“Through the Kalahari Desert: A Narrative of a Journey with Gun, Camera, and Note-book to Lake N’Gami and Back”. Si intitola così l’opera del 1886 di William Leonard Hunt, in arte Antonio “il grande” Farini, funambolico esploratore canadese che nel 1885 fu il primo uomo bianco ad attraversare con successo il deserto del Kalahari a piedi, tra Botswana, Namibia e Sud Africa. E forse a trovare la mitica Città Perduta del Kalahari, mai più vista da occhio umano. Lo spirito del Farini è lo stesso che mi guida nella scoperta dell’incredibilmente vasto mondo artificiale di No Man’s Sky, videogioco di esplorazione spaziale (e molto altro) della Hello Games uscito nell’agosto del 2016 e basato interamente sulla generazione procedurale di galassie, sistemi stellari, pianeti, rocce, piante, specie animali, civiltà aliene, in un Universo composto da 18 triliardi di pianeti. Un gioco particolare, sostanzialmente senza uno scopo preciso, che si ama o si odia. Ma che per sua natura presenta un’esperienza unica a ogni giocatore, una storia irripetibile che credo valga la pena raccontare, alla maniera della migliore tradizione della letteratura fantascientifica. Buona lettura e buon viaggio!