo di parlare in seguito; torniamo al Direttore Artistico. Quali conoscenze possiede?

Che competenze sono necessarie, per un Art Director?

  • Creatività, intesa come capacità di associare concetti distanti, sintetizzarli e curarli nei minimi dettagli;
  • Solida cultura delle immagini, sia statica che dinamica, accompagnata da un’altrettanto solida cultura tipografica;
  • Conoscenze di User Experience. Sarà fondamentale sapere come ragiona l’utente — o meglio, in questo caso — il pubblico.
“Art Director Wanted”, by Panic on Dribbble (http://urly.it/39j3y)

Bisogna che tu lo sappia: in questo basso mondo tutto comincia con l’immagine e prosegue con la metafora. (Signor Malaussène, D. Pennac)

Non devono inoltre mancare tanta pazienza e capacità di gestire lo stress. Un po’ di sano snobismo infine, potrebbe non guastare; se non altro per alimentare lo stereotipo del direttore pedante… Ah no?

Si tratta in ogni caso di un bel tipo… Non ti ricorda nessuno?

4. Profilo

Un po’ frontman musicale, un po’ pianificatore, un po’ un scienziato pazzo, e un po’… te, giusto? Il Direttore Artistico non è certo una persona comune. E nemmeno tu, ne siamo sicuri. Se sei un eccentrico che si circonda di eccentrici, ma nondimeno tieni a sapere come si comportano quelli venuti prima di te, continua a leggere!

Come agisce un Art Director?

Condottiero carismatico 🎙️

Vero e proprio leader, dotato di parlantina e patrimonio di conoscenze invidiabili. Non ha remore a parlare in pubblico, affrontando la responsabilità di ciò che comunica, e i bisogni e la sensibilità di chi riceve il messaggio.

Stratega scrupoloso 🤔

La sua professione, così allettante, conta infiniti ostacoli. Dove non arriva la sua dedizione, lo fa un piano congegnato. Consapevole dell’importanza del suo operato, richiede correzioni fino a ottenere l’effetto previsto.

Vampiro versatile 🧛‍♀️

Ha una fame insaziabile… di stimoli! Dà vita a fredde informazioni, trovando rapidamente soluzioni memorabili e accattivanti. Punta in alto, senza fare lo schizzinoso, sperimentando sempre e con (buon)gusto.

A metà strada fra artista e designer, dal primo trae l’alta ispirazione, dal secondo la metodicità. Che conseguenze ha?

5. Metodologia

Come visto, il Direttore Artistico non è solo un artigiano visivo, ma un vero tuttofare eclettico, forgiato dalla rivoluzione digitale. Questo melting pot professionale è così radicato che oggi possono aspirare a diventare Direttori Artistici anche coloro che non sanno realmente disegnare.

“Inbound marketing”, by Antony Buzz on Dribbble (https://urly.it/39j3-)

Un altro aspetto radicalmente mutato in sede di valutazioni marketing è il pubblico e l’approccio verso di esso. Senza un pubblico che faccia da contesto del valore evocativo, quest’ultimo non può essere espresso.

Le strategie pubblicitarie sono infatti passate dal modello broadcast a quello inbound. Negli anni, in fondo, abbiamo tutti osservato la diminuzione di messaggi massivi e unilaterali, a favore d’influenza reciproca e contenuti di valore, conformi alle direttive dell’Istituto dell’Autodisciplina Pubblicitaria (IAP). Qui entrano in gioco le conoscenze di UX pocanzi menzionate, utili a non urtare la sensibilità del proprio pubblico, ma invece affascinarlo. Questo è il fine ultimo di tutti Direttori Artistici: la ricerca e l’appropriata comunicazione del valore.

Ma non finisce qui. Per scoprire come si forma un Art Director (e quanto guadagna!), non perderti il seguito di quest’analisi!

That’s it! This is (digital) Experience.

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Stefano Varalda Ribero
TIDE
Writer for

Storyteller & Graphic Designer || Content specialist and Writer @TIDE || Versatile, creative, punctilious