La Tokenizzazione di Airbnb

Luca De Giglio (Tripluca)
trips-blog
Published in
6 min readOct 22, 2018

Recentemente Airbnb ha chiesto alla SEC (la Consob americana) di modificare alcune regole per poter distribuire azioni dell’azienda ai propri Host.

Airbnb è giovane e sono sicuro che stanno seguendo da vicino ciò che sta succedendo nel mondo blockchain.
Questa mossa sembra un primo passo nella giusta direzione: dare ai propri utenti ciò che è loro dovuto.

Josh, di Origin Protocol, dice che Airbnb “ha fallito nel momento in cui non ha premiato i primi 100 Host e Guest in quanto senza il loro contributo Airbnb non sarebbe mai partita”.

Ed è proprio con questa premessa che stanno sviluppando Origin Protocol e noi abbiamo fondato Trips.

Quindi cosa succederà?
Nessuno lo può sapere, nemmeno Airbnb che dipende dalle scelte della SEC.

Ma possiamo divertirci ad immaginare tre scenari:

A) Nessun cambiamento significativo

Una prima ipotesi è che non sarà fattibile.

E’ difficile che la SEC cambi le sue regole, ed ancora più complesso sarebbe convincere gli investitori ad andare in questa direzione.
In questo caso ci ritroveremmo con un Airbnb dalle mani legate che dovrà trovare altri modi creativi per incentivare i propri utenti.

Non appena le Dapp decentralizzate saranno mature (non prima di qualche anno), proponendo l’alternativa della Tokenizzazione per condividere i ricavi, per Airbnb sarà difficile mantenere molti dei propri utenti.

Così come i 1000$ investiti in Airbnb all’inizio varrebbero oggi circa 3 Milioni, 1000 token investiti oggi su un marketplace decentralizzato di successo potrebbero acquisire un valore di tutto rispetto in un prossimo futuro.
E a parità di condizioni molti utenti sceglierebbero l’alternativa decentralizzata.

B) Qualche cambiamento

Airbnb riesce a distribuire dividendi non solo agli investitori, ma anche a tutti quelli che hanno contribuito.

Forse la SEC approva la richiesta o forse Airbnb trova un’altra via per incentivare gli utenti: ad esempio per ogni prenotazione si guadagna, sia come Host che come Guest, un token o un’azione o qualche cosa il cui valore aumenta con il crescere del valore dell’azienda.

E questo è lo scenario ibrido nel quale viene inserito il concetto di decentralizzazione della condivisione del valore aziendale.
Ma tutto il resto rimane centralizzato e proprietario.
Questo, secondo la mia umile opinione è lo scenario più verosimile al momento.
Almeno a breve, diciamo sotto i 5 anni.

Un’azienda moderna non può infatti ignorare ciò che le sta succedendo intorno, ed Airbnb ha evidentemente intravisto l’evolversi del mondo della blockchain, e ha dato un chiaro segnale che non lo sottovaluta.

Tutto bene fin qui, ma ci sono forze opposte che resisteranno ai cambiamenti radicali.

Ecco cosa mi immagino potrebbe dire un investitore:
Ho investito in 100 startup, ma tutte sono fallite ad eccezione di Airbnb.
Airbnb deve farmi recuperare tutte le perdite.
Ho bisogno di un ritorno eccezziunale veramente.
E tu stai parlando di distribuire i dividendi con gli utenti? Ottimizzare gli input e estrarne tutto il valore possibile è la base dei marketplace.
Non si può cambiare.
Non faceva parte dell’accordo.

A ciò, Chesky potrebbe rispondere: “noi dobbiamo reagire, il nostro modello di business si deve adattare al ventunesimo secolo.
Non puoi ignorare ICO, STO, Origin Protocol e tutte le altre iniziative open source che ci sono ora. Dobbiamo allineare gli interessi di tutti gli azionisti.

E questa ultima frase l’ha detta davvero.

Ciò che va compreso veramente è che gli Host di Airbnb si trovano sempre di più nella posizione dell’impiegato senza diritti, senza protezioni, con licenziamenti che dipendono da algoritmi (la temutissima lettera automatica “il tuo account Airbnb è stato chiuso”) e con un bel “portaci i tuoi mezzi di produzione (la casa) o non farti più vedere”.

C) Cambio radicale

Riuscirà il Disrupter per eccezione ad essere il Disrupter di sè stesso?

Per caapirci e per assurdo queste sarebbero alcune delle azioni radicali che Airbnb dovrebbe intraprendere per dimostrare che fa sul serio:

  1. Totale Tokenizzazione
  • Trasformare le azioni in token.
  • Assegnare i token agli investitori.
  • Assegnare token a tutti gli Host a partire dai primi, in proporzione al valore che questi hanno creato.
  • Ricompensare con token Host e Guest che oggi contrattano sulla piattaforma.

2. Ridurre le commissioni

La tokenizzazione completa implica che non è più il profitto l’unico parametro ma anche il valore del token sul mercato.
Questo vuol dire che la commissione può restare, ma dovrebbe diminuire per coprire i costi e probabilmente creare un minimo di dividendi.
Il resto del valore e del guadagno deve essere assorbito dai token, oppure questi diventano inutili.

3. Inventario e annunci open source

Se Airbnb appartiene agli utenti, questi devono poter far partire startup su mercati verticali, in tal modo aumentando il valore del token.
Non ce ne rendiamo conto ma ogni giorno un’idea di startup muore a causa dell’approccio proprietario di Airbnb.

Un esempio: supponiamo di voler creare una Dapp ad hoc per alloggi per disabili.
Con un approccio pen source, potrei semplicemente appoggiarmi all’inventario di annunci già esistenti in Airbnb ed integrarlo con le altre funzionalità della mia app.
Viceversa, oggi, grazie al fatto che Airbnb non darà mai l’accesso al proprio inventario annunci, dovrei contattare tutti gli Host che posso, proporre di caricare gli appartamenti anche sulla mia piattaforma, verificare con loro la accessibilità degli alloggi, e così via.
Questa è una barriera all’entrata insormontabile che blocca qualsiasi tentativo di innovazione.

4. Codice Open Source

Magari non così necessario, ma sicuramente aiuterebbe ad abbassare l’asticella d’ingresso….non potrei forse utilizzare il codice di Airbnb e perfino migliorarlo?

Certo, implementare quella Dapp per i disabili sarebbe decisamente più semplice, avrei maggior controllo sui test, potrei perfino implementare qualche miglioria. Sarebbe più economico provare, fallire e riprovare.

Ma è così che si compie l’innovazione, e quello che una volta è stato il distruttore, ora è parte attiva dell’innovazione.

5. Maggior controllo agli utenti

Airbnb dovrebbe smettere di imporsi sugli Host.
Mi riferisco alle policy di cancellazione, i livelli di commissioni, parametri per la risoluzione di dispute e così via.
Non è certo per dire che l’anarchia funziona meglio, ma ascoltare gli utenti consapevoli degli interessi aziendali, può aiutare l’intero ecosistema.

6. Localizzare

Quando gli utenti si sentono parte di Airbnb, probabilmente ha anche senso lasciare che questi siano in grado di adattare le regole al mercato locale.

Mentre in alcuni contesti è necessario essere “disrupting” (vedi New York con le sue lobby degli hotel), altri stanno effettivamente soffrendo dell’approccio favorevole all’illegalità che Airbnb applica.
Host e Guest di un territorio conoscono meglio le realtà locali e quindi sarebbero forse in grado di definire regole e filtri per accedere ad Airbnb garantendo equilibrio all’ecosistema locale.
È un approccio decisamente più sostenibile delle scelte basate sulla logica del puro profitto.

In sostanza Airbnb dovrebbe diventare un’azienda completamente diversa.
In questo caso, avremmo vinto e ce ne potremmo andare a casa.
Ora che la sharing economy è veramente il risultato di un lavoro della community, che arricchisce e premia gli utenti.

Inoltre ci sarebbero vari altri aspetti che Airbnb potrebbe cambiare, ma già questi ipotizzati ti danno un’idea di come si tratti di una vera e propria rivoluzione.

Ecco perché mi aspetto che sia più probabile la soluzione ibrida.
Come risultato, tutte le iniziative che oggi ci sono sulla blockchain continueranno anche se la maggior parte moriranno come è naturale che sia in un ecosistema così dinamico.

A noi sarà dato di assistere a come nel prossimo decennio si manifesteranno nuove modalità di cooperazione umana.

Non vedo l’ora di scoprire come i due approcci completamente differenti convergeranno, da un lato alcune compagnie centralizzate spariranno, altre si adatteranno, dall’altro nuove imprese decentralizzate sorgeranno e alla fine noi…vivremo in un mondo migliore (urgh…l’ho detto..).

Lo so, è una frase trita e ritrita.
L’abbiamo sentita migliaia di volte dalle startup in cerca di fondi per arrivare, crescere e farsi comprare da qualche gigante monopolistico del web.
Ma questa volta ci sono vari indizi per pensare che il mondo sarà migliore.
Almeno un pò.

Leggi il nostro White Paper per vedere come pianifichiamo di costruire una piattaforma completamente aperta e decentralizzata che sia in alternativa a Airbnb.

Trips è il portale decentralizzato di alloggi per nomadi digitali e viaggiatori che si propone come alternativa economica, efficiente e sicura ai grossi portali che hanno monopolizzato il mercato delle prenotazioni extralberghiere.

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